«Oggi per la prima volta i migranti sbarcano in Europa». È questo il giudizio con cui Palazzo Chigi ha accompagnato il via libera, nella notte, alle operazioni di trasbordo a terra, nel porto di Pozzallo, in Sicilia, dei 450 migranti raccolti dalla nave Protector del dispositivo Frontex e dal pattugliatore Monte Sperone della Guardia di finanza vicino all'isola di Linosa. Ieri sera, dopo un lungo stallo con le due navi ferme da sabato in rada in attesa di ordini, il Viminale ha autorizzato l'accoglienza dei migranti ancora a bordo, dopo lo sbarco, nel pomeriggio, di una prima tranche composta da una cinquantina tra donne e bambiniper i quali era necessaria assistenza medica (e alcuni uomini, per evitare di dividere le famiglie). Ad attendere i profughi i medici dell'Asp Ragusa, i medici marittimi e i sanitari dell'Usmaf per la prima assistenza
Le operazioni si sono compltate questa mattina con lo sbarco dei 184 uomini a bordo della Protector e successivamente anche dei 209 ospitati dalla Monte Sperone. Ora sono al lavoro gli uomini della Prefettura e della Questura per i ricollegamenti dei migranti negli altri paesi europei dopo una sosta all'hot spot di Pozzallo.
La strategia diplomatica di Conte
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo il sì di Malta e Francia, è riuscito ad incassare la solidarietà del paese guida dell’Ue, la Germania, che di fatto ha dato la linea anche a Spagna e Portogallo, che ieri pomeriggio hanno dato risposta positiva alla richiesta di redistribuzione dei migranti sollecitata per lettera a tutti i leader europei dal premier italiano. Ptremiata, dunque, la strategia diplomatica messa in campo dal premier. «Questa è la solidarietà e la responsabilità che abbiamo sempre chiesto all'Europa e che ora, dopo i risultati ottenuti all'ultimo Consiglio europeo, stanno cominciando a diventare realtà», ha esultato su Twitter. Aggiungendo: «Continuiamo su questa strada, con fermezza e nel rispetto dei diritti umani». L'obiettivo del governo è quello di evitare di aprire un contenzioso con Bruxelles ad ogni nave in arrivo, cercando di elaborare un sistema che possa partire in automatico.
Il no dei paesi Visegrad
Ma nel corso della domenica contro la linea italiana, oltre al silenzio dell'Austria, si sono scagliati i Paesi dell'Est, in primis Ungheria e Repubblica Ceca. «Ho ricevuto la lettera del premier italiano Conte in cui chiede all'Ue di occuparsi di una parte delle 450 persone ora in mare - ha scritto su Twitter il premier ceco Andrej Babis -. Un tale approccio è la strada per l'inferno». A Babis ha risposto il presidente della Camera Roberto Fico, che è tornato a chiedere che venga «sanzionato pesantemente» chi non accetta le quote ed ha assicurato che «la strada per l'inferno», al contrario, «è non saper accogliere tutti insieme in un'ottica di solidarietà».
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