Il giorno dopo il passo indietro (o di lato) di Silvio Berlusconi, che di fatto ha dato il via libera alla Lega per far nascere un esecutivo politico con M5S, è quello in cui si potrebbero chiarire due aspetti sostanziali: il programma e la persona che dovrà guidare il nuovo governo. L’idea dei due protagonisti della partita, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, è quella di concentrarsi prima sul primo, così da individuare le priorità da realizzare: nel primo pomeriggio si è svolta la riunione M5s-Lega per la stesura del contratto di governo, un incontro al quale ha partecipato una delegazione composta dai tecnici dei due partiti e una piccola rappresentanza parlamentare.
Una nota arrivata in serata assicura che «sono state gettate le basi per il contratto» e il Ms5 Vincenzo Spadafora, ospite a Porta a porta, annuncia che «si potrà giurare entro la fine della prossima settimana» e che sarà un esecutivo «snello: oltre ai 13 ministri previsti, ce ne saranno pochi altri senza portafoglio», e comunque saranno «meno di 20». E conferma che il conflitto di interessi «sarà nel contratto».
«Gettate basi per contratto, piena sintonia»
Nella nota post-incontro M5s e Lega spiegano che c'è «piena sintonia prima di tutto sul metodo con cui si sta procedendo e che prevede ulteriori incontri tecnici da qui a domenica per scrivere un programma di governo definitivo». «Dal confronto di oggi - viene spiegato nella nota - sono emersi numerosi punti di convergenza programmatici sui quali continuare a lavorare: superamento della Legge Fornero, sburocratizzazione e riduzione di leggi e regolamenti; reddito di cittadinanza, con iniziale potenziamento dei centri per l'impiego; introduzione di misure per favorire il recupero dei debiti fiscali per i contribuenti in difficoltà; studio sui minibot; flat tax; riduzione costi della politica; lotta alla corruzione; contrasto al l'immigrazione clandestina; legittima difesa». «Siamo a buon punto», ha confermato Vincenzo Spadafora, responsabile delle relazioni istituzionali Di Maio, ospite a Porta a porta, spiegando che sulla premiership di un governo M5s-Lega, è molto probabile «un nome terzo» che «rappresenti quello che si scrive nel contratto di governo». Sempre dai Cinquestelle, il deputato Bonafede spiega che anche il ruolo di Salvini e Di Maio «lo vedremo dopo» e che quelle che li vedono ministri «sono voci, posso garantire su questo c'è l'orgoglio di fare qualcosa che mette i cittadini prima dei politici, è la Terza Repubblica». «Io - ha aggiunto Bonafede - sono candidato ministro della Giustizia, ma dei nomi poi si parla con il presidente della Repubblica».
I temi sul tavolo
Al tavolo, in particolare, sono seduti - coadiuvati dai tecnici degli uffici legislativi - Laura Castelli, Alfonso Bonafede e Vincenzo Spadafora per il M5s e per la Lega Giancarlo Giorgetti e Claudio Borghi. «Stiamo lavorando sulle cose da fare non sui nomi», ha spiegato nel pomeriggio Salvini, conversando con i giornalisti vicino a Montecitorio. Il leader della Lega ha elencato i temi: «tasse, lavoro, scuola, giustizia» e anche «legge Fornero, sbarchi, legittima difesa». E dal Movimento il deputato Bonafede fa sapere che flat-tax e reddito di cittadinanza sono «punti di partenza importanti», mentre «c’è totale sintonia anche sulla Legge Fornero». Così come il conflitto di interessi, che - secondo quanto riferito dai delegati Cinquestelle al termine dell'incontro - è tra i temi all'esame del gruppo di lavoro. «Ne abbiamo parlato e non c'è nessun problema», ha assicurato Bonafede, che ricorda: «Non ci sono ancora dettagli sulle singole misure: in questi giorni lavoriamo a preparare le schede iniziali e poi entreremo nei dettagli».
Salvini: 2-3 giorni per chiudere altrimenti si vota
Dopo il programma, i due leader potrebbero dunque mettere la testa sul nome del presidente del Consiglio. Lega e il Movimento Cinque stelle hanno chiesto più tempo al presidente Sergio Mattarella: almeno fino a domenica. Il che significa che un punto della situazione potrebbe avvenire lunedì. «Abbiamo chiesto due tre giorni al presidente Mattarella per chiudere tutto, se si chiude. Sennò si vota», ha spiegato il leader della Lega. Salvini ha pubblicato su twitter una foto che lo ritrae con alle spalle una ruspa. «Stiamo lavorando per voi!», si legge nel tweet, con riferimento alle trattative per la formazione del governo.
L’incontro tra i due leader: «Significativi passi in avanti»
Questa mattina i due leader si sono incontrati alla Camera. In una nota congiunta emessa al termine del vertice si legge che «sulla composizione dell’esecutivo e del premier sono stati fatti significativi passi in avanti nell’ottica di una costruttiva collaborazione tra le parti con l’obiettivo di definire tutto in tempi brevi per dare presto una risposta e un governo politico al Paese». Che il dialogo tra le parti sia già avviato lo confermano le parole di Di Maio, pronunciate in tarda mattinata, in occasione di una diretta sul social Facebook: «Come sapete ieri sera si sono create le condizioni per cominciare a lavorare a un Governo del cambiamento Movimento 5 Stelle Lega», ha spiegato.
Boccia (Confindustria): valutiamo i provvedimenti, non gli esecutivi
«Vediamo qual è il programma che emerge dal confronto che stanno facendo e poi valuteremo», ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, commentando il primo giorno di colloqui sul contratto di governo. «Valutiamo dei provvedimenti, non valutiamo i Governi», ha continuato, «siamo ancora in una fase di attesa per capire quale sarà il programma di questo Governo». E ai cronisti che gli chiedono se avverte preoccupazione al riguardo ha risposto: «No, assolutamente».
FdI avverte: nostro sostegno dipende da chi sarà premier
Intanto Fratelli d’Italia avverte: il sostegno del partito al governo dipenderà da chi sarà premier. «Ci chiedono se sosterremo o no il governo 5 Stelle-Lega - ha scritto Giorgia Meloni in un post su facebook -. Voglio rispondere a questa domanda pubblicamente e non con trattative sotterranee che non ci sono mai appartenute. In primo luogo la nostra scelta non può prescindere da chi sarà il presidente del Consiglio, perché è evidente che chi guida il governo ne caratterizza l’azione».
Si riparla di premier terzo: Giorgetti , Giovannini e Bongiorno in prima fila
Proprio con riferimento al tema del capo del nuovo esecutivo, in queste ore impazza il toto-nomi. L’opzione premier tecnico resta secondaria perché sia la Lega sia il M5S preferiscono una figura politica, e “terza”. Allo stato attuale sembrano in prima fila per la poltrona di presidente del Consiglio Enrico Giovannini e Giulia Bongiorno, con il primo che sembra aver guadagnato terreno sulla seconda. Giancarlo Giorgetti, molto sostenuto dalla Lega, è stato oggetto nelle ultime ore di un tira e molla con M5S, che non gradirebbe.
Nonostante ciò, alcune fonti danno il leghista ancora in partita. Tra i nomi che circolano anche quello di Carlo Cottarelli. Nella serata di ieri circolava l’ipotesi che a Palazzo Chigi potesse andare lo stesso Salvini o anche di una staffetta tra il candidato politico M5S e il segretario del Carroccio. Una soluzione che ora sembra in forte ribasso.
Il braccio di ferro su Giorgetti a Palazzo Chigi
Mercoledì pomeriggio, M5S aveva aperto al nome di Giorgetti, capogruppo del Carroccio alla Camera, a Palazzo Chigi, nome sul quale ha chiuso nella tarda serata. L’ex ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, sarebbe stato proposto dal M5S, secondo alcune fonti parlamentari, ma senza neanche troppa convinzione essendo una figura tecnica, difficilmente digeribile da due partiti che sostengono, da 65 giorni, un governo politico. Nelle ultime ore tuttavia il suo nome avrebbe guadagnato consensi, così come quello della senatrice leghista Giulia Bongiorno.
Ministri: M5S chiede Esteri e Lavoro; la Lega le Telecomunicazioni
Nuovo governo significa anche una nuova squadra di ministri. Anche in questo caso le voci si rincorrono, ma non sempre concordano. Per alcune i pentastellati chiederebbero due dicasteri: quello degli Esteri e quello del Lavoro. Per la Farnesina avrebbero fatto il nome dello stesso Di Maio. Parimenti, quello di Salvini sarebbe uscito per il ministero dell’Interno. Stando ad altre indicazioni, Salvini e Di Maio potrebbero diventare entrambi vicepresidenti del Consiglio, con deleghe di peso. Tra gli altri nomi che circolano in queste ore, il capogruppo grillino al Senato Danilo Toninelli per il ministero delle Riforme, il deputato leghista Raffaele Volpi per i Rapporti con il parlamento, il grillino Mattia Fantinati per il dicastero del Turismo, il presidente della Commissione speciale di Montecitorio Nicola Molteni, leghista, per il ministero della Giustizia. Ma questa è un’altra partita, che si giocherà, hanno assicurato i giocatori in campo, dopo aver messo a punto il contratto sull’agenda di governo. Le prossime ore, dopo giorni di stallo politico, potrebbero essere decisive.
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