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Sud, piano da 80mila assunzioni nella Pa Pronta a partire la Campania

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Sud, piano da 80mila assunzioni nella Pa Pronta a partire la Campania

Un “Piano per il lavoro” in Campania da 10mila assunzioni pronto a partire e un “Memorandum” siglato dai Governatori delle regioni del Sud che, a loro volta, si impegnano ad assumere altre 70mila persone nella pubblica amministrazione: i due pilastri di una più ampia azione per favorire l’occupazione giovanile ed efficientare gli uffici pubblici, presentata a Napoli.

Il Piano per la Campania
Il primo intervento è pronto a partire, reso possibile dalla riforma Madia che ha eliminato il blocco del turnover. La Regione ha stanziato 104 milioni (a valere sul Fse) per favorire la formazione di 10mila giovani e il loro collocamento in uffici regionali e in quelli di 550 comuni campani entro il 2021.

«Non può esserci industria 4.0 senza una pubblica amministrazione adeguata – chiarisce il presidente De Luca – nel settore pubblico negli anni è calata l’occupazione, è aumentata l’età media oltre i 50 anni. C’è bisogno di giovani, capaci di utilizzare tecnologie digitali, c’è bisogno di professionalità ben formate».

Il governatore della Campania già un anno fa aveva acceso i riflettori sul tema, lanciando la proposta di assumere 200mila giovani. Ma suscitò dure reazioni e venne accusato di voler fare clientelismo e vecchia politica. Oggi l’ex sindaco di Salerno noto per la sua caparbia ritorna sul tema con dati e proposte e trova interlocutori più disponibili. Anzi, si spinge ancora oltre con una proposta ben precisa, anche se in questo caso si può dire appena abbozzata: «Ridurre del 5% gli incentivi oggi dedicati alle imprese che sono di 60 miliardi l’anno: se ne ricaverebbero 3 miliardi da utilizzare invece per assumere giovani ampliando gli organici nella pubblica amministrazione del Mezzogiorno».

Serve un Piano per tutto il Sud
De Luca parla di “emergenza Sud”, che teme possa avere negative ricadute sociali, e da qui parte anche il Memorandum che hanno firmato anche gli altri governatori meridionali: Nello Musumeci (Sicilia), Mario Oliverio (Calabria), Donato Toma (Molise) e Marcello Pittella (Basilicata). Michele Emiliano (Puglia), era assente per motivi istituzionali, ma ha dato comunque la sua adesione. «Nei prossimi cinque anni – si legge nel documento – nel nostro Paese andranno in pensione circa 450 mila persone. Occorre accelerare fortemente i tempi di reintegro. Da qui la previsione di almeno 90mila assunzioni possibili. Per il Sud è una grande occasione per abbassare l’età media dei lavoratori e aumentare il numero dei laureati».

Negli anni della crisi i dipendenti pubblici che operano in tutti i settori della Pa sono fortemente diminuiti: oggi in Italia se ne contano 20,5 ogni 100 abitanti. Poca cosa rispetto ai 35,8 della Francia ed il 29,9 della media Ue. Gli italiani hanno un’età media di oltre 50 anni, che va oltre i 52 per le regioni e i comuni del Mezzogiorno. «Occorre investire – si legge ancora nel Memorandum – per rinnovare la capacità dell’amministrazione del Mezzogiorno di dare risposte e occorre investire nel lavoro pubblico per formare il personale in servizio e per portare dentro la pubblica amministrazioni forze vive, a cominciare dai tanti diplomati e laureati che rimangono per anni senza una prospettiva, e che, in migliaia, si vedono costretti ad emigrare». Nei prossimi giorni il Memorandum verrà declinato in dieci proposte concrete da sottoporre al Governo. Alla proposta di De Luca di lavorare insieme per affrontare i gravi problemi del Mezzogiorno arriva subito l’adesione degli altri governatori. «Non c'è tempo – ha detto – occorre agire. Il Centro Nord quando si lavora a tavoli per la distribuzione di risorse è compatto, dobbiamo fare altrettanto».

Campania al via
La parte del progetto pronta a partire è quella che riguarda la Campania, mentre un’esperienza simile è in corso in Basilicata, ma con tutt’altri numeri. In poche parole, il programma campano potendo prevedere che tra le 7mila e le 13mila persone andranno in pensione entro il 2021, punta a sostituirle avviando al lavoro almeno 10mila giovani nello stesso periodo. Ma vuole anche fornire un percorso definito che privilegi la buona formazione e la trasparenza delle assunzioni. Si parte da un’analisi dei fabbisogni da parte di ciascun ente (prevista dalla legge a pena di un nuovo blocco del turnover), seguirà un solo bando di “Corso concorso” emesso dalla Regione Campania, in collaborazione con il Formez, che tenga conto delle esigenze di tutti i Comuni. Dopo la selezione partiranno i tirocinii formativi con una indennità a persona di mille euro per 10 mesi. Al termine, sarà stilata una graduatoria e, infine, l’immissione in ruolo. I Comuni aderiranno? «Le previsioni sono positive – dice Pasquale Granata consigliere per la riforma con una esperienza in Anci – poiché verrebbero sgravati delle procedure, dei costi della selezione e del tirocinio formativo».

Positive le reazioni del mondo sindacale e industriale. «Da anni chiediamo una pubblica amministrazione 4.0 – commenta Vito Grassi, neo presidente degli industriali di Napoli e della Campania – oggi siamo favorevoli a un piano che definisce tempi e modi. Ci offriamo per dialogare con le istituzioni, offrire consigli e far presente quali sono i profili di cui riteniamo possa esserci bisogno».

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