Per l’accoglienza migranti lo Stato ha accumulato nel 2017 debiti fuori bilancio per mezzo miliardo. E dal 2014 fino all’anno scorso la spesa si è quadruplicata: da 640 milioni a 2,4 miliardi. La prima criticità il ministro dell’Interno Matteo Salvini dovrà risolverla al più presto con il titolare dell’Economia Giovanni Tria. Ormai una costante, i debiti fuori bilancio per l’accoglienza dal 2015 al 2017 sono raddoppiati. Ma è la spesa complessiva per rifugiati e richiedenti asilo a gonfiarsi così tanto da indurre il ministro dell’Interno a parlare a più riprese di tagli. Rispetto al 2016 le risorse della cosiddetta «Missione 27 - Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti» l’anno scorso sono salite del 37%. Il tema potrà essere messo sul tavolo del vertice di oggi a Bruxelles.
Lo sforzo finanziario dell’Italia è stato ingente. Oltre i 2,4 miliardi dell’accoglienza, con circa 9.200 centri di ospitalità dislocati nel 40% dei Comuni, ci sono gli oneri delle forze dello Stato impegnate sul fronte immigrazione: Guardia costiera, Marina militare, Guardia di Finanza e Polizia di Stato. Di certo Salvini ha un dossier in elaborazione per tagliare i costi dell’accoglienza. Dagli attuali 35 euro la riduzione dell’onere statale pro capite per migrante potrebbe arrivare fino a 20 euro. Il ministro può avvalersi dei dati Easo, l’ufficio dell’Unione europea per il sostegno all’asilo, con la comparazione degli impegni di spesa per i rifugiati degli altri Stati europei.
Sui tavoli del Viminale anche la deliberazione della Corte dei Conti dal titolo «La prima accoglienza dei migranti» del 7 marzo scorso. Dove finisce all’indice il contributo dell’Ue alle politiche di accoglienza dell’Italia: «Soltanto il 2,7%» pari a 46,8 milioni (dati 2016). E «le mancate ricollocazioni di migranti negli altri Paesi europei» sono stimate in termini di spesa «a non meno di 762,5 milioni». Certo, le criticità sui centri di accoglienza sono molte. Ma l’indagine della Corte, svolta con la Guardia di finanza, rivela anche esempi «di buona gestione». Come la prefettura di Treviso: ha trasformato la ex caserma «Serena» dell’Esercito in un centro da 437 posti dove i costi per migranti sono di 27,8 euro anziché 35 e i migranti svolgono «lavori socialmente utili».
Il viaggio di Salvini in Libia
C’è attesa per un possibile viaggio del vicepremier Salvini a Tripoli. Viaggio al centro di conferme e smentite. All’incontro con il presidente Serraj - c’è stata una telefonata con il premier Giuseppe Conte - parteciperà anche l’ambasciatore Giuseppe Perrone e il vertice Aise. Il risultato finale si misurerà soprattutto da un indicatore: il ruolo politico riconosciuto dai libici all’attuale governo italiano. In uno scenario, quello di Tripoli, dove la Francia sgomita. Mentre il generale Haftar annuncia «l’ora zero per la liberazione della Mezzaluna petrolifera dalle mani dei gruppi terroristici».
Lifeline: no di Malta all’attracco
Come previsto, Malta ha detto no al porto per la Lifeline, nave ong tedesca ma senza bandiera e 239 migranti a bordo. La nostra
Guardia costiera è in allerta continua. Gli esiti possibili sono tre: Lifeline lancia un sos, Malta è obbligata a dare l’ok
all’attracco; la ong si dirige, invece, verso l’Italia e va incontro al sequestro; le autorità maltesi decidono di fare loro
il sequestro, l’ipotesi più remota. Tutte le Ong presenti nel Mediterraneo, infatti, hanno fatto sempre scalo tecnico a La
Valletta.
Botta e risposta via tweet Malta-Italia
«Fino a quando la Lifeline è stata nella zona Sar di Libia e vicino all'Italia (Lampedusa), solo silenzio da parte di Danilo
Toninelli. Poi se ne è accorto all'improvviso quando la nave ha attraversato la Sar di Malta. Perché non sono stati messi
in porto subito dall'Italia come sta chiedendo a Malta? Questa è la vera disumanità». Lo scrive in italiano su Twitter il
ministro dell'Interno maltese Michael Farrugia, replicando alle parole dei giorni scorsi del ministro dei trasporti Toninelli.
«Ricordo al ministro dell'Interno maltese - gli ha risposto nel giro di poco il ministro italiano - che l'Italia non coordinava
l'operazione #Lifeline. In più negli ultimi 4 anni la nostra Guardia Costiera ha salvato
nel Mediterraneo ben 600mila vite umane. Molte di più di Malta e di tutti gli altri paesi Ue. Ora mi dica chi è disumano!?”.
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