Le consultazioni, il programma di governo, le forze in Parlamento, le reazioni dei mercati, l’esecutivo dimissionario: a ciascuno dei tasselli che compongono lo stallo politico che va avanti dal 4 marzo si può attribuire un numero. Un modo per rileggere oltre due mesi di cronaca politica
Diciottomila (18mila). Le parole di cui è composto il “Contratto di governo per il cambiamento”, lungo 57 pagine e suddiviso in trenta capitoli (da “acqua pubblica” a “università e ricerca” con un primo capitolo dedicato a “funzionamento del governo e dei gruppi parlamentari”). La parola “sud” ricorre quattro volte.
Milleseicentoventisette (1.627). I giorni trascorsi tra la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore per effetto della legge Severino dopo la condanna per frode fiscale (il Senato votò il 27 novembre 2013) e la sua riabilitazione decisa dal Tribunale di sorvegliana di Milano che con decisione dello scorso 12 maggio ha cabncellato di fatto tutti gli effetti di quella condanna. Parlando dell’incarico a formare il governo che Sergio Mattarella potrebbe affidare nei prossimi giorni l’ex presidente del Consiglio ieri ha commentato: «Con la carenza di personaggi che verifichiamo, per affidabilità, buon senso ed equilibrio, io sono assolutamente pronto e credo che non ci sia altro candidato paragonabile a Silvio Berlusconi».
Ottocentosettantasei (876). La durata complessiva - in minuti - dei 32 colloqui che il capo dello Stato Sergio Mattarella ha avuto con le forze politiche nel corso delle quattro consultazioni condotte direttamente da lui (4-5 aprile, 12-13 aprile, 7 maggio e 14 maggio). A queste vanno aggiunti i due giri esplorativi affidati al presidente del Senato Elisabetta Casellati (per un possibile accordo centrodestra-M5S) e al presidente della Camera Roberto Fico (per sondare la fattibilità di un’intesa tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico).
Centosessantasette (167). La somma dei senatori di Movimento 5 Stelle (109) e Lega (58), sette in più rispetto al quorum (160) per ottenere la maggioranza. I componenti di Palazzo Madama sono 318 (compresi sei senatori a vita). Nel 2006 il governo di Romano Prodi ottenne la fiducia con tre voti di scarto; nel 1994 il primo governo Berlusconi passò con 159 voti. Alla maggioranza penta-leghista potrebbe aggiungersi Fratelli d’Italia con i suoi 18 senatori.
Centosessantacinque (165). Lo spread (in punti base) tra BTp e Bund di ieri: è il livello più alto fatto registrare dal differenziale tra titoli di Stato italiani e tedeschi dallo scorso ottobre. Il giorno dopo le elezioni politiche lo spread aveva fatto segnare un allargamento di cinque punti base a 136. Mercoledì, quando sono cominciate a circolare le prime bozze del programma di governo tra M5S e Lega, lo spread aveva fatto un balzo di venti punti in un giorno.
Settantasei (76) - parte prima. I giorni trascorsi dalle elezioni politiche del 4 marzo. Nella storia della Repubblica solo in un caso si impiegò più tempo per formare un governo: accadde nel 1992, quando Giuliano Amato giurò al Quirinale con il suo primo esecutivo. Erano trascorsi 83 giorni dal voto (si era andati alle urne il 5 e 6 aprile). Il primato cadrebbe se il nuovo presidente del Consiglio giurasse dopo il 26 maggio.
Settantesei (76) - parte seconda. È la somma degli anni di Matteo Salvini (Milano, 9 marzo 1973) e Luigi Di Maio (Avellino, 6 luglio 1986) ma è anche l’età del capo dello Stato Sergio Mattarella. Se Di Maio arrivasse a Palazzo Chigi, sarebbe il più giovane presidente del Consiglio della storia repubblicana, battendo il primato di Matteo Renzi (diventato primo ministro nel 2014 a 39 anni); sarebbe anche il primo premier meridionale dai tempi di Ciriaco De Mita (1988).
Cinquantasei (56). I giorni trascorsi dalle dimissioni di Paolo Gentiloni che rimane in carica a Palazzo Chigi per la gestione degli affari correnti. Dal 24 marzo (da quando il presidente del Consiglio ha rimesso il suo mandato dopo l’insediamento del nuovo Parlamento) il Governo si è riunito per nove Consigli dei ministri, l’ultimo il 16 maggio.
Dieci (10). I giorni impiegati da Movimento 5 Stelle e Lega per arrivare alla stesura definitiva del “contratto di governo per il cambiamento”. Le trattative sono cominciate dopo il via libera di Silvio Berlusconi: «Se un’altra forza politica della coalizione di centro-destra - ha detto l’ex presidente del Consiglio il 9 maggio - ritiene di assumersi la responsabilità di creare un governo con i cinque stelle, prendiamo atto con rispetto della scelta. Non sta certo a noi porre veti o pregiudiziali. In questo caso non potremo certamente votare la fiducia».
Otto (8). Il numero dei componenti delle delegazioni di Movimento 5 Stelle e Lega riunite domenica scorsa al 23esimo piano del Pirellone per scrivere il programma di governo. Al tavolo sedevano sette uomini (per M5S Danilo Toninelli, Claudio Borghi, Rocco Casalino; per la Lega Claudio Borghi, Roberto Calderoli, Gian Marco Centinaio e Nicola Molteni) e una sola donna: Laura Castelli del Movimento 5 Stelle.
© Riproduzione riservata