Non c’è una «fonte normativa primaria» che preveda espressamente l’estensione anche a quest’anno e al prossimo del bonus cultura, l’agevolazione riservata ai diciottenni partita nel 2016 e replicata nel 2017. Lo dicono i giudici del Consiglio di Stato chiamati a esprimere il parere sul decreto del Governo che deve disciplinare la proroga del beneficio.
Il debutto
Il bonus cultura, una misura prevista per la prima volta con la legge di Stabilità 2016, riguarda quanti raggiungono la maggiore età (compresi i giovani stranieri con un permesso di soggiorno in corso di validità), ai quali sono messi a disposizione 5oo euro da spendere in prodotti culturali. Al debutto dell’incentivo si trattava dell’acquisto di libri, biglietti per spettacoli teatrali, per il cinema, per l’ingresso a musei e mostre, parchi naturali, spettacoli dal vivo. Nel 2016 la novità interessava una platea di circa 600mila giovani - tanti erano quelli che avevano compiuto 18 anni - e circa il 60% ha sfruttato l’opportunità.
La app dedicata
Per usufruire del bonus è stata creata dalla Presidenza del consiglio una app
(www.18app.italia.it) alla quale si può accedere tramite Spid (il sistema di identità digitale) e su quella piattaforma acquistare direttamente o prenotare biglietti e altri prodotti culturali presso gli esercenti registrati al sito.
Nel 2017 si replica
L’esperimento è stato riproposto l’anno successivo con la legge di Bilancio 2017, che ha esteso l’elenco delle possibilità di utilizzo dei 500 euro all’acquisto di musica registrata (Cd o altro), di corsi di musica, di teatro e di lingue.
L’ultima a proroga
Con l’ultima legge di bilancio l’operazione è stata riproposta, questa volta per due anni: il 2018 e il 2019. Il problema, però, è che mentre nel 2016 e 2017 c’era una norma che espressamente prevedeva l’introduzione (o l’estensione) del bonus, questa volta quella disposizione non c’è. Se ne sono accorti al Consiglio di Stato quando hanno esaminato il decreto che Palazzo Chigi ha messo a punto per regolamentare (così come aveva fatto le due volte precedenti) la gestione del beneficio.
I soldi ci sono, manca la norma
Palazzo Spada ha rilevato che nell’ultima legge di Bilancio la previsione del bonus compare solo nella tabella, allegata alla legge, che contiene lo stato di previsione del ministero dei Beni culturali: lì si confermano le precedenti dotazioni finanziarie per il bonus cultura, estendendone gli effetti al 2018 e 2019. Non si ravvisa, però, «la sussistenza della fonte normativa primaria che - scrivono i giudici - preveda, non mediante la mera conferma della dotazione finanziaria, l’espressa applicazione del beneficio anche ai giovani» che compiono diciotto anni nel 2018 e nel 2019.
Chiarimenti urgenti
Per questo il Consiglio di Stato non può che chiedere alla Presidenza del consiglio «urgenti chiarimenti al riguardo» da comunicare «con la massima sollecitudine», così da consentire ai giovani in attesa di poter accedere in tempo utile al beneficio.
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