
Come sarebbe stata la storia dell’auto in Italia se nel 1986 Alfa Romeo fosse stata venduta a Ford? Oppure se nel 1963 Enzo Ferrari avesse ceduto la sua azienda alla Ford? O ancora se l’Italia fosse stata scelta per la produzione europea della Toyota Yaris o se Fiat avesse approvato il progetto della Lucciola di Giugiaro, diventata poi Daewoo Matiz dopo il rifiuto di Torino? La storia dell’automobile in Italia è ricca di scelte che hanno cambiato per sempre il panorama automotive, plasmando territori e scrivendo parte della storia economica italiana.
Il boom economico degli anni 60 accese il mercato. Nel 1959 circolavano su strada poco più di 250mila vetture, cresciute a oltre 600mila nel 1962, per arrivare al quasi milione e mezzo del 1972, prima del calo causato dalla crisi petrolifera. In pieno boom economico la Ferrari fu ad un passo dal cambio di proprietà, con gli americani di Ford pronti ad acquisirla nel 1963 per poter contare su un reparto corse in grado di trionfare in pista. Quasi al momento della firma dell’accordo, quando capì di non poter avere la piena indipendenza sul reparto corse, Enzo Ferrari sospese l’operazione. Scelta che, con il passare degli anni, portò il marchio Ferrari ad essere acquisito dal Gruppo Fiat. Sei anni dopo, nel 1969, a Torino nasceva invece la 128, un modello dai contenuti tecnici all’epoca unici e successivamente copiati da tutti i principali costruttori. Prima Fiat a trazione anteriore, introduceva il motore-trasmissione montato in posizione trasversale, la scocca portante e le sospensioni McPherson. Era cosi innovativa che fu presa come esempio per la progettazione della prima generazione di Golf. Passando agli anni 80, per la prima volta le immatricolazioni superarono i due milioni (nel 1988). Ma l’avvenimento più importante è datato 1986, quando lo Stato decise di non vendere Alfa Romeo a Ford per cederla a Fiat. Nonostante il gruppo americano avesse messo sul piatto 3.300 miliardi di lire, Fiat riuscì ad aggiudicarsi il marchio di Arese per 1.050 miliardi da pagare in cinque rate. Difficile dire come sarebbe cambiata Alfa Romeo ma, sicuramente, per il marchio del Biscione la tanto attesa “rinascita” è arrivata solamente ora, con il debutto della Giulia e successivamente della Stelvio. Nel 1992 venne presentata una concept car dall’elevato potenziale: l’Italdesign Lucciola. Disegnata da Giugiaro e presentata al Salone di Ginevra nel 1993, fu proposta a Fiat come erede della 500 e poteva essere mossa anche da una motorizzazione ibrida. Torino rifiutò l’offerta e il progetto fu acquistato dalla Daewoo, che si trasformò nel successo commerciale Matiz. Tra le grandi occasioni colte in ritardo spicca il suv Alfa Romeo Kamal, svelato 15 anni fa in forma di concept e purtroppo rimasto tale. Gli anni 80-90 hanno rappresentato uno dei punti più alti per la produzione di modelli in Italia: Fiat Uno, Panda, Lancia Thema, solo per citarne alcuni. In questa lunga storia brillano aziende legate al mondo dell’auto come Pirelli, con i suoi pneumatici che hanno seguito l’evoluzione dell’auto partendo dagli albori del motorismo fino ad arrivare allo pneumatico connesso.
Un momento fondamentale per lo sviluppo dei modelli italiani è il 2007, quando la Fiat riporta sul mercato la 500. Dopo la parentesi degli anni 90, il leggendario cinquino torna su strada declinando il concetto di premium anche nel segmento A. Ora 500 è un brand con una vera gamma di modelli 500L e 500X. Oggi, la produzione in Italia ha guadagnato modelli come Giulia e Stelvio mentre l’annuncio della piccola Jeep prodotta a Pomigliano d’Arco è sempre più probabile. E fra le grandi conquiste del made in Italy c’è anche Urus, il primo suv Lamborghini che la casa madre Audi ha deciso di produrre a Sant’Agata.
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