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Def, Padoan: incertezza politica freno per la crescita, non serve…

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audizioni alla camera

Def, Padoan: incertezza politica freno per la crescita, non serve manovrina per clausole Iva

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L'eventuale protrarsi della fase di incertezza politica italiana potrebbe essere «potenzialmente in grado di frenare in particolare la diffusa partenza degli
investimenti». Altro freno potenziale è rappresentato dalla conferma della politica protezionistica annunciata dagli Stati Uniti, ipotesi che rappresenta «il rischio più significativo» per le previsioni di crescita dell’economia italiana. L'impatto dei dazi Usa sulle filiere produttive «potrebbe essere assai negativo, con ripercussioni su occupazionbe e inflazione nei Paesi europei». In audizione davanti alle commisisoni Speciali di Camera e Senato convocate nella Sala del Mappamondo di Montecitorio il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, fa il punto sul Documento di economia e finanza 2018, elaborato dal governo uscente «in un momento di transizione politico».

Def 2018, una «fotografia» senza impegni futuri

Rialzo Iva evitabile con misure future come la legge di Bilancio 2019
Per questo, spiega il ministro, il Def 2018 non contiene «un nuovo quadro programmato, ma si limita ad aggiornare le principali previsioni macroeconomico alla luce della legge di Bilancio 2018, una base sulla quale il prossimo esecutivo potrà valutare le politiche economiche da adottare. Tra le priorità indicate dal ministro, la necessità di scongiurare l’aumento automatico delle imposte indirette e delle aliquote Iva nel 2019 e nel 2020, come previsto dalla legislazione attuale. «C’è una diffusa volontà, anche la mia, di disinnescare le clausole. Il modo per farlo è la Nota al Def e la legge di bilancio. Non c’è assolutamente bisogno di fare un provvedimento in precedenza a questo» conferma il ministro riferendosi all’ipotesi circolata nei giorni scorsi di una manovrina estiva ad hoc. Il ministro ricorda ai parlamentari come una parte «significativa» delle clausole di salvaguardia per il 2019 sia già stata disattivata con gli interventi inseriti nei decreti legge n. 50/2017 (circa 4,4 miliardi di euro) e 148/2017 (340 milioni di euro) e dalla legge di bilancio 2018 (circa 6,1 miliardi di euro).

«Statistiche migliorate, ma diseguaglianze aumentano»
Nella sua relazione, Padoan richiama anche il graduale miglioramento delle principali statistiche macroeconomiche» registrato negli ultimi anni, anche se «il disagio sociale non si è arrestato» e le disuguaglianze in alcuni casi «sono cresciute oppure è aumentato il divario tra chi stava bene e chi stava male già prima della crisi». In questo scenario, è necessario che la politica economica deve migliori «la propria cassetta degli attrezzi». Tra questi, rientrano anche i recenti indicatori Bes sul benessere sostenibile introdotti dall’Esecutivo come previsto dalle norme sulle leggi di bilancio. Su questo fronte, ammette Padoan, «molto resta da fare: i progressi sono uniformi ma esiste una base su cui proseguire ed allargare lo sforzo di miglioramento del benessere, dell'equità e della sostenibilità sociale, economica e ambientale».

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