Continuano i tentennamenti, gli attacchi e i veleni fra i partiti nella formazione del nuovo governo. È ormai quotidiana la pioggia di veti sulla proposte per la formazione di un nuovo governo. Corse, rincorse e frenate. Puzzle di alleanze che sembrano quasi composte, ma poi saltano in aria. Salvini ha rilanciato su un governo Lega-M5S. Il leader del M5S, Luigi Di Maio, pur avendo aperto a un premier terzo nel corso dell’intervista a In 1/2h, ha ribadito il passo di lato chiesto a Berlusconi. A 63 giorni dal voto lo stallo è completo.
Alta tensione Lega-Fi: nessun passo di lato di Silvio
Intanto sulla formazione del nuovo governo è alta tensione fra Salvini e Berlusconi. Dopo il vertice a palazzo Grazioli i leader del centrodestra si vedranno di nuovo alle 9 prima di salire al Colle. A Mattarella ripeteranno che l'incarico di formare il governo spetta al centrodestra. Il passo di lato chiesto dal M5S per un governo con la Lega è ancora inaccettabile per Silvio Berlusconi. Nessun via libera all'appoggio esterno di Forza Italia. Salvini continua il suo pressing avverte il Cavaliere: no netto della Lega a un governo del presidente. Senza governo con i Cinque stelle dunque l'unica alternativa è il voto. E il responso delle urne nelle ultime tornate elettorali ha castigato il Cavaliere e premiato la Lega. La presidenza di una commissione di peso e tre ministri tecnici “suoi” non lo hanno convinto.
Governo di tregua senza accordi politici
Il capo dello Stato Sergio Mattarella è risoluto: dopo il terzo round di consultazioni al Quirinale, senza accordi per un governo politico, proporrà un esecutivo di tregua. Obiettivo: evitare l’esercizio provvisorio, approvare la legge di bilancio per il 2019, assicurare la presenza dell’Italia a Bruxelles in momenti fondamentali per i finanziamenti al paese e per la guerra dei dazi. Ma mira anche a evitare che scatti dal 1° gennaio 2019 l’aumento dell’Iva. Il Parlamento avrà così il tempo per modificare la legge elettorale in modo che ci sia un vincitore in grado di governare. Poi in primavera le urne, a meno che non ci sia un accordo per un governo politico.
Gentiloni: preferirei non proseguire, ma decide il Colle
A “Che tempo che fa” anche il premier Paolo Gentiloni dice la sua: invocando che il governo Gentiloni resti fino alle urne «non so se Di Maio mi abbia fatto un favore o meno perché il governo senza avere un rapporto di fiducia col Parlamento» sarebbe «un problema». Restare a Palazzo Chigi? «Preferirei di no ma quello che decide il presidente della Repubblica mi troverà sempre pronto a rispondere. Lo considero un dovere. Se il presidente della Repubblica fa una richiesta non prenderla in considerazione è difficile».
No a incarichi al buio
Nessun incarico al buio, comunque. Per non proporre un governo di tregua Mattarella vuole un accordo fra i partiti con nomi e numeri. Insomma una sorta di maggioranza certificata. Il nome terzo che circola con maggiore insistenza è quello del leghista Giancarlo Giorgetti. Altrimenti sarà esecutivo di tregua, affidato a un premier inattaccabile, non legato al mondo della politica. Al Colle c’è assoluto riserbo sulla squadra del Governo di tregua che Mattarella sta elaborando. In caso di esecutivo di tregua Mattarella spiegherà le sue ragioni ai cittadini: dai pericoli economici che incombono sul Paese alla necessità di avere un esecutivo che tenga dritta la barra dei conti.
Consultazioni in una sola giornata
Mattarella nel terzo round di consultazioni al Quirinale, lunedì 7 maggio vede tutti i rappresentanti dei gruppi parlamentari in un solo giorno. Apre al mattino il Movimento Cinque Stelle e chiudono, nel tardo pomeriggio, i presidenti delle Camere Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico. Il centrodestra, secondo appuntamento della mattinata, si presenterà di nuovo unito al Quirinale.
I nuovi appuntamenti elettorali
Intanto già nuovi appuntamenti elettorali incombono: il 10 giugno si vota in molti comuni. Fra i 793 gli enti coinvolti dalla tornata elettorale ci sono 112 comuni con più di 15mila abitanti (più di 3mila in provincia di Trento), e 681 “inferiori” (con meno di 15mila abitanti). E ci sono 21 capoluoghi di provincia.Si vota anche in due consigli circoscrizionali di Roma capitale, il III e l'VIII Municipio. In Sicilia si eleggono, tra l'altro, i sindaci di Catania e Messina. I ballottaggi si svolgeranno il 24 giugno.
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