«Il Signore promette ristoro e liberazione a tutti gli oppressi del mondo, maha bisogno di noi per rendere efficace la sua promessa. Ha bisogno dei nostri occhi per vedere le necessità dei fratelli e delle sorelle. Ha bisogno delle nostre mani per soccorrere. Ha bisogno della nostra voce per denunciare le ingiustizie commesse nel silenzio, talvolta complice, di molti». Papa Francesco sceglie l’omelia della messa per i migranti, celebrata questa mattina nella basilica di S. Pietro nel quinto anniversario della sua visita a Lampedusa, per lanciare un accorato appello all’accoglienza e alla solidarietà dei cristiani verso chi scappa da miseria e guerre.
Poveri vittime della “cultura dello scarto”
«Quanti poveri oggi sono calpestati! Quanti piccoli vengono sterminati! Sono tutti vittime di quella cultura dello scarto che più volte è stata denunciata. E tra questi non posso non annoverare i migranti e i rifugiati, che continuano a bussare alle porte delle Nazioni che godono di maggiore benessere», ha detto il Papa rivolgendosi ai fedeli ma anche allaclasse politica, divisa, in Italia e in Europa, sulle politiche di accoglienza dei migranti . «Cinque anni fa, durante la mia visita a Lampedusa - ha proseguito poi il Papa -, ricordando le vittime dei naufragi, mi sono fatto eco del perenne appello all'umana responsabilità: ”Dov'è il tuo fratello?”». Il pontefice ha quindi ribadito che «questa non è una domanda rivolta ad altri, è una domanda rivolta a me, a te, a ciascuno di noi. Purtroppo le risposte a questo appello, anche se generose, non sono state sufficienti, e ci troviamo oggi a piangere migliaia di morti».
Solidarietà e misericordia unca risposta a sfide migratorie
In un altro passaggio del’omelia, pronunciata davanti ad una folla di rifugiati, soccorritori e volontari che si prendono cura dei migranti, Francesco ha sottolineato «l’ipocrisia sterile» di chi «non vuole “sporcarsi le mani”»: «Si tratta di una tentazione ben presente anche ai nostri giorni, che si traduce in una chiusura - ha spiegato - nei confronti di quanti hanno diritto, come noi, alla sicurezza e a una condizione di vita dignitosa, e che costruisce muri, reali o immaginari, invece di ponti. Di fronte alle sfide migratorie di oggi, l'unica risposta sensata - ha sottolineato Francesco nell'omelia della messa per i migranti - è quella della solidarietà e della misericordia».
“Quella di non “sporcarsi le mani” è una tentazione ben presente anche ai nostri giorni, che si traduce in una chiusura - ha spiegato - nei confronti di quanti hanno diritto, come noi, alla sicurezza e a una condizione di vita dignitosa, e che costruisce muri, reali o immaginari, invece di ponti”
Papa Francesco
Ai soccorritori: «Grazie a chi salva vite senza chiedere niente»
Il Papa ha quindi ringraziato quanti prestano soccorso nel Mar Mediterraneo, che si fermano «per salvare la vita del povero picchiato dai banditi, senza chiedergli chi fosse, la sua origine, i motivi del suo viaggio o i documenti...: ha semplicemente deciso di prendere in carico e salvare la vita«. E a coloro che sono stati salvati, «voglio ribadire - ha aggiunto Francesco - la mia solidarietà e incoraggiamento, poiché conosco bene le tragedie dalle quali state scappando. Vi chiedo di continuare ad essere testimoni di speranza in un mondo sempre più preoccupato per il suo presente, con pochissima visione del futuro e riluttanza a condividere». Ai migranti il pontefice ha invece chiesto di avere «rispetto per la
cultura e le leggi del Paese che accoglie» per mettere in campo «congiuntamente» un «percorso di integrazione». «Superare tutte le paure e le inquietudini»: è l'appello con cui il Papa ha concluso l'omelia.
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