L'ultimo posto dove andresti a cercare Cristiano Ronaldo è un palazzo anonimo alle spalle della stazione centrale di Lussemburgo. CR7 sorprende anche in questo. Da ieri Ronaldo è passato dal Real Madrid alla Juventus per 105 milioni di euro e guadagnerà 30 milioni netti l'anno per quattro anni. È una delle più grandi operazioni nel mondo del calcio italiano.
Ma qui in Rue de Bonnevoie non ci sono Ferrari, Porsche o Bugatti parcheggiate, nessun negozio di lusso e nemmeno hotel a cinque stelle. Solo un ristorante italiano e un bar all'angolo. Poco distante, un money transfer e un parrucchiere low cost dall'insegna eloquente: RyanHair. Il quartiere è abitato da immigrati portoghesi. Il calciatore ha deciso di giocare in casa anche la partita degli affari.
Al numero 92 di Rue de Bonnevoie ci sono gli uffici di una fiduciaria, la Private Trustees SA, il punto di partenza per svelare l'aspetto meno noto di CR7. Da qui inizia il viaggio per conoscere l'altro lato di Cristiano Ronaldo, l'uomo d'affari la cui fortuna personale viene stimata in circa 300 milioni di euro. Un viaggio che ci proietterà a Madeira, a Panama, a Jersey, nelle Isole vergini britanniche, in Irlanda e in Svizzera. E poi qui naturalmente, in Rue de Bonnevoie, nel centro del Lussemburgo, paradiso fiscale nel cuore dell'Unione europea.
Contiamo allora i passi della rincorsa, raccogliamo le forze e diamo un calcio potente al pallone, perché dovrà percorrere 2.667 chilometri fino a un'isola portoghese al largo del Marocco: Madeira, dove CR7 è nato 33 anni fa.
Madeira e la perfezione del numero 7
Il 4 maggio 2016, Cristiano Ronaldo Dos Santos Aveiro registra a Funchal (la sua città) la CR7, una società a responsabilità limitata unipersonale che ha per oggetto l'organizzazione di attività ludiche, ricreative, di animazione turistica, sportive e culturali. Il capitale sociale minimo per le Unipessoal Lda (così si chiamano in portoghese le Srl) è di 5mila euro ma Ronaldo decide di abbondare e ci mette qualche centinaio di euro in più. Quanti? Forse si lascia prendere un po' la mano e versa per 7.777 euro. Il numero della sua maglia ripetuto quattro volte. Una precisione quasi maniacale. Il potere della scaramanzia.
I registri non ci dicono se la CR7 sia in utile o in perdita. Madeira, in fondo, è un'isola famosa per la riservatezza. La zona franca e il centro internazionale d'affari, creati all'inizio degli anni 80 per dare impulso alla debole economia locale, godono di un regime fiscale agevolato: un'aliquota unica del 5% sui redditi d'impresa. E i conti bancari possono essere aperti anche presso succursali finanziarie estere. Niente di meglio per le società, se si considera che possono essere rappresentate da nominee (prestanome) residenti in altri paradisi fiscali.
Non è questo il caso di Ronaldo, che figura in prima persona come titolare della Srl. In realtà una società con il nome analogo - CR7 - esisteva già dal 2006 ma non è possibile capire se appartenesse al calciatore o a un suo familiare.
Il pezzo forte delle attività del fuoriclasse portoghese a Madeira è però la “Pestana CR7 - Madeira hotel investimentos turisticos SA”, una Spa di cui Ronaldo possiede il 50% delle quote. La società nasce il 28 aprile 2016 con il nome di Horizontincrìvel e un capitale di 50mila euro ma tre mesi dopo viene ribattezzata Pestana CR7 e nel novembre dello stesso anno aumenta il capitale a 825mila euro.
È forse l'attività più interessante perché è una joint venture tra il calciatore e il gruppo alberghiero portoghese Pestana (uno dei più grandi del paese, fondato proprio a Madeira), che gestisce gli hotel con il marchio del campione di football. Per ora ne esistono solo due - a Lisbona e a Funchal - ma ci sono progetti di espansione a Madrid, a Marrakech e a New York.
In Portogallo, ma questa volta a Lisbona, Ronaldo possiede il 50% di un'altra joint venture con il gruppo Pestana. La società ci chiama “Carlton Palacio - Sociedade de construçao e exploraçao hoteleira SA”, ha un capitale sociale di 14 milioni di euro ed è anch'essa attiva nel settore alberghiero.
Pestana CR7 e Carlton Palacio sono controllate da Ronaldo tramite una holding lussemburghese. E allora, non ci resta che ridare un calcio al pallone e ripercorrere i 2.667 chilometri che ci separano da Rue de Bonnevoie, a Lussemburgo.
La cassaforte lussemburghese e il trust a Jersey
Sul citofono al numero 92 di Rue de Bonnevoie il nome di Ronaldo non c'è. Niente di strano per il Lussemburgo, dove la discrezione (come del resto a Madeira) è di casa. Eppure è qui, negli uffici della Private Trustees, che ha sede la Crs Holding Sarl, nata il 26 maggio 2015 con un capitale iniziale di 12.500 euro. A parte quell'acronimo - Crs - niente fa sospettare che la società sia controllata dal calciatore portoghese. Perché il nome di Ronaldo non appare nell'atto costitutivo e nemmeno in tutti gli altri atti depositati nel registro delle società lussemburghese fino a pochi mesi fa, quando spunta all'improvviso in un documento. È il 17 aprile 2018.
Sono passati sei giorni dal drammatico match tra Real Madrid e Juventus finito 3 a 1 per la squadra di Torino ma che sancisce la qualificazione degli spagnoli per la finale di Champions League poi vinta sul Liverpool. L'11 aprile Ronaldo segna un rigore alla Juventus dopo l'espulsione di Gianluigi Buffon e il 17 aprile i 16 milioni di capitale della Crs Holding vengono trasferiti dalla Private Trustees a Cristiano Ronaldo in persona.
Già, ma chi si celava dietro lo schermo della Private Trustees? Per rispondere è necessario un altro calcio al pallone verso ovest, 598 chilometri più in là, nelle strade ordinate di Saint Helier, capitale dell'isola di Jersey.
Incastonata nel Canale della Manica a due passi dalla Normandia, Jersey è un paradiso fiscale, bancario e societario: un luogo dove si possono nascondere ricchezze e identità, anche se gli abitanti preferiscono definirlo pomposamente un “centro finanziario offshore”. Tutto lecito, naturalmente. L'isola è una Dipendenza della corona, appartiene cioé alla regina Elisabetta II. Giuridicamente è un “baliato”, un complicato sistema di governo nato nel XII secolo, quando Jersey era un possedimento del duca di Normandia, prima di passare sotto il controllo della corona inglese con il Trattato di Parigi nel 1259.
Ma Jersey è anche il regno dei trust, un istituto giuridico nato nel mondo anglosassone all'epoca delle Crociate, ed è qui che aveva sede “The Crs Holding Trust”, per conto del quale i fiduciari lussemburghesi controllavano la holding di CR7.
Un documento pubblicato dal giornale francese Mediapart mostra una dichiarazione della Private Trustees datata 9 luglio 2015 nella quale si comunica che il beneficiario unico del “The Crs Holding Trust” è Cristiano Ronaldo. Ma nei documenti depositati nel registro delle società del Lussemburgo il suo nome compare solo tre mesi fa. Quello stesso giorno il trust di Jersey sarebbe stato dissolto. Impossibile sapere quali beni e quanti fondi erano stati conferiti nel trust.
Le partecipazioni di Ronaldo
L'ultimo bilancio della holding lussemburghese di Ronaldo registra asset per 15,4 milioni di euro, in gran parte immobilizzazioni finanziarie. La società non è mai stata in utile e dopo le perdite di 98mila euro nel 2015 e di 281mila nel 2016, segna un ulteriore rosso di 224mila euro nel 2017.
Oltre al 50% di Pestana CR7 e di Carlton Palacio, la Crs Holding possiede partecipazioni in altre due società. La prima è la Ufc Co Investment Holdco, la seconda è la Fresh 52 Sarl. È stato invece ceduto l'investimento del 25% della Catapult Therapeutics, un'azienda olandese biofarmaceutica che sviluppa – solo una coincidenza? - un anticorpo anti-CCR7, recettore associato a molti tumori dei linfonodi.
Nel bilancio non è indicato a quanto ammonta l'investimento nella Ufc Co Investment Co., società registrata nel Delaware che possiede la Ultimate fighting championship (Ufc in sigla), una sorta di campionato di arti marziali statunitense. La Ufc è la più importante organizzazione a livello globale in questo campo e i suoi match sono molto popolari negli Usa, trasmessi anche in televisione. La passione verso le arti marziali e la frequentazione con alcuni campioni della Ufc hanno probabilmente spinto CR7 a investire nella società.
Ultima arrivata nel portafoglio della Crs Holding è la società lussemburghese Fresh-52, di cui è stata acquistata una quota presumibilmente del 10% nel 2017.
La società è stata costituita nell'agosto 2016 come holding di partecipazioni, attiva anche nel settore dei diritti e della proprietà intellettuale. È in perdita e ha chiuso il bilancio 2017 con un rosso di quasi 191mila euro. Controlla in Portogallo la Fresh-52 Unipessoal Lda, anch'essa in perdita per 40mila euro.
Principale azionista della Fresh-52 è Yannick Le Mintier de la Motte-Basse, nato a Ouagadougou, in Burkina Faso nel 1965 e residente negli Stati Uniti. Una piccola quota azionaria è nelle mani di Luis Miguel Grosso Correia, nipote del procuratore di Ronaldo, Jorge Mendes, e rappresentante della Polaris Sports, società irlandese dalla quale passavano i diritti d'immagine di CR7. Questa presenza fa ritenere che la Fresh-52 sia in qualche modo legata al procuratore portoghese.
Altri soci di Ronaldo nella Fresh-52 sono Bertrand Facon, ex managing director dell'Investment banking a Londra del Credit Suisse First Boston, e Seth Kevin, partner & portfolio manager della società di asset management statunitense Edgewood Management Llc, che gestisce 25,6 miliardi di dollari. Una piccolissima quota è infine controllata dalla società di consulenza parigina Fl Conseil. Non si conosce che tipo di attività abbia finora svolto la Fresh-52.
Panama, le Isole vergini britanniche e i diritti
Diamo un altro calcio al pallone. Questa volta la destinazione è Panama, continente americano, 8.971 chilometri a ovest del Lussemburgo. Dopo la pubblicazione dei Panama Papers, del paese del canale si sa molto. Parecchio ma non tutto.
Per aggiungere un altro tassello alle attività economiche (passate e presenti) di CR7 bisogna dunque farsi aiutare dai giornalisti dell'European investigative collaborations (Eic) un consorzio investigativo che tra il 2016 e il 2017 ha pubblicato una serie di inchieste e di documenti provenienti da una “soffiata”: i Football Leaks.
Secondo questi documenti, nel 2003 Maria Dolores dos Santos Aveiro, la mamma di Cristiano Ronaldo, registra a Panama una fondazione chiamata Brockton Foundation, che poi trasferisce al figlio nel 2005. Ronaldo avrebbe venduto i suoi diritti di immagine alla società panamense per il valore simbolico di un euro. Nel 2004 Brockton avrebbe poi trasferito i diritti a una società registrata nelle Isole vergini britanniche, la Tollin.
Calciamo di nuovo il pallone ad altri duemila chilometri di distanza, in uno dei paradisi fiscali più opachi ancora esistenti: le Isole vergini britanniche.
Dal 2009 al 2014 la Tollin (che secondo i Football Leaks apparteneva a Ronaldo) cede lo sfruttamento dei diritti d'immagine di CR7 a due società irlandesi di Jorge Mendes, la Polaris Sports Limited e la Multisport & Image Management Limited (Mim). Gli accordi con gli sponsor sottoscritti attraverso le due società di Dublino fruttano in questo periodo 74,8 milioni di euro.
Dopo aver sottratto le percentuali spettanti a Polaris e Mim, i soldi tornano ancora una volta nelle Isole vergini britanniche e vengono poi trasferiti ad altri 7mila chilometri di distanza, a Ginevra, nei forzieri della Banca Mirabaud et Cie. per arrivare infine a Cristiano Ronaldo.
Per il periodo 2015-2020 i diritti non sono più appannaggio della Tollin ma di altre due società registrate sempre nelle Isole vergini britanniche, la Adifore e la Arnel dell'imprenditore di Singapore, Peter Lim.
Sono questi passaggi da un capo all'altro del mondo ad aver portato Ronaldo sul banco degli accusati per evasione fiscale in Spagna. Se l'è cavata con una condanna a due anni con la condizionale e al pagamento di 18,8 milioni di euro, più o meno quanto avrebbe pagato nel 2015 per acquistare un appartamento nella Trump Tower sulla Fifth Avenue a New York. Ma è probabile - come sostiene l'economista francese Gabriel Zucman, docente all'università di Berkeley ed esperto di paradisi fiscali e disuguaglianze - che Ronaldo non fosse per nulla conscio degli stratagemmi studiati da esperti dell'ottimizzazione fiscale e non certamente da lui, che di mestiere fa il calciatore e non lo specialista tributario.
Ventiquattromila chilometri intorno al mondo
Tra Lussemburgo, Jersey, Panama, Isole vergini britanniche, Madeira e Svizzera abbiamo compiuto (solo sulla carta) quasi 24mila chilometri per ricostruire ciò che è possibile sapere delle attività economiche del giocatore della Juventus.
In giro per il mondo ci sono diverse altre società che si chiamano come lui o che utilizzano il suo acronimo. In Delaware ci sono le CR7 Capital Llc e la CR7 Fashion Llc. Nell'Isola di Man (dove si costituiscono società per gestire i jet privati) esisteva la Ronaldo Limited e a Manchester, in Gran Bretagna, nel novembre 2005 era stata costituita la CR7 Llp, sciolta solo nel 2012. A registrarla erano stati l'avvocato del Manchester United, Christopher Farnell, e l'esperto fiscale del club, Stephen Paul Bold.
Non è dato sapere se Cristiano Ronaldo abbia mai avuto a che fare con queste società. Il mondo degli affari sa essere discreto.
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