Stop all’embargo sulla Libia deciso dall’Onu e un rapporto più stretto tra Italia e Libia. Sono due delle priorità della strategia italiana nei confronti del paese del Nord Africa. La linea è stata delineata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, al termine dell’incontro al Viminale con il vicepremier libico Ahmed Maitig. «L’asse tra Italia e Libia deve tornare a essere fondamentale e strategico», ha sottolineato Salvini. Il vicepremier ha annunciato altre missioni in Nord Africa. «In Libia tornerò ancora, ma stiamo parlando anche di altre missioni in altri Paesi nordafricani, ma per motivi di sicurezza non posso dire le date: entro la fine dell’estate, però, li copriremo tutti». Infine, ha comunicato che il Viminale ha spostato 42 milioni dall’accoglienza dei migranti ai rimpatri volontari. Lo spostamento è stato possibile dopo uno screening di tutti i progetti di «integrazione ed accoglienza» in corso, finanziati sia dall’Italia sia dalla Ue.
Salvini: la settimana prossima incontrerò il rappresentante Onu per la Libia
All’Italia, ha aggiunto, interessa «la fine dell’embargo verso la Libia perché i trafficanti si disinteressano e si armano lo stesso e gli unici che vengono bloccati, sono le autorità legittime. La settimana prossima - ha annunciato Salvini - incontrerò il rappresentante Onu per la Libia (Ghassan Salamé, ndr). Vogliamo il coinvolgimento delle Nazioni Unite e dell’Ue».
Il vicepremier libico: non riusciamo a garantire la sicurezza marittima
L’esigenza di revocare l’embargo è stata messa in evidenza anche da Maitig. «Il problema - ha detto il vicepremier libico - è che al momento non ci sono mezzi di sostegno a disposizione della Guardia costiera e alla polizia sul territorio. Non riusciamo a garantire la sicurezza marittima perché la Libia è vittima di embargo dei mezzi».
Per il momento dall’Ue solo belle parole
L’Italia, ha annunciato Salvini, chiederà che gli aiuti alla Libia siano al primo punto del consiglio dei ministri dell’Interno in programma giovedì a Innsbruck. «Dall’Ue per il momento ci sono tante belle parole ma poco altro, speriamo - ha aggiunto - di riuscire a stimolare le coscienze europee su questo».
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