Taglio alle pensioni d’oro, una legge sui partiti e le fondazioni per garantirne la trasparenza, nonché un disegno di legge costituzionale per modificare le regole sui referendum. E, ovviamente, la conversione del decreto legge estivo, ribattezzato “dignità”. Di carne al fuoco la compagine grillina del governo giallo-verde ne ha messa molta. Ma i tempi non ci sono e probabilmente molte materie slitteranno a settembre: da qui alla pausa estiva le Camere avranno a disposizione appena 15 giorni di lavoro effettivo.
Verso la pausa estiva il 10 agosto
Dal oggi a venerdì 10 agosto, quando presumibilmente il Parlamento chiuderà per la pausa estiva, mancano 36 giorni. Ma i lavori veri e propri saranno appena per una quindicina giorni, a essere benigni, considerato che le Camere lavorano non più di 2 giorni e mezzo a settimana. Quindi ci sarà poco tempo per esaminare tutti i provvedimenti che, soprattutto, il M5S punta di mettere in cantiere.
Tempi stretti per il decreto dignità
Intanto c’è da convertire in legge il decreto estivo, con le norme su contratti a termine e delocalizzazioni. Il testo non è stato ancora ufficialmente trasmesso al Quirinale per la firma del Capo dello Stato. Se tutto va liscio, Sergio Mattarella darà il via libera a metà della prossima settimana. Dopo inizierà il conto alla rovescia dei 60 giorni per la conversione. Se il testo, come pare, inizierà il suo iter dal Senato, c’è il rischio che la Camera non abbia il tempo per apportare le sue modifiche: in mezzo, infatti, c’è la pausa estiva, che, se si seguirà la prassi degli anni passati, potrebbe durare fino al 10 settembre. E l’opposizione già è sul piede di guerra.
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