Elisabetta Belloni agli Esteri, Guido Tabellini all’Economia, l’Interno a Francesco Paolo Tronca, le Infrastrutture a Raffaele Cantone, Alessandro Pajno alla Giustizia, Enzo Moavero Milanesi agli Affari europei, Enrico Giovannini al Lavoro. Sono queste le caselle chiave - già in linea di massima riempite - del governo a guida Carlo Cottarelli che guiderà il Paese a nuove elezioni. E che sta per salire al Quirinale.
Governo snello, con ministri dall’alto profilo istituzionale
La lista è in dirittura di arrivo e il premier incaricato è atteso al Quirinale in giornata. Due le caratteristiche di questo governo: sarà snello e avrà al suo interno esponenti prestigiosi, in alcuni anche ex ministri o rappresentanti delle istituzioni. Tutti si impegneranno a non presentarsi alle prossime elezioni.
L’Economia a Tabellini
Sembra ormai sciolta la riserva sul ministero dell’Economia e delle Finanze che dovrebbe andare a Guido Tabellini, 62 anni, ex rettore dell’univesità Bocconi di Milano. Sfumata quindi l’ipotesi di affidare l’interim del ministero dell’Economia allo stesso premier incaricato Carlo Cottarelli.
Cantone, figura simbolo
Una figura simbolo del nuovo governo sarà quella di Raffaele Cantone, attuale presidente dell’Autorità anticorruzione (Anac). Potrebbe occupare la casella nevralgica di Trasporti e Infrastrutture. La scelta di Cantone nella squadra punta anche a conquistare il potenziale voto di fiducia di alcuni settori del Parlamento. Cantone è infatti molto apprezzato sia dal centrosinistra, sia da molti Cinque Stelle. Oltre ad essere sempre in cima agli indici di gradimento delle personalità politiche da parte degli italiani. L’unico dubbio riguarda la volontà di Cantone di portare a termine il suo incarico all’Anac. Al ministero del Lavoro si riaffaccia invece il nome di Enrico Giovannini, ex ministro del Lavoro e ex presidente Istat.
Pajno, Severino e Tronca
L’incarico di Guardasigilli potrebbe andare al presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno (che potrebbe svolgere in alternativa il ruolo di sottosegretario a Palazzo Chigi). In corsa anche Paola Severino, avvocato di grande fama e prima donna ministro della Giustizia nel governo Monti dal 2011 al 2013. Severino ha firmato, proprio alla fine del suo mandato, la legge che porta il suo nome, sull’ineleggibilità alle cariche parlamentari per chi ha subito una condanna superiore a due anni. È invece Paolo Tronca il principale indiziato di guidare il Viminale. Tronca rappresenta l’anti-Salvini per eccellenza. Nato a Palermo nel 1952, laurea in Giurisprudenza e poi in Storia a Pisa, è stato nominato consigliere di Stato dopo aver guidato come commissario straordinario il Comune di Roma rimasto orfano della giunta Marino. Tronca vince prima il concorso in polizia, quindi da consigliere di prefettura scala tutti i gradini della gerarchia fino a guidare, dal 2003 in poi, quelle di Lucca, Brescia e Milano. Dal 2008 al 2013, da Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco al Viminale, gestisce numerose calamità tra cui il sisma dell’Aquila, la tragedia ferroviaria di Viareggio, l’alluvione delle Cinque Terre e di Genova, il naufragio della Costa Concordia. A novembre 2016 è nominato direttore della Struttura di Missione del Ministero dell’Interno incaricata di svolgere le attività finalizzate alla prevenzione e al contrasto delle infiltrazioni mafiose nell’azione di ricostruzione delle aree colpite dal terremoto in Lazio, Marche e Umbria.
Belloni dal toto premier al toto ministri
Agli Esteri dovrebbe andare Elisabetta Belloni, direttore generale della Farnesina, che è stata più volte tirata in causa come possibile premier ”terzo”. Adesso il suo nome, particolarmente gradito al Colle, torna come possibile ministro degli Esteri. Belloni ha più volte fatto da apripista nel suo percorso professionale. È stata la prima donna ad essere stata nominata, nell’aprile 2016, segretario generale della Farnesina. Belloni ha rotto il soffitto di cristallo anche in altri importanti incarichi al ministero degli Esteri: dall’Unità di crisi (Udc) alla direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) fino all’ultimo incarico ricoperto prima della nomina a segretario generale: quello di capo di gabinetto del ministro Gentiloni. Agli Affari europei è inoltre molto quotato il nome di Enzo Moavero Milanesi, personalità dal profilo molto europeista che era in corsa anche per il governo giallo-verde. Infine nel toto ministri figurano anche l’ex presidente Rai Anna Maria Tarantola e l’ex presidente Istat ed ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini.
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