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Boccia: speriamo il Jobs act non cambi in peggio

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assemblea Federchimica

Boccia: speriamo il Jobs act non cambi in peggio

Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia (Ansa)
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia (Ansa)

«Sulla questione Jobs act, è chiaro che ogni cambiamento può essere migliorativo o peggiorativo. Speriamo non sia peggiorativo. Ma su questo il confronto con il governo mi sembra sano, per capire quali cose sono nell'interesse del Paese, dei lavoratori italiani e delle industrie». Dice così il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, a margine dell'assemblea di Federchimica. «Mi sembra che il documento Patto per la fabbrica sottoscritto con Cgil, Cisl e Uil dia una linea di indicazione e di attenzione dando centralità al lavoro, abbattendo il cuneo fiscale per i lavoratori e affrontando la questione giovani, detassando e decontribuendo totalmente le assunzioni per i giovani».

«Aperti al confronto, aspettiamo il cambiamento»
«Oggi abbiamo il governo, ora aspettiamo il cambiamento e che sia in meglio» aggiunge il leader degli industriali. I giornalisti chiedono un commento alle indiscrezioni di stampa secondo cui il neoministro Luigi Di Maio, punterebbe a spostare sulle casse delle imprese gli oneri per mandare in pensione i dipendenti prima del tempo. «Se carichiamo di costi le imprese, che sono il grande valore del Paese, facciamo un errore da qualsiasi parte arrivi la dimensione di tassazione». E ancora, evidenzia Boccia, «noi abbiamo un problema importante nel Paese, il 60% di imprese sono ancora in una fase di transizione. Abbiamo una Francia, una Germania, Paesi vicini che spingono sulla propria industria, Cina e Usa che spingono molto sulla questione industriale. Noi dobbiamo fare i conti con un contesto esterno in cui l'Italia deve rafforzarsi e non indebolirsi».

«Andare avanti con un grande investimento»
«Il nostro auspicio è che si vada avanti e che si realizzi un grande investimento che ha attratto investitori internazionali. Da lì può ripartire la questione meridionale, attraverso l'equilibrio tra occupazione, sviluppo e rispetto totale dell'ambiente».

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