«La mia opinione, espressa a diversi esponenti del Pd, è che il Pd aveva l'occasione d'oro, nel momento in cui M5s avesse chiesto di sostenere qualcosa con loro, di non dire di no, sedersi al tavolo, ma porre condizioni molto esigenti che siano nell'interesse del Paese ad esempio sul rapporto con l'Europa e i conti pubblici. E invece hanno fatto una pantomima non utile per l'immagine del partito». Lo ha detto l'ex premier Mario Monti a 1/2h in più, la trasmissione Rai condotta da Lucia Annunziata. Poco prima Lucia Annunziata aveva ospitato il leader del M5S Luigi Di Maio.
Per l’Europa non fa differenza governo tecnico o politico
Poi ha parlato di Europa. «L'Europa non fa differenza tra governo tecnico e politico. Della voce M5s-Lega dovremmo capire quale sia il tono, se quella del libero pensatore Grillo con il referendum sull’euro, o la voce più pacata a cui ci avevano abituati ultimamente. L'Europa seguirebbe con rispetto e sarebbe in gioco tantissimo per l'Italia». Secondo Monti aarebbe deleterio per l’Italia se il nuovo governo «si allineasse sulle posizioni di Visegrad ma Orban siede al Consiglio europeo e al tavolo del Ppe. L'Europa è molto tollerante. Salvini non è Orban ma ci sono alcuni elementi in comune come la convinzione che l'interesse nazionale possa prevalere senza tenere conto di quello europeo».
Mercati tranquilli perché Bce compra titoli
«L'Europa e i mercati finanziari sono tranquilli perché a differenza della fase del 2011 quando i mercati si innervosirono moltissimo, stavolta i titoli italiani sono comprati in larga parta non dal mercato ma dalla Bce con il Qe», ha detto Mario Monti alla Annunziata. «Questo spiega la piattezza assoluta dei tassi di interesse che in altre situazioni avrebbero visto fibrillazioni». E ha detto che il grande gioco dei prossimi mesi «è di quale profilo politico dare all'Europa nei prossimi anni, e sarebbe un grande peccato che l'Italia, pur non allarmando i termometri finanziari d'Europa in questo momento, privasse l'Europa del suo contributo di idee» in attesa di un governo nelle sue piene funzioni, «se non con sciabolate oratorie nell'arena politica interna che non arrivano neanche a Bruxelles».
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