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Renzi in tv, 8 puntate sulla Firenze «antisalviniana» dei Medici

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TRATTATIVA CON MEDIASET E tv internAZIONALI

Renzi in tv, 8 puntate sulla Firenze «antisalviniana» dei Medici

Il messaggio universale e ancora attualissimo della Firenze rinascimentale in otto puntate. Non solo l’attività di senatore, non solo l’attività di conferenziere in giro per il mondo. Nell’immediato futuro di Matteo Renzi c’è anche la realizzazione di un vecchio sogno: la conduzione di un programma pensato per la tv sulla sua Firenze. L’ex premier (nonché ex sindaco della città dei Medici) veste insomma i panni del narratore, con uno stile che potrebbe ricordare Alberto Angela ma anche Philippe Daverio, e racconta - tutto in esterni, non in studio - la storia e la cultura della sua città partendo da una serie di luoghi simbolo.

Ci sono già alcune ore di girato e il produttore Lucio Presta è in trattativa con Mediaset in Italia e con altre emittenti in altri Paesi, a cominciare dalla Francia. Il prodotto confezionato dalla società di Presta, Arcobaleno 3, è infatti pensato soprattutto per un pubblico internazionale. Così come le destinazioni finali anche il compenso di Renzi, che comunque sarà nell’ordine di qualche centinaia di migliaia di euro, è in via di definizione.

D’altra parte che Renzi sia innamorato di Firenze (e «ricambiato», dal moment0 che «ormai sono decenni che mi votano, anche quando va male ovunque», ama ripetere) non è una novità. Era il 23 gennaio del 2015 quando, da premier, volle organizzare l’incontro bilaterale con Angela Merkel proprio a Firenze. Accompagnando la Cancelliera tedesca in Piazza della Signoria, a Palazzo Vecchio, agli Uffizi e anche lungo il Corridoio Vasariano allora chiuso al pubblico. Con conferenza stampa finale alla Galleria dell’Accademia, il David di Michelangelo troneggiante sullo sfondo. Bene, ora al posto della Merkel ci saranno i telespettatori, sperabilmente molti nell’ottica della società produttrice.

Ma chi si aspetta un Renzi nelle vesti di storico dell’arte che illustra le bellezze di Firenze resterà deluso. Il senso della serie tv non è questo. O almeno non solo questo, dal momento che ci saranno anche informazioni sulle opere d’arte e sui monumenti. «Questo progetto parte da un’esigenza civile. Firenze diventa Firenze perché scommette sull’apertura contro il protezionismo, perché accoglie gli stranieri e protegge gli ultimi, perché investe sulle periferie e sull’inclusione sociale», spiega Renzi a chi in questi giorni gli chiede informazioni sulla serie tv. Insomma, è un lavoro sui valori e la cultura contro la superficialità e gli slogan dei politici al potere oggi.

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È dai tempi di «un euro in cultura e un euro in sicurezza» che Renzi batte sul tasto del potere civilizzatore della cultura. Allora si trattava di contrastare l’ideologia terroristica che minava lo stile di vita occidentale, oggi si tratta di contrastare Salvini e i suo messaggio semplificatorio e razzista di chiusura. «Anche attraverso la valorizzazione della storia e della cultura, in questo caso del Rinascimento, sottolineiamo la nostra alterità ai populisti. Il racconto della Firenze “aperta” attraverso personaggi storici come Caterina de’ Medici e Leonardo da Vinci è in un certo senso una risposta a Salvini che gioca sulla paura».

Insomma, la serie tv condotta da Renzi parlerà del passato per parlare del presente. E anche questo, forse, è per l’ex premier e leader del Pd un modo per prendere le distanze dalle polemiche interne. Volare alto. In attesa di capire su quale candidato puntare (magari se stesso, chissà) al congresso del prossimo anno.

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