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Il contratto di governo dimentica la parola «Mezzogiorno»

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il DOCUMENTO lega-m5s

Il contratto di governo dimentica la parola «Mezzogiorno»

Nell’ultima bozza del contratto di governo tra la Lega e il Movimento 5 Stelle non compare mai la parola “Mezzogiorno”. C’è due volte la parola Sud, ma una volta è nel paragrafo dedicato alla politica estera ed è riferita alla sponda Sud del Mediterraneo e un’altra in un capoverso dedicato all’Ilva, in cui si parla di promozione «dello sviluppo industriale del Sud attraverso un programma di riconversione basato sulla chiusura delle fonti inquinanti...». A giudicare dai testi finora pubblicati, l’interesse di Lega e M5S per il Mezzogiorno nel “contratto” si ferma qui.

Uno dei primi ad accorgersene è stato il ministro uscente per la Coesione territoriale, Claudio De Vincenti, che lo ha sottolineato in una intervista. E dire che il 4 marzo scorso i 5 Stelle proprio nelle regioni del Mezzogiorno hanno fatto il pieno di voti. Senza dimenticare che il leader della Lega, il senatore Matteo Salvini, è stato eletto in Calabria, grazie agli elettori del collegio di Vibo Valentia.

L’omissione colpisce ancora di più scorrendo la quarantina di pagine del contratto che tocca diverse voci, scendendo anche nel dettaglio come nel capitolo Sport a cui sono dedicate quasi due pagine: forse cinque regioni del Mezzogiorno, immancabilmente agli ultimi posti nelle classifiche europee per crescita, occupazione, servizi pubblici, infrastrutture, scolarizzazione, meriterebbero - con tutto il rispetto - più attenzione del Coni e delle bocciofile.

Qualcuno potrebbe aver pensato che non si trattasse di una svista ma di un implicito riconoscimento ai governi precedenti per aver finalmente risolto la secolare “questione meridionale”. Ma il dubbio è passato quando, dopo le polemiche sollevate da chi non siede al tavolo del contratto, da Fratelli d’Italia a Forza Italia e al Pd, gli autori sono corsi ai ripari preannunciando «un capitolo sul Sud» che però, hanno avvertito in molti, è una toppa. E rischia di essere peggiore del buco.

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