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Premier terzo il vero scoglio del negoziato

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Premier terzo il vero scoglio del negoziato

Luigi Di Maio e, sullo sfondo, Matteo Salvini (Ansa)
Luigi Di Maio e, sullo sfondo, Matteo Salvini (Ansa)

La trattativa M5S-Lega riaperta in extremis, con la disponibilità di Forza Italia a concedere una «astensione benevola» (copyright del governatore forzista Giovanni Toti), ora si trova dinnanzi uno scoglio di prima grandezza: la scelta di un premier terzo che faccia da garante tra Matteo Salvini, Luigi Di Maio e Silvio Berlusconi. Al momento non esiste neppure un toto-nomi: le carte sono copertissime o, più probabilmente, non esistono ancora nomi sul tavolo. Ecco perché le 24 ore chieste dai principali contraenti a Mattarella potrebbero diventare anche 48.

Trattativa M5S-Lega
L’idea del premier terzo, perorata dai leader di M5S e Lega, escluderebbe ogni personalità targata politicamente. E la mission risulta quanto mai difficile. Tutti gli indizi conducevano alla figura del leghista Giancarlo Giorgetti, uomo di fede atlantista (quindi gradito al Colle) e uomo di collegamento tra il Carroccio e tutto l’inner circle pentastellato. Se prevarrà però la richiesta di un esponente “fuori dai partiti” anche la carta Giorgetti sarà superata.

Le richieste di Berlusconi
In questa già difficile trattativa si innestano le richieste provenienti da Arcore. L’astensione benevola (che emerge anche dalla nota diramata in tarda serata dal leader Fi) cui dovrà “piegarsi” Silvio Berlusconi, viene sentita dal Cavaliere come una sorta di “resa” all’alleato Salvini. L’alleanza sopravviverà ma la trazione leghista a questo punto metterà il turbo.

Una situazione che lacera Forza Italia, dividendola nettamente tra l’ala nordista di Toti e Romani e l’ala che vive con malcelato fastidio la sudditanza al Carroccio. Per rassegnarsi a questo stato di fatto, dunque, Berlusconi chiede in cambio un premier «garante». Una figura istituzionale o simil-istituzionale, insomma non ostile. Richiesta che complica ulteriormente la ricerca di questa figura. Quasi una quadratura del cerchio. Per questo a fine serata Di Maio fa sapere di aver confermato i suoi impegni elettorali a Parma e Salvini fa sapere ai suoi che le vacanze a luglio potrebbero saltare causa elezioni.

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