La nave Aquarius è il dossier più caldo sul tavolo di Matteo Salvini. Ma un’altra questione, meno appariscente e forse più sensibile, è già arrivata al Ministero dell’Interno. Ha la forma di un bancomat e vende carte sim per telefonare e navigare in internet: sono le SimBox di Iliad. Il debutto della nuova compagnia telefonica, che ha portato il concetto di Low Cost a livelli mai visti prima in Italia, ha fatto esultare i consumatori: 5,99 euro al mese per telefonare e navigare praticamente senza limiti, sono una manna. Questo è il dritto della medaglia; il rovescio è che le SimBox fanno emergere un problema di sicurezza.
Praticamente chiunque, anche con un’identità falsa, può comprare una sim e a quel punto fare qualsiasi operazione. C’è stato almeno un caso, segnalato al Sole 24 Ore, in cui un uomo ha ottenuto una connessione lliad con i documenti di identità di una donna e pagando con una carta di credito con una intestazione diversa. I sistemi di Iliad si sono accorti solo dopo 10 ore dell’anomalia e hanno staccato la linea. Ma nel frattempo, c’è stato un «buco» di sicurezza dove una persona non identificata avrebbe potuto agire indisturbata. E subito è arrivata la reazione delle altre compagnie: secondo quanto si apprende, TIM avrebbe avanzato un’istanza di parere al Ministero dell’Interno, e dunque al neo ministro Matteo Salvini. In sostanza la maggiore Telco del paese chiede spiegazioni e delucidazioni sulla correttezza della procedura di Iliad.
Tim si è rivolta al Ministero dell’Interno perché l’assegnazione delle Sim, che di fatto equivale all’apertura di una linea telefonica voce e dati, ricade sotto la Legge Pisanu del 2005, norma varata dal Governo Berlusconi per contrastare il terrorismo internazionale: tra le misure, è prevista o che sia obbligatoria l’identificazione del titolare di una Sim attraverso documento di identità e la conservazione, a norma di legge, dei relativi dati di traffico. E lo fa prevedendo, come nel caso della WiFi, misure di identificazione alternativi ai documenti cartacei.
Qualche dubbio lo nutrono anche negli uffici di Vodafone, la seconda compagnia del paese: non risulta al momento che anche la telco inglese abbia fatto passi concreti, ma nel quartier generale di Milano non hanno potuto fare a meno di notare che le Simbox di Iliad pongono un problema di tempismo: sono asincrone. Nei negozi tradizionali, quando si attiva una Sim, il riconoscimento dell’identità è immediato; nel caso di Iliad, invece, è sfasato, ed eventuali errori o casi illeciti, vengono scoperti in ritardo, come nel caso testimoniato dal Sole 24 Ore.
Salvini è oggi il personaggio politico della nuova Italia post-elezioni: vice-premier, ma soprattutto decisionista, e sbrigativo, Ministro e degli Interni. In altri tempi, la segnalazione avanzata da TIM sarebbe probabilmente rimasta una delle tante carte che giacciono nei cassetti del Ministero. Ma con Salvini, il tema potrebbe diventare un altro caso internazionale: Iliad è il nuovo arrivato sul mercato, ma soprattutto l’ennesimo operatore straniero nelle tlc italiano. Echissà che il ministro leghista, molto sensibile al tema dell’italianità (come ha già dimostrato nelle sue esternazioni su Alitalia ipotizzandone addirittura una ri-nazionalizzazione) , non decida di aprire un altro fronte di battaglia in nome del Tricolore (e della sicurezza nazionale).
Dopo la pubblicazione del pezzo, abbiamo ricevuto da parte di Iliad la seguente risposta:
“Le Simbox iliad contemplano un processo di verifica tale da garantire il controllo efficace e completo dell'identità di ogni acquirente a cui viene rilasciata una SIM.
La fase di sottoscrizione dell'offerta e di richiesta della SIM iliad, prevede la raccolta di dati personali, documenti validi e la registrazione di un video dinamico per ogni singolo utente, che risultano pedissequamente verificati dagli operatori del Servizio Utenti iliad tramite un applicativo interno. Nei casi in cui i dati risultino errati, parziali o invalidi, nei casi in cui il documento di identità non risulti valido, sia danneggiato o di dubbia validità, quando inoltre, il video registrato pone dubbi sul riconoscimento di una persona, si procede al rigetto della richiesta.
L'attivazione della SIM viene effettuala da iliad solo in caso di conferma da parte dell'operatore del Servizio Utenti e successivamente a tale conferma. Questo processo è stato ideato e implementato per garantire la conformità con la normativa applicabile e la tutela della sicurezza delle comunicazioni elettroniche, e assicura un livello di controllo sulle identità degli utenti particolarmente elevato anche in considerazione della digitalizzazione della procedura.
L'ingresso nel mercato di iliad ha destato molto interesse. L'innovazione dei processi proposti piuttosto che destare continue contestazioni, dovrebbero essere benvenuti per la spinta innovativa di cui l'intero Paese e gli utenti potranno giovare.”
Prendiamo atto delle precisazioni di Iliad, notando che però non forniscono informazioni aggiuntive sulla questione, ossia la tempistica di intervento in caso di identificazione errata, come nel caso segnalato, ma si limitano a ribadire quello che nel pezzo era già spiegato, ossia che la società effettua verifiche sull’identità dei clienti, cosa che non è mai stata messa in discussione.
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