«L'Italia non può somigliare a un far west dove un tale compra un fucile e spara a una bambina di un anno rovinando la salute e il futuro. Questa è barbarie e deve suscitare indignazione». Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella, nel suo intervento alla cerimonia di consegna del Ventaglio al Quirinale, il tradizionale saluto prima dell’estate alla stampa parlamentare.
Gli interessi parte non intacchino reputazione Paese
«La reputazione di un Paese ordinato, bene amministrato, coeso è un bene comune, collettivo. Indisponibile. Sottratto a interessi
di parte perché costruito, nel tempo, con il contributo del nostro popolo», ha detto il presidente della Repubblica. «È patrimonio
di storia, di cultura, di valori che disegna il ruolo dell'Italia nella comunità internazionale. Ovunque si vada, si registra
un gran desiderio di collaborazione e di interlocuzione stretta e concreta con l'Italia. Tutto ciò che intacca questo patrimonio
ferisce l'intera comunità».
Mattarella cita Manzoni,Italia del buonsenso non si nasconda
Ha citato Manzoni: «L'Italia non diventerà, non può diventare preda di quel che con grande efficacia descrive Manzoni nei
Promessi sposi a proposito degli untori della peste: “il buonsenso c'era ma stava nascosto per paura del senso comune”. La
Repubblica vive dell'esercizio della responsabilità di ciascun cittadino».
La Ue rilanci il suo ruolo o è declino
Il presidente della Repubblica ha parlato anche del quadro internazionale, chiedendo senso di responsabilità. Ha accennato
anche ai dazi: «C'è incertezza e instabilità. Ci sono guerre commerciali che spesso nel tempo hanno condotto ad altri tipi
di guerre. Sono seduzioni che sembrano rimuovere le lezioni della storia». L'Ue deve esprimere con vigore il suo ruolo su
tutti i fronti aperti: «Viviamo un periodo di instabilità: o gli europei ritrovano le ragioni del rilancio
dell'Unione o è prevedibile il declino del Continente».
Contrastare virus dell'odio e dell'astio via web
Il capo dello Stato ha sottolineato anche l'importanza primaria della libertà di informazione «che non è un prodotto ma un
diritto fondamentale tutelato dalla
Costituzione». Ha ricordato l’articolo 21 della Costituzione, ha parlato della libertà di informazione e dei diritti collegati
che alimentano il circuito democratico. Poi il web. «L'abbondanza informativa offerta dal web è preziosa ma occorre evitare
che si riduca il livello di approfondimento. La dimensione digitale è un grande contributo. Siamo tutti consapevoli degli
usi distorti talvolta allarmanti, astiosi, dell'introduzione di semi che alimentano preconcetta ostilità. Sta a chi opera
nella politica e nel giornalismo non farsi contagiare da questo virus ma contrastarlo».
Serve imparzialità nei ruoli pubblici
«A me compete ricordare, a ciascuno, il rispetto del principio» di «concorrere all'ordinato funzionamento degli organi istituzionali.
Le finalità sono tracciate, con chiarezza, nel testo della Costituzione e verso di esse devono convergere le pubbliche amministrazioni,
nell'imparzialità della loro funzione, diretta a servizio di tutti i cittadini».
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