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Lifeline va a Malta, da Berlino sì ai profughi se la nave sarà…

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la nave ong che trasporta migranti

Lifeline va a Malta, da Berlino sì ai profughi se la nave sarà dismessa

La Lifeline «ha ricevuto» il permesso per entrare in acque maltesi, e cercare riparo dalle cattive condizioni meteo. Lo ha riferito la stessa Ong che gestisce la nave, via Twitter. Finora La Valletta si era rifiutata di far entrare l’imbarcazione nelle proprie acque territoriali, in attesa della soluzione politica sull’accoglienza e la ripartizione dei migranti a bordo.

Secondo la Lifeline, sarebbe il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer ad avere impedito finora alla Germania di partecipare all’accordo e accogliere una quota dei profughi della nave Lifeline, bloccando di fatto la possibilità che la nave sbarchi a Malta, che aveva posto nel raggiungimento di un accordo tra Paesi la condizione per consentire lo sbarco. Tuttavia, secondo fonti di stampa tedesche, il ministro dell’Interno Seehofer sarebbe favorevole ad accogliere una parte dei profughi, ad una serie di condizioni, prima fra tutte che la nave non venga più usata successivamente.

Il lungo colloquio avuto a Roma del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con il presidente francese Emmanuel Macron - tra l’altro anche sul dossier migranti - a pochi giorni dal Consiglio europeo di Bruxelles, sembrava aver sbloccato la situazione, con il premier italiano che ieri mattina annunciava: «Ho appena sentito al telefono il presidente Muscat: la nave della Ong Lifeline attraccherà a Malta». La Lifeline in un tweet in searata, però, frenava gli entusiasmi: «Abbiamo ricevuto un messaggio da Malta alle 18: dice che non ci è permesso di entrare nelle acque territoriali».

Macron: incontro riservato chiesto da Conte
«Sono stato sollecitato dopo il nostro incontro di domenica dal presidente Conte. I nostri protocolli si sono messi in contatto e si è convenuto che un
incontro riservato fosse rispettoso nei confronti del Vaticano» presso cui Macron è stato oggi in visita ufficiale («Ho avuto con il Papa un incontro estremamente ricco e intenso» ha detto il presidente francese). «È stato uno scambio privato, per questo non era in agenda», ha spiegato Macron in una conferenza stampa a Roma, confermando che il confrontato ha puntato sulle questioni di attualità: dall’eurozona ai migranti. «È stato uno scambio proficuo e interessante - ha aggiunto - su come rispondere nella maniera più efficace possibile alla questione dei flussi». «Oggi - ha aggiunto in conferenza stampa - non c'è una crisi migratoria, quando si parla dell'Italia - ha ribadito - la situazione è che c'è stata una diminuzione dell'80% negli sbarchi nell'ultimo anno».

Salvini: Macron arrogante, apra casa sua a migranti
A stretto giro la risposta a muso duro del ministro dell’Interno Matteo Salvini: «Se per Macron in Italia non esiste un problema immigrazione, allora che apra subito le porte di casa sua ai 9mila immigrati che la Francia si era impegnata ad accogliere dall'Italia con gli accordi firmati in Europa. Troppo facile farsi la foto col Papa senza rispettare gli accordi e respingendo donne e bambini alle frontiere. L'arroganza francese non va più di moda in Italia».

Parigi ha evocato dunque una «soluzione europea» per la Lifeline, la nave con 234 migranti a bordo bloccata in mare da giorni, con «uno sbarco a Malta». Lo ha annunciato il portavoce del governo francese Benjamin Griveaux in un'intervista alla radio francese Rtl. In un primo tempo La Valletta aveva preso tempo, facendo sapere di non avere ancora deciso se accogliere la nave o meno, ma il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, ha garantito - dopo avere parlato con le autorità maltesi - che questa sbarcherà effettivamente sull’isola.

«Coerentemente con il principio cardine della nostra proposta sull'immigrazione - secondo cui chi sbarca sulle coste italiane, spagnole, greche o maltesi, sbarca in Europa - l'Italia farà la sua parte e accoglierà una quota dei migranti che sono a bordo della Lifeline, con l'auspicio che anche gli altri Paesi europei facciano lo stesso come in parte già preannunciato», ha detto Conte.

Malta, invece, ha negato alla nave Aquarius della ong Sos Mediterranee, con un team di Medici senza frontiere a bordo, l'ingresso nelle proprie acque territoriali maltesi e nel porto della Valletta per il rifornimento ed il cambio di equipaggio. Lo ha fatto sapere la stessa organizzazione, osservando che «nessuna spiegazione ci è stata fornita». A questo punto la Aquarius si sta dirigendo verso Marsiglia, nel sud della Francia, per effettuare lo scalo tecnico, obbligatorio ogni tre settimane per rifornimento e cambio di equipaggio.

Toninelli: Guardia costiera autonoma sui salvataggi
«La Guardia Costiera opera in autonomia tecnico giuridica e non devo essere io a dire di rispondere oppure no alle richieste di salvataggi ma secondo noi, in continuità con il governo precedente che ha giustamente rafforzato la guardia costiera libica, se uno dei gommoni ci chiama ma è in zona libica rispondiamo che non possiamo intervenire perché è in un'area a responsabilità giuridica non nostra», ha detto il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli a Radio Anch'io, spiegando di non essere in disaccordo con Salvini che ieri aveva parlato della possibilità di indicare alla Guardia Costiera di non rispondere più agli sos in mare. Lo stesso Salvini ha parlato dell'accoglienza a Pozzallo del cargo Maersk: «Abbiamo il cuore buono, a differenza di Macron». Ma ribadisce il no alle Ong.

La nave cargo Alexander Maersk attracca a Pozzallo
Si è conclusa in nottata l'odissea dei 108 migranti, tutti uomini tranne una donna e due bambini, a bordo della Alexander Maersk, la nave danese ferma da venerdì scorso davanti alle coste del ragusano. La portacontainer ha attraccato nel porto di Pozzallo poco dopo la mezzanotte; subito dopo sono cominciate le operazioni di sbarco. I profughi, soccorsi nei giorni scorsi nel Mediterraneo, verranno adesso trasferiti nell'hot spot di Pozzallo per l'identificazione. Le loro condizioni di salute sono buone, come ha confermato il medico marittimo Vincenzo Morello, salito a bordo prima dell'attracco in porto per accertare eventuali emergenze sanitarie.

I 108 migranti, prima di essere trasferiti sul cargo danese, erano stati tratti in salvo dalla Lifeline, la nave della Ong tedesca bloccata da giovedì scorso al largo di Malta con altri 234 migranti, al centro di un braccio di ferro tra gli Stati europei su chi debba accoglierli.
Lo sbarco della Alexander Maersk ha permesso anche il ricongiungimento di una famiglia sudanese che si era dovuta separare dopo l'evacuazione sanitaria dalla nave avvenuta sabato mattina, con una ragazzina di 8 anni fortemente disidratata ricoverata in ospedale per una gastroenterite.

Sindaco Pozzallo: felice per famiglia riunita

Insieme a lei erano scesi dalla nave la madre e la sorellina di due anni, mentre a bordo erano rimasti il padre e un fratello di 4 anni. Ieri sera la famiglia si è ricongiunta per la gioia della bimba più piccola che da giorni chiedeva disperata notizie del padre e del fratellino.

Anche in forza di questo caso umanitario e delle cattive condizioni meteo, con un violento temporale che si era abbattuto lungo la costa ragusana, il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna si era appellato al ministro dell'Interno Matteo Salvini affinché autorizzasse lo sbarco dei migranti a bordo della Maersk. Una posizione condivisa anche dal Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Mauro Palma, che in una lettera al Comandante generale della Guardia Costiera, ammiraglio Giovanni Pettorino, aveva chiesto «urgenti informazioni sugli ordini impartiti relativamente alla impossibilità di approdo della nave container» sostenendo che i migranti a bordo «si trovano di fatto privati della libertà personale». Appelli che alla fine hanno fatto breccia, tanto che in serata è arrivato il via libera all'ingresso in porto della Alexander Maersk da parte del ministero dell'Interno. Un annuncio fatto dallo stesso sindaco di Pozzallo che ha ringraziato Salvini «per avere accettato la richiesta umanitaria».

Guardia costiera: 23 Paesi Mediterraneo, noi soli a soccorrere
«Abbiamo coordinato tutti i soccorsi in un'area di un milione e centomila chilometri quadrati che è praticamente la metà del Mediterraneo, eppure in questo mare si affacciano 23 Paesi. Lo ha fatto da sola la Guardia costiera,
con il concorso di tutti quelli che ci hanno aiutato, mercantili, navi militari, tutti quelli che hanno risposto alle nostre chiamate. Adesso lo scenario sta cambiando perchè sta intervenendo la Libia» ha detto in un'intervista all'Ansa il comandante generale della Guardia Costiera, l'ammiraglio Giovanni Pettorino, che ha aggiunto: «In sei mesi la Guardia Costiera libica ha soccorso circa 10mila migranti: questo significa che Tripoli sta lavorando “in maniera abbastanza efficiente» anche se «c'è ancora molto da fare», soprattutto per “la stabilizzazione del Paese».

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