La ripresa economica è arrivata anche nel tacco della penisola. Ma Brindisi non riesce ad uscire dalla trappola della disoccupazione, che continua a crescere in controtendenza rispetto alla media nazionale. Con il dato tra gli under 24 che è arrivato a superare il 45%. Con questi numeri della provincia, il comune capoluogo si recherà alle urne il prossimo 10 giugno.
Il traino della grande impresa
Secondo i dati di Infocamere, dal 2013 al 2016 il valore aggiunto per impresa è passato nella provincia di Brindisi da 252.031 euro a 271.262 euro, con un aumento del 7,6%. Il trend di sviluppo è quasi la metà della media nazionale (619.589 nel 2016, +13,4% rispetto al 2013). Motore dello sviluppo è ancora l’export, cresciuto dal 2013 al 2017 dell’11,9% (+14,8% la media nazionale). La crescita delle vendite all’estero è tuttavia appannaggio soprattutto delle grandi imprese, con il polo della chimica che è cresciuto dal 2016 al 2017 del 13,6%.
La piaga della disoccupazione giovanile
La ripresa economica ha comunque permesso di ridurre del 22,3% dal 2013 al 2017 il numero di imprese cessate. Inoltre il settore del turismo sta cambiando faccia, con gli arrivi nelle strutture ricettive aumentati di quasi 100mila unità dal 2013 al 2016. Ma il trend non ha ancora permesso di riassorbire il tasso di disoccupazione: se la media italiana è calata, dal 2013 al 2017, dal 12,1% all’11,2%, nella provincia di Brindisi il dato è aumentato dal 16,8% al 18,6%. Con il tasso di disoccupazione giovanile cresciuto dal 38,9% al 45,9% nello stesso periodo.
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