I consiglieri economici della Lega si contraddicono sulla flat tax. I contorni della tempistica di applicazione della tassa piatta, che avrà due aliquote secche al 15 e 20%, ha contorni ancora non ben chiari.
Siri: nel 2019 flat tax anche per le famiglie
«Quel che si può dire, è che già nel 2019 si vedrà la prima flat tax. Anche per le famiglie», spiega in una intervista oggi al Corriere della Sera Armando Siri, collaboratore stretto di Matteo Salvini, e ideatore della flat tax del governo.
Bagnai: il primo anno le imprese, poi dal secondo anno alle famiglie
Una posizione quella dell’ideologo della tassa piatta che poco si concilia con quella espressa, ore prima, dal senatore del Carroccio Alberto Bagnai, l’economista che potrebbe diventare sottosegretario al ministero dell’Economia. Secondo Bagnai, c’è «accordo sul fatto di far partire la flat tax sui redditi di impresa a partire dall’anno prossimo. Il primo anno per le imprese e poi a partire dal secondo anno si prevede di applicarla alle famiglie».
Borghi: serve tempo. Più facile partire dalle imprese
Una posizione simile a quella di Bagnai è stata espressa dal deputato della Lega Claudio Borghi. «La parte più facile di gestione della flat tax è quella di riduzione delle aliquote per le imprese, e in parte di estensione alle partite Iva che non beneficiano dell’Ires. Dall’altra parte - ha affermato in un’intervista a Sky TG24 -, per estenderla alle famiglie c’è una questione piuttosto complicata. Nel caso non si riuscisse a fare tutto, si farà quello che si può fare. Io spero e farò di tutto perché tutto il pacchetto della flat tax venga fatto quest’anno». Daremo priorità alle imprese «perché è più facile. Cambiare totalmente il sistema fiscale - ha spiegato Borghi - non è una passeggiata. E per motivi che non erano dipendenti dalla nostra volontà, rispetto alla data delle elezioni, siamo andati un po’ avanti. Ci vogliono dei tempi per partire. E non siamo ancora partiti perché non c’è ancora la fiducia al governo».
Salvini: flat tax? Prima pace fiscale
C’è poi l’indicazione del vicepremier e segretario federale del Carroccio. «Sulla flat tax vale quello che c'è scritto sul contratto - ha chiarito il ministro dell’Interno ieri sera durante un comizio a Fiumicino -, ma il primo intervento sarà la pace fiscale, con la chiusura delle liti tra italiani ed Equitalia. Il secondo intervento sarà sulle imprese, dall’anno prossimo interverremo sulle famiglie».
Siri: risposta di Bagnai è stata strumentalizzata
La risposta sulla flat tax del professor Bagnai - ha chiarito oggi Siri - è stata strumentalizzata. Lui voleva dire che nel 2019 entrerà in vigore il nostro sistema fiscale per le imprese». Di fronte all’osservazione, avanzata dalle opposizioni al governo M5S - Lega, che l’Ires e l’Iri sono già quello, Siri spiega: «I soliti primi della classe hanno fatto un po’ di scena. Bagnai parlava della nostra flat tax, al 15%. La sua è stata, al massimo, una semplificazione comunicativa. E ricordo che quelle imposte hanno aliquota al 24,5%, non al 15%, 9 punti in meno, come quella che proponiamo». Siri garantisce dunque che nel 2019 anche le famiglie avranno la “tassa piatta”? «Sì - riponde -, il problema è solo quello di mettere a punto per bene il provvedimento. Potrebbe partire, per esempio, dalle famiglie più numerose. Ma appunto, dipenderà dall’architettura generale che stiamo studiando. Il fatto è che per le imprese passare dal 24 al 15% è solo un fatto percentuale. Per le famiglie si passa da un sistema progressivo a scaglioni, con detrazioni e una serie di bonus a un sistema flat con solo una deduzione fissa. Il che richiede un’elaborazione più complessa. Noi lavoriamo per mantenere fede agli obiettivi che ci siamo posti». Infine, sul costo della flat tax, Siri dice: «Vale 50 miliardi, sono soldi che non entrano nel sistema dello Stato ma in quello della spesa».
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