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L’agenda Di Maio: centri impiego con fondi Ue e reddito cittadinanza…

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consiglio ue del lavoro

L’agenda Di Maio: centri impiego con fondi Ue e reddito cittadinanza nel 2018

Nell'ambito del semestre europeo per il pilastro sociale il governo giallo-verde intende «raggiungere due obiettivi immediati, la ristrutturazione dei Centri per l'impiego» e poi «il reddito di cittadinanza», che passa «dall'intervento della programmazione Ue», superando l'approccio della «burocrazia europea» sui fondi comunitari: Bruxelles dovrebbe considerare «un paese onesto fino a prova contraria». Così il vicepremier Luigi Di Maio a margine del Consiglio Ue dei ministri del Lavoro, riunito in Lussemburgo, annunciando tempi stretti. «Io voglio partire subito: l'unica cosa che voglio fare è mettere in sesto i Centri per l'impiego in modo tale che si eroghi il reddito di cittadinanza» entro il 2018, ha sottolineato.

Rilanciare i centri con più organico e formazione
Confermata, dunque, la priorità assegnata al rilancio dei Centri per l'impiego, da rendere operativi entro l’anno. «Da un lato occorre far funzionare i centri soprattutto nelle regioni in cui funzionano peggio aumentando l'organico, formando i dipendenti allo scopo di orientare alla formazione chi ha perso il lavoro con l'obiettivo di reinserimento nell'attività». Per il ministro «si deve erogare il reddito di cittadinanza quando la persona che lo prende puo' andare al Centro per l'impiego ed essere orientato verso un percorso di formazione che poi lo puo' portare verso il mondo del lavoro». Questo percorso «non significa andare alle calende greche: sto solo facendo in modo di non creare una proposta assistenzialista, come per tutti quei fondi molto spesso assistenzialisti verso le banche che in questi anni hanno erogato fondi senza chiedere nulla in cambio a chi se ne stava sul divano, che fosse un banchiere o uno che prendeva fondi impropriamente».

Piu’ diritti per gli atipici
Tra i temi in discussione al tavolo Ue, che vede Di Maio al debutto sulla scena europea da vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, più diritti per gli atipici e le misure per un maggiore equilibrio vita privata-lavoro con più diritti sul congedo parentale per uomini e donne. «È un momento molto importante in cui molti ragazzi in Italia chiedono di lavorare anche senza guadagnare pur di poter dire che stanno lavorando», e per questo, ha sottolineato il vicepremier, «dobbiamo poter dire che esistono livelli minimi di tutela e salario che devono essere rispettati, altrimenti siamo messi in competizione con le macchine».

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