Il capo del Governo Giuseppe Conte sarebbe pronto a cedere alle pressioni del leader pentastellato Luigi Di Maio per bloccare la Tav, l’Alta velocità Torino-Lione. Fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che il dossier sulla Tav al momento non è ancora giunto sul tavolo del Presidente del Consiglio, dunque nessuna decisione è stata ancora presa e soprattutto non ci sono state valutazioni al riguardo. Il dossier, segnalano ancora le fonti, è in fase istruttoria presso il ministro competente Toninelli, il quale è impegnato in una valutazione costi-benefici che poi sarà sottoposta e condivisa con il premier e con l'intero governo.Ad ogni modo la soluzione sarà in linea con quella contenuta nel contratto di governo.
Salvini: andare avanti
Contrario allo stop della Tav Matteo Salvini, altro azionista di maggioranza dell’esecutivo giallo verde. Anche perché la scelta esporrebbe l’Italia al pagamento di una multa di due miliardi di euro e al blocco dei fondi europei fino al 2023. «Dal mio punto di vista sulla Tav occorre andare avanti, non tornare indietro», ha chiarito il vicepremier e ministro dell’Interno, ospite di Radio 24, sull’ipotesi di blocco dell’opera.
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E ha aggiunto: «C’è da fare l'analisi costi-benefici: l’opera serve o no, costa di più bloccarla o proseguirà?».
Di Maio: la Tav non è sul tavolo del governo
Sul tema è intervenuto anche Luigi Di Maio. Al termine del Consiglio dei ministri il vicepremier ha ricordato che nel contratto
di Governo le parti si impegnano a «ridiscutere integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia».
«Sarà il ministro Toninelli - ha aggiunto il leader pentastellato - a decidere quando, nelle prossime settimane e nei prossimi
mesi, andare a parlare con il suo omologo francese e avviare le contrattazioni». Ad ogni modo, il nodo Tav «non è ancora sul
tavolo del Governo. Intanto stiamo seguendo dossier Alitalia, dossier Ilva, abbiamo dismesso l’Air Force Renzi. Stiamo seguendo
un po’ tutto: nei primi 50 giorni credo che abbiamo fatto un buon lavoro», ha concluso Di Maio.
Grillo: da economia a ambiente, 9 luoghi comuni su Tav
Dal rilancio dell’economia alla riduzione dei Tir nella Val Susa, con tanto di benefici sull’inquinamento. Beppe Grillo,
in un tweet, ha rilanciato un post del suo blog del 13 dicembre 2005 prendendo così posizione sul progetto della linea Torino-Lione
al centro, in queste ore, del dibattito nel governo. «Senza la Torino-Lyon il Piemonte sarebbe isolato dall’Europa; quest’opera
fa bene all’economia, perché mette in moto capitali privati; la linea é quasi tutta in galleria. che male fa?», sono tre dei
“luoghi comuni” che Grillo ha tentato di confutare con il suo post.
Comitato Francia: «Qualcuno dovrà assumersi la responsabilità»
«Stamattina - ha raccontato Stephane Guggino, delegato generale del comitato francese Transalpine, che promuove la linea
ad alta velocità Lione Torino - siamo venuti a sapere delle posizioni italiane. Seguiamo la situazione con grande attenzione,
ma onestamente facciamo fatica a vederci chiaro, perché - ha detto - c’è tanta confusione. Lunedì, su radio 1, il ministro
Toninelli dice che la Tav va migliorata, ora dicono che la vogliono bloccare. Mi chiedo come sia possibile cambiare idea così
nel giro di 4 giorni?». «Osservo - ha continuato Guggino - che in seno alla coalizione di governo» i due vicepremier Matteo
Salvini e Luigi di Maio, «non sono per niente d’accordo». E però a un certo punto, se davvero verrà presa, la decisione di
bloccare la Tav «dovrà passare da un voto del parlamento: qualcuno dovrà assumersi le proprie responsabilità».
Stop all’Alta velocità contropartita al via libera al gasdotto Tap
Lo stop alla Tav sarebbe la contropartita da pagare all’anima del Movimento contraria alle grandi opere per il via libera al Tap, il gasdotto Trans-Adriatico che dalla Grecia e dall’Albania dovrebbe raggiungere l’Italia, attraverso la Puglia.
Il sondaggio che prevede un calo dei consensi per M5s
Il pressing di M5s per bloccare quanto prima l’opera troverebbe giustificazione in un sondaggio, circolato all’interno del Movimento, in base al quale i nodi Tav, Ilva e Tap rischiano di avere delle ripercussioni negative sul consenso ai pentastellati. Con
l’avvicinarsi delle elezioni per il parlamento europeo, a maggio 2019, sarebbe scattato l’allarme.
Di fronte a questo scenario, Di Maio avrebbe deciso di chiudere sulla Torino Lione, e di mandare avanti il progetto del gasdotto. Per fermare l’Asse ferroviario Torino Lione serve tuttavia un provvedimento del parlamento. La posizione della Lega è contraria allo stop della grande opera in quanto considerata strategica.
Toninelli: sprecati i solidi dei cittadini italiani
Gli ultimi giorni hanno registrato una serie di dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che denunciavano
lo sperpero di denaro pubblico.
«Quando studio dossier come quello della Tav Torino-Lione, non posso che provare rabbia e disgusto per come sono stati sprecati i soldi dei cittadini italiani - ha scritto l’esponente pentastellato in un post su facebook, pubblicato martedì scorso -. È stato enorme lo sperpero di danaro pubblico per favorire i soliti potentati, certe cricche politico-economiche e persino la criminalità organizzata».
Tav, i dubbi di M5S e Lega preoccupano le imprese venete
Martina: Paese intero pagherà follia del blocco della Tav
L’ipotesi di bloccare la Tav desta le critiche dell’opposizione all’esecutivo giallo verde.
«2 miliardi di euro di penali, il blocco di finanziamenti Ue, 4 mila posti di lavoro a rischio. La follia del governo di bloccare la Torino-Lione la pagherà un paese intero», ha sottolineato il segretario del Pd Maurizio Martina.
Chiamparino: governo gioca contro il Piemonte
Secondo il presidente della regione Piemonte Sergio Chiamparino occorre «bloccare questa deriva anti-piemontese e contraria
agli interessi del Nord-Ovest e dell’intero Paese. Convocherò entro settembre un incontro di tutte le rappresentanze economiche,
sociali, istituzionali e politiche per far risuonare chiare e forti voci della società piemontese a favore dell’opera. È indispensabile
un moto d’orgoglio che impedisca che la nostra regione venga messa ai margini».
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