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Salvini: spero incontro con Mattarella il prima possibile. Di Maio:…

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SEQUESTRO FONDI LEGA

Salvini: spero incontro con Mattarella il prima possibile. Di Maio: d’accordo con Bonafede

Salvini insiste. Nonostante le indicazioni trapelate nella giornata di ieri da fonti della delegazione che ha accompagnato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Vilnius, stando alle quali il capo dello Stato «è all’estero ed è all’oscuro di qualsiasi contatto», il ministro dell’Interno a margine di un’iniziativa al Viminale ha confidato: «Spero di avere il prima possibile la gioia e l’onore di conferire con il mio Presidente della Repubblica. Io chiedo e poi attendo rispettosamente la fissazione di una data per parlare delle tante cose belle che stiamo facendo».

Di Maio: d’accordo con Bonafede,nessun imbarazzo
L’altro vicepremier, il leader politico dei Cinque Stelle Luigi Di Maio, ha detto di essere d’accordo con il commento espresso dal ministro della Giustizia su questo tema («Le sentenze vanno rispettate, senza evocare scenari che sembrano appartenere più alla Seconda Repubblica» aveva detto il Guardasigilli). «Sono d’accordo con il ministro Bonafede, ma - ha aggiunto Di Maio - credo che tutti siamo d’accordo qui. Non ho alcun imbarazzo verso questa vicenda, perché riguarda le questioni dei diamanti e lauree in Albania di Bossi. Me le ricordo bene. Sono quelle che hanno portato la Lega a scendere all’1-2%».

Fico: è una sentenza definitiva che va rispettata, tutto qui
Anche il presidente della Camera Roberto Fico si è detto d’accordo con Bonafede: «Condivido il pensiero del ministro di Grazia e Giustizia - ha affermato -. Le sentenze vanno rispettate e questa è una sentenza definitiva che va rispettata. Tutto qui».

Il pressing di Salvini per un incontro con Mattarella
Nei giorni scorsi il Carroccio ha chiesto un incontro a Mattarella per denunciare al capo dello Stato «l’attacco alla democrazia» promosso dai giudici dopo la sentenza della Cassazione che ha disposto che la Lega debba restituire 49 milioni di euro. «bloccando ogni fondo riferibile», a seguito delle frodi sui rimborsi elettorali, per le quali Umberto Bossi nel luglio del 2017 è stato condannato in primo grado a due anni e tre mesi. Sulla vicenda si dovrà esprimere il tribunale del Riesame di Genova.

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