L'Italia è sempre più digitale. Lo dicono i numeri del mercato di riferimento, ancora in crescita dopo la ripresa e la buona salute già registrata negli anni scorsi, con una incremento nel 2017 del 2,3% ad oltre 6,8 miliardi di euro. Il trend positivo evidenziato delle rilevazioni di Anitec-Assinform (l'associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende del settore digitale) è destinato a durare anche nei prossimi anni: +2,6% per il 2018, +2,8% per il 2019, +3,1% per il 2020. Gli anni bui sono dunque alle spalle, grazie al traino delle componenti più legate all'innovazione, ma solo la continuità delle politiche per la digitalizzazione già avviate (dall'l'inclusione digitale di Pmi e territori alla modernizzazione della Pa e lo sviluppo diffuso delle competenze) permetterà il recupero del forte gap digitale accumulato in passato.
Gay: «Investire nel digitale per innalzare la produttività italiana»
«I numeri confermano la ripresa degli investimenti digitali in Italia», spiega Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, «e la cosa è positiva perché investire nel digitale è la risposta più efficace per consolidare la ripresa». Puntare sull'innovazione digitale permette infatti di «affrontare in modo strutturale la sfida della competitività, innalzando la produttività del nostro sistema-Paese». I segnali, conclude Gay, «sono buoni, ma bisogna dare ad essi continuità, guardando al futuro e ai ritardi da recuperare, con una programmazione tempestiva, incoraggiando le spinte più innovative verso la piena adozione delle soluzioni digitali abilitanti».
Piccole imprese e Pa in ritardo, con Industria 4.0 digitale a +19,3%
I maggiori ritardi nello sviluppo digitale si concentrano in particolare sul fronte delle piccole imprese, dove molto resta da fare, e su quello dell'ammodernamento della Pa, in netto ritardo sia per lo sviluppo di SpID che per la messa a regime dell'Anagrafe nazionale della popolazione residente. Il Piano Triennale per l'informatica nella Pa si è fatto attendere, e non dà ancora gli impulsi che si sono visti su altri fronti, come quelli riguardanti la Sanità, l'Istruzione e soprattutto l'Industria 4.0, che da sola nel 2017 ha generato un mercato in crescita del 19,3% a 2.184 milioni, ripartiti per il 56% in sistemi ICT (1219,2 milioni, +18,1%) e per il 44% in sistemi industriali (965 milioni, +20,7%), e che a parità di contesto promette di tenere la progressione almeno sino al 2020.
Digital citizenship, cresce la domanda digitale: +11,5%
Il monitoraggio dei dati relativi ai vari comparti evidenzia anche l'impatto positivo sul mercato digitale dello sviluppo del cosiddetto ambiente digitale diffuso (inteso sia come cittadinanza digitale sia come digital workplace, o ambiente di lavoro digitale). Il digital workplace, legato alla possibilità di lavorare da qualsiasi luogo e in modo flessibile, lo scorso anno ha generato un volume d'affari di 2.496 milioni (+16,5%), grazie al contributo delle applicazioni e dei device mobili, delle piattaforme collaborative e dei servizi Saas. In crescita anche l'ambito della digital citizenship, che ha contribuito per quasi un quarto alla domanda digitale, crescendo dell'11,5 per cento.
© Riproduzione riservata