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Totopremier, 4 donne in pole position

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IPOTESI GOVERNO NEUTRALE

Totopremier, 4 donne in pole position

Dal rischio di aumenti dell’Iva per 12,5 miliardi e di repentine fibrillazioni dei mercati finanziari nel caso di un voto in autunno, al varo quasi in parallelo di una legge di bilancio “compiuta” e di una “nuova” riforma elettorale con le elezioni a febbraio-marzo fino alla possibilità di una legislatura brevissima e per i soli “affari correnti”.

Che sarebbe quella che si materializzerebbe nell’eventualità in cui prendesse corpo il primo dei tre scenari tratteggiati dal capo dello Stato. In questo caso si andrebbe al voto in piena estate (quasi un unicum nella storia della Repubblica visto che si è arrivati una sola volta al 27 giugno, e comunque senza la certezza di garantire il diritto a tutti i cittadini di esprimere il proprio voto) con il passaggio a Palazzo Chigi dell’ordinaria amministrazione dall’esecutivo Gentiloni al nuovo Governo sempreché quest’ultimo non riesca a ottenere la fiducia in Parlamento.

Un’opzione che è già qualcosa di più di una semplice ipotesi alla luce delle reazioni a caldo dei partiti alle parole del presidente della Repubblica, con Lega e Cinquestelle che hanno subito opposto un no al Governo neutrale e di servizio annunciato da Sergio Mattarella.

A CACCIA DELLA FIDUCIA
Gli equilibri a Montecitorio e a Palazzo Madama

Il premier e tutti i ministri saranno non candidabili alle prossime elezioni, stando allo schema esposto dal Colle. Questa indicazione farebbe uscire la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, dal toto-nomi che si rincorre da giorni per l’incarico per formare il nuovo esecutivo. Per la carica di premier Mattarella sarebbe pronto a puntare su una donna, criterio guida sarà il rinnovamento. In pole per la carica di premier il segretario generale della Farnesina Elisabetta Belloni. Attenzione anche al mondo della ricerca e dell’università: della squadra dei ministri dovrebbe far parte la direttrice generale del CernFabiola Gianotti. Tra i papabili anche il presidente della Corte costituzionale, Giorgio Lattanzi e il presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno. Altre personalità “neutrali” possono essere considerate Sabino Cassese (amministrativista ex ministro ed ex giudice della Consulta), Carlo Cottarelli (Fmi ed ex commissario alla spending review), Lucrezia Reichlin (economista e direttrice generale ricerca alla Bce), Giorgio Alleva (presidente dell’Istat) e Anna Maria Tarantola (ex Bankitalia ed ex presidente Rai).

In qualsiasi dei tre scenari prospettati dal Capo dello Stato, il nuovo Governo, con fiducia o senza, dovrà ripartire dal Def facendo i conti con il voto parlamentare sul Documento di economia e finanza “tendenziale” presentato dal Governo Gentiloni. Che, nel caso di un voto in piena estate, rischierebbe di rimanere l’unico vero impegno del suo mandato, oltre alla gestione dei provvedimenti di attuazione ereditati e alla partecipazione all’importante Consiglio europeo del 28-29 giugno sulle nuove regole per il bilancio e l’immigrazione. Si tratterebbe della legislatura più corta dal 1948, senza neppure la formazione delle commissioni parlamentari permanenti. Con le elezioni indette il 22 luglio la prima seduta delle nuove Camere verrebbe fissata al 6 agosto, comunque a ridosso della “pausa” estiva di ferragosto.

Spostare il voto in autunno, tenendo conto dei tempi per l’insediamento del Parlamento, per la formazione del Governo e per il varo di fiducia, renderebbe molto arduo il varo della manovra e dello stop agli aumenti Iva. Con il Governo in carica fino alla fine dell’anno, invece, non ci sarebbe alcun pericolo di esercizio provvisorio e di tenuta dei conti pubblici.

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