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Stallo su premier e programma, M5S-Lega chiedono altro tempo a…

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salvini: «ridiscutere i vincoli ue»

Stallo su premier e programma, M5S-Lega chiedono altro tempo a Mattarella

«Non facciamo nomi», ma «abbiamo rappresentato al presidente della Repubblica l'esigenza di qualche altro giorno per poter chiudere la discussione sui temi», annuncia Di Maio al termine del suo incontro con il capo dello Stato. Ancora un pomeriggio di consultazioni per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in vista di un possibile governo giallo-verde. Prima è stata la volta del capo politico M5S, Luigi Di Maio, poi sul Colle è arrivato il leader della Lega Matteo Salvini, che sottolinea lo sforzo comune con i pentastellati, possibili alleati di Governo: «Non stiamo questionando su nomi, discutiamo su idea di Italia». Con il leader del M5S, spiega Salvini, «stiamo facendo uno sforzo enorme, se dovessimo ragionare a pane e convenienza non saremmo qua», con un chiaro riferimento alla crescita della Lega nei sondaggi e al vantaggio politico in caso di ritorno alle urne.

Quirinale “prende atto” della richiesta di Lega e M5S
Lo stallo continua, dunque e il Colle, nel tardo pomeriggio, si limita a “prendere atto” dell’impegno dei due leader per arrivare ad un governo “politico” che avvii finalmente la legislatura, e accorda un ulteriore allungamento dei tempi. Saranno M5S e Lega a far sapere al presidente della Repubblica quando saranno pronti a dar vita ad un esecutivo. I colloqui di oggi arrivano dopo un tour de force fatto di incontri tecnici tra le delegazioni dei due partiti e faccia a faccia “politici” tra i rispettivi leader al lavoro da giovedì scorso a mettere a punto l'accordo sul nuovo esecutivo.

Salvini: divergenze su infrastrutture a giustizia
Nonostante gli incontri e i progressi su diversi temi programmatici, i problemi e le distanze tra Lega e 5 Stelle non mancano. Al punto che Salvini assicura di non voler «prendere in giro il presidente della Repubblica e gli italiani» dicendo che l'accordo c’è «quando su qualche punto importante come le infrastrutture ci sono ancora visioni diverse». Uno dei capitoli dove c’è disaccordo è quello della giustizia. «È un tema centrale - ricorda Salvini - come i processi più brevi: anche su questo partiamo da posizioni differenti e io sono in questa veste non solo da leader della Lega, perché non voglio rompere l'alleanza di centrodestra», aggiunge. Perchè «o c'è accordo o non c'è accordo, io non voglio un governo fantoccio», spiega ancora il leader leghista, «e il governo parte se può fare le cose. Se capiamo che non possiamo non cominciamo neanche e nessuno si scandalizzi se abbiamo chiesto qualche altra ora al presidente Mattarella».

La «notevole distanza» sull’immigrazione
Fra i temi prioritari della Lega c’è anche la questione pensioni: «Io voglio andare fino in fondo eliminando la legge Fornero», incalza Salvini, citando anche lo stop alle clausole Iva, l'aumento delle accise e lipotesi di «ridiscutere i vincoli esterni con l'Europa». Sull'immigrazione «le posizioni di Lega e 5 Stelle partono da una notevole distanza», ammette poi, parlando di un altro tema divisivo dell’alleanza in cantiere. «Su questo, se parte il Governo, la Lega deve avere mano libera per tutelare la sicurezza de cittadini italiani e smantellare quello che e' un business sulla pelle di queste persone», chiarisce. Sul tavolo c’è anche la legge sulla legittima difesa: «Ci siamo impegnati ad approvarla e lo dobbiamo fare».

Di Maio sul “percorso”: «Fa partire III Repubblica»
A metà pomeriggio, nel suo passaggio davanti ai microfoni di stampa e tv, Di Maio parla di «percorso di cui siamo molto contenti perché fa partire la Terza Repubblica in cui i cittadini fanno un passo avanti e i politici un passo indietro», e fa il punto sulle «varie interlocuzioni tra M5s e Lega», in vista di un nuovo governo sostenuto dalle due forze politiche, di cui si dice «molto orgoglioso». La soddisfazione riguarda «i punti che si stanno portando a casa: sul reddito di cittadinanza, sulla Legge Fornero, sul taglio degli sprechi, sui grandi temi che riguardano i beni comuni, sulla lotta alla corruzione, sul carcere per chi evade il fisco».

Voto su “Rosseau” per contratto di governo, la Lega organizza i gazebo
Tra i “temi caldi” citati da Di Maio al termine delle consultazioni ci sono il prossimo bilancio Ue, il Regolamento di Dublino. Il contratto di governo sul modello tedesco, spiega, «mette dentro i punti programmatici delle due forze» M5s e Lega, e «noi lo sottoporremo ai nostri iscritti con un voto online che sarà chiamato a decidere se far partire questo governo con questo contratto o no». Parole che confermano quanto già preannunciato da Davide Casaleggio qualche giorno fa, e che provocano l’immediata reazione della Lega. Anche il Carroccio infatti ascolterà il parere dei propri elettori sull'intesa con i 5S per la formazione del nuovo governo. Segretari regionali e provinciali sono stati subito mobilitati per prenotare le piazze per il prossimo weekend in modo da «consentire lo svolgimento di una consultazione tra la cittadinanza sul così detto ”Contratto di governo». Ogni gazebo «dovrà dotarsi di un'urna per raccogliere le schede votate». Tra i punti sottoposti al giudizio dei militanti l'abolizione della legge Fornero, le nuove regole per l'immigrazione, la legittima difesa, la Flat Tax, e la riformulazione dei trattati europei.

Dem all’attacco: paralisi M5s-Lega su persone a danno Paese
Quello che manca ancora dunque è il nome del nuovo premier, nodo che non si è sciolto nemmeno dopo l'ennesimo vertice M5s-Lega tenutosi stanotte a Milano, seguito da un altro faccia a faccia Di Maio-Salvini alla Camera poco prima dell’avvio delle consultazioni di Mattarella. Un impasse preoccupa il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina: «Mi pare evidente che la notizia di oggi è che Lega e Cinque stelle sono paralizzati tra loro in uno scontro di potere e sulle persone a danno del Paese che invece chiede ora giustamente massima chiarezza e certezza delle prospettive. Altro che governo del cambiamento». «Siamo passati dalla commedia sul governo del cambiamento, alla farsa del continuo rinvio», rincara la dose il capogruppo dem al Senato Andrea Marcucci : «Se queste sono le premesse di Di Maio e Salvini, ci aspetta un contratto imbarazzante».

Nomi in pole position per Palazzo Chigi
Nelle ultime ore è arrivata anche la smentita dei Cinquestelle sulla probabile candidatura di Giulio Sapelli, economista della Statale di Milano proposto dalla Lega, il cui nome era circolato insistentemente stamattina: «Non è Giulio Sapelli il nome del premier che sarà portato al Colle», afferma il portavoce M5s, e anche fonti della Lega non confermano le precedenti voci per il professore di economia a Palazzo Chigi. L'altro probabile candidato è Giuseppe Conte, docente di Diritto privato a Firenze, in quota Cinquestelle, che nel governo ombra presentato da Di Maio ricopriva il ruolo di candidato ministro alla Pubblica amministrazione e alla deburocratizzazione.

Stamattina circolava anche il nome di Giulio Tremonti, anche se dalla Lega c'è chi solleva dubbi. Sulle possibili candidature "tecniche" una conferma arriva da Sapelli: «È tutto vero, sono stato contattato da tutte e due le parti politiche e ho dato la mia disponibilità, mi hanno spiegato che stanno valutando anche un altro profilo, quello di Conte e non mi hanno ancora detto chi hanno scelto», dice il professore. «Ho detto loro che vorrò dire la mia sui ministri ho parlato con il collega Domenico Siniscalco, che spero di avere al mio fianco come ministro del Tesoro», ha aggiunto.


Di Maio e Salvini lasciano il Pirellone, l'intesa sarebbe vicina

Perchè Sapelli?
Docente di storia economica all'Università Statale di Milano, laureato in economia a Torino, Giulio Sapelli è stato nel Cda di Eni e Unicredit, nonché consulente di Olivetti e presidente della Fondazione Monte Paschi di Siena. Editorialista del Messaggero, Sapelli è noto per le sue posizioni critiche sull'Europa a trazione tedesca, posizione perfettamente in linea con Lega e M5S. Non solo: il nome sarebbe stato proposto dalla Lega, ma i pentastellati lo intervistarono sul blog nel 2016 quando sosteneva che «i regolamenti come il 3% o il Fiscal Compact sono una follia». E compare tra gli esperti chiamati a giugno 2017 a spiegare sul blog (www.ilblogdellestelle.it/2017/06/programmabanche_separazione_bancaria_20.html) il programma elettorale M5S: ha illustrato i motivi per cui «la separazione tra banche d'affari e istituti commerciali è una necessità primaria se si vuole ridare fiducia al settore del credito».
In un'intervista al settimanale Vita appena tre giorni fa aveva benedetto così il governo M5S-Lega: «Una soluzione che finalmente ci riconsegna la sovranità del Parlamento. Finisce l'era Napolitano e si torna a rispettare la volontà dei cittadini. A chi dice che i 5S non hanno le capacità rispondo di avere fiducia nelle capacità educative delle istituzioni». E oggi "promuove" il contratto di governo: «Lo condivido».

Il toto ministri
Tra i candidati a un ministero ci sono Alfonso Bonafede, deputato del M5S, in predicato per la Giustizia, Vincenzo Spadafora, ex Garante dell'Infanzia, deputato e vicinissimo a Di Maio, Stefano Buffagni, commercialista milanese e deputato Cinquestelle. E ancora Riccardo Fraccaro, Pasquale Tridico, Giulia Grillo o Pier Paolo Sileri, tutti M5S. Poi Armando Siri, Roberto Calderoli e Nicola Molteni per la Lega. Per i ministeri il M5S punterebbe a Esteri, Sviluppo, Lavoro e Sanità, mentre la Lega a Interni, Difesa e Trasporti.

La Lega: Tremonti ha già dato. M5s: premier tecnico deleterio
«
Per rispetto delle prerogative del capo dello Stato Matteo Salvini e Luigi di Maio presenteranno il nominativo unico e secco» ha detto il parlamentare della Lega Nicola Molteni, uno dei partecipanti al tavolo con i M5s per il contratto di governo, parlando ad Agorà su RaiTre. Il premier «magari era anche seduto a quel tavolo» ha aggiunto Molteni, escludendo dunque il rischio di un primo ministro «marginale». Commentando poi le voci di Giulio Tremonti possibile premier "terzo", ha detto: «Tremonti? Credo abbia già dato». Il senatore M5s Elio Lannutti, invece, frena sull'ipotesi di un premier tecnico e rilancia la candidatura di uno dei due leader: « Per il presidente del Consiglio M5s-Lega, il Quirinale svegliatosi dal letargo, pretende figura di alto profilo - scrive Lannutti su Facebook - altrimenti piano B. Bene, il premier è Di Maio oppure Salvini. Un tecnico,anche il più stimato ed indipendente sarebbe deleterio. Non temo le elezioni anticipate».

Centinaio (Lega): Berlusconi di lasci lavorare
«Gli amici di Forza Italia ci lascino lavorare. Gli abbiamo visto fare un governo con Monti, un governo con Letta, un governo con Renzi e anche un governo con Gentiloni!». Così il leghista Gian Marco Centinaio, uno dei 10 uomini seduti al tavolo per stipulare il contratto di governo Lega-M5S quando, nel corso della trasmissione 24Mattino, i conduttori Luca Telese e Oscar Giannino gli chiedono un parere su Silvio Berlusconi: «La campagna elettorale è finita, bisogna rendersene conto. Si sta cercando di dare un governo al Paese».

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