Il “nuovo” Meccanismo europeo di stabilità (Mes) avrà più poteri di monitoraggio e verifica della sostenibilità dei debiti pubblici nazionali e del rispetto dei vincoli nei Trattati europei da parte degli Stati membri dell’Eurozona, per la prima volta anche ex-ante e non solo ex-post, dopo una richiesta di aiuto esterno. Questo cambiamento sostanziale del peso del Mes sarà dato dalla trasformazione della linea di credito precauzionale PCCL in una innovativa forma di assistenza esterna mirata ad evitare la perdita di accesso al mercato di un Paese solvente ma in temporanea difficoltà e crisi di liquidità.
La nuova PCCL sarà una linea precauzionale più snella, quasi automatica, dunque veloce perché attivabile rapidamente sulla base di una idoneità pre-esistente, una sorta di “eleggibilità” a priori dei Paesi, basata sul rispetto dei Trattati. Un intervento d’emergenza che al momento mancava.
Una linea di credito più veloce
Il nuovo Mes disporrà inoltre di uno strumento in più di intervento, perché sarà abilitato ad erogare una linea di credito in forma di backstop per il Fondo di risoluzione unico di poco inferiore alla dimensione del fondo stesso. E avrà una sfera di azione più estesa nella valutazione e nel monitoraggio continuo delle sostenibilità dei debiti pubblici nazionali, complementare al ruolo della Commissione e della Bce. Avrà inoltre un compito nuovo, rispetto all’attuale assetto, perché entrerà nel dialogo tra Stati membri dell’Eurozona e gli investitori privati: nel caso di necessità, potrebbe facilitare e indirizzare la ristrutturazione del debito pubblico nazionale, senza imporre meccanismi prestabiliti e senza automatismi, ma favorendo la soluzione migliore caso per caso. Qui si ferma la riforma e il potenziamento del Mes, così come proposti dall’accordo preliminare tra Francia e Germania, raggiunto a Meseberg da Angela Merkel e Emmanuel Macron.
La capacità di intervento - la potenza di fuoco – del fondo salva-Stati resta invariata rispetto agli attuali 700 miliardi, di cui circa 300 miliardi circa già utilizzati anche tramite il vecchio Efsf. Il nuovo Mes non avrà accesso a strumenti di raccolta a breve di natura monetaria come il Fondo monetario internazionale e dunque non potrà chiamarsi letteralmente Fondo monetario europeo, nome bocciato dalla Bce perché creerebbe confusione con i compiti della politica monetaria che sono esclusivi della Banca centrale europea e nei quali naturalmente il Mes non entrerebbe. Qualsiasi forma di aiuto e assistenza concessa dal fondo salva-Stati in futuro continuerà ad essere accompagnata dalla cosiddetta “condizionalità”, impegni sottoscritti dai Paesi che chiedono aiuto o che potenzialmente potrebbero chiederlo: un paletto al quale la Germania non rinuncia. E continuerà ed essere indispensabile il disco verde finale dei Parlamenti nazionali, come quello tedesco e anche olandese e finlandese, che hanno chiesto questo passaggio finale del rispetto delle proprie costituzioni.
Il paracadute finanziario
Le novità più rilevanti dell’accordo Merkel-Macron sono quelle collegate alla nuova linea di credito precauzionale con condizionalità molto leggera e impostata su una verifica e idoneità ex-ante. In questo modo, il Mes viene dotato della capacità di poter intervenire velocemente, e temporaneamente, con prestiti, evitando le lungaggini della stesura di un Memorandum of Understanding. Resta invariata, invece, la condizionalità più pesante dell’altra linea di credito precauzionale, ECCL, che è quella necessaria per attivare le OMTs e quindi l’intervento dellaBce con acquisti sul mercato secondario di titoli di Stato tra uno e tre anni di vita residua, in soccorso a Paesi solventi, che si trovano sotto attacco anche per una speculazione sull’irreversibilità dell’euro.
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