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Intervista a Renzi: «Decreto lavoro? Macché, è il…

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Intervista a Renzi: «Decreto lavoro? Macché, è il decreto disoccupazione»

«Il decreto Di Maio crea disoccupazione e mette in difficoltà le imprese. È questo il cambiamento?». Matteo Renzi concede al Sole 24 Ore la prima intervista a tutto campo dalle elezioni politiche. E avverte: «Con l’estate finirà la luna di miele, dovranno dirci cosa faranno e cosa no». La luna di miele tra governo giallo-verde ed elettori sta dunque per finire, secondo Renzi. L’ex premier e segretario del Pd aspetta M5s e Lega al passaggio della prima legge di bilancio: «Dovranno dirci cosa faranno e cosa no, dopo aver promesso la luna, dal reddito di cittadinanza alla Fornero.

Il ministro dell’Economia Tria ha una responsabilità molto pesante, essendo l’unico di cui i mercati si fidano. Ma non basta». L’ex premier e segretario del Pd è molto critico anche sulla vicenda Ilva («Di Maio ha promesso per cinque anni di chiudere l’Ilva e ora sta solo cercando di salvare la faccia. Ma alla fine sarà costretto ad ammettere che noi abbiamo salvato Taranto») e sulla decisione di azzerare il Cda di Ferrovie dello Stato («vogliono solo prendersi le poltrone, altrimenti non si spiega come possano mandare via un amministratore delegato e un Cda che ha portato Fs oggi a fare investimenti per il 2018 pari a 8 miliardi e a far crescere del 25% il numero dei passeggeri»). E ricordando lo scomparso Sergio Marchionnne trae dalla vicenda di un uomo «che ha salvato la Fiat quando sembrava impossibile» un ammonimento generale: «C’è chi crede che il futuro sia il reddito di cittadinanza e i sussidi. E chi crede che sia l’impegno, la fatica, l’industria. Io non ho dubbi sulla parte da cui stare».

Senatore Renzi, è arrivato in Aula il cosiddetto decreto dignità, che smonta di fatto il decreto Poletti del 2014 che precedette il Jobs act. Vede a rischio le riforme economiche approvate dal suo governo?

Lo chiamano dignità ma è un decreto disoccupazione. A me non interessa l’eredità del mio governo: a me interessano i posti di lavoro. E Di Maio mette in difficoltà le imprese creando incertezza. Con il Jobs act non solo sono aumentati gli occupati di oltre un milione, raggiungendo un risultato storico, ma sono anche drasticamente diminuiti del 75% i contenziosi in materia di lavoro che hanno sempre creato problemi e difficoltà alle imprese e agli investimenti per l’occupazione. Dovevano essere il governo del cambiamento e l’unica cosa che cambia è il nome del ministero: quello che si chiamava ministero del Lavoro, ora si chiama ministero della Disoccupazione. Tutto torna, peraltro. C’è un medico alla Sanità, c’è una soldatessa alla Difesa e Di Maio alla disoccupazione. Tutto torna.

Nel decreto dignità non c’è proprio nulla di buono? Una parte del suo partito vorrebbe addirittura votare a favore della stretta sui contratti a termine. E c’è stata un po’ di confusione sugli emendamenti da presentare, tanto che alla fine si è deciso di ritirarli...

Come sa non sono più il segretario del Pd. Stavolta però più che parlare del Pd mi piacerebbe parlare della Lega che sta tradendo il proprio elettorato. Hanno vinto nell’Italia produttiva parlando di Flat Tax e votano il decreto disoccupazione? Ho visto finalmente le prime proteste delle aziende del Nord Est. Sono certo che è solo l’inizio, e che nelle prossime settimane la reazione si estenderà a tutto il Paese.

Il governo ha appena deciso l’azzeramento del Cda delle Ferrovie dello Stato e bloccato la fusione con Anas...

Toninelli è andato su Facebook e ha scritto che sulla Tav prima di andare avanti vuole decidere lui. Temo molto per lui, per Toninelli dico. Per le tasche della sua famiglia. Con un post su Facebook non si bloccano nemmeno le Fake news, figuriamoci le gare d’appalto. Temo che la Corte dei Conti avrà molto lavoro da fare con questi ministri che non conoscono i progetti, e passi, ma non conoscono nemmeno la legge. Sul CdA di FS vogliono prendersi le poltrone, ormai è evidente. Al punto che mandano a monte anche la fusione con Anas. Non si spiega altrimenti come possano arrivare a mandare via un amministratore delegato e un Cda che ha portato FS oggi a fare investimenti per il 2018 pari a 8 miliardi. Non solo, FS dà lavoro a centinaia di migliaia di persone e ha visto crescere del 25% il numero di passeggeri. Questo non è il Venezuela, sogno di molti grillini: qui vige lo stato di diritto. Devono avere motivazioni giuridicamente difendibili. Altrimenti i ricorsi andranno avanti per anni. Bloccando l’operatività di un’azienda importantissima.

Di Maio contesta la regolarità delle gare sull’Ilva, e anche l’Anac ha rilevato criticità. C’era qualcosa che andava fatto diversamente?

Di Maio dice una cosa un giorno, l’opposto il giorno dopo. Noi abbiamo lavorato con Federica Guidi, con Carlo Calenda, con Teresa Bellanova, con i lavoratori di Ilva per dare un futuro a questa azienda. Vale un punto di PIL, vale ventimila posti di lavoro, vale la credibilità del Mezzogiorno. Non scherziamoci più, per favore. Di Maio ha promesso per cinque anni di chiudere Ilva, gli hanno spiegato che sarebbe una follia, sta cercando solo di salvare la faccia. Ma alla fine sarà costretto ad ammettere, implicitamente, che noi abbiamo salvato Taranto, con buona pace di tutte le loro polemiche del passato.

Marchionne si è spento tra le solite polemiche della sinistra italiana. Il suo giudizio sul suo operato resta positivo?

Considero Sergio Marchionne un grande. Ha salvato la Fiat e sembrava impossibile. Ha lottato per una sfida internazionale, facendo l’interesse dei suoi azionisti e creando posti di lavoro, non disoccupati. C’è chi crede che il futuro sia il reddito di cittadinanza e i sussidi. E chi crede che sia l’impegno, la fatica, l’industria. Io non ho dubbi sulla parte da cui stare. Marchionne è stato insultato anche nelle ore finali della sua vita: trovo immondo che sia mancata, in alcuni casi, persino la pietas umana. Ma nessun insulto vigliacco può toccare le qualità di Marchionne e il suo lavoro. Io sono fiero di averlo difeso quando anche nella mia parte politica sembrava difficile farlo.

Il vero banco di prova per il governo giallo-verde sarà la prossima legge di bilancio. Già a fine settembre, con la nota di aggiornamento al Def, si capirà se l’Italia sta andando nella direzione dello sforamento del deficit. E le frizioni tra Salvini-Di Maio e Tria già sono evidenti. Vede un rischio mercati?

Dopo cinque mesi dalle elezioni è l’ora di finirla con le schermaglie tattiche. Sono il Governo, governino se sono capaci. Altro che propaganda come hanno fatto con vitalizi, decreto Di Maio, aereo di Stato. Tria ha una responsabilità molto pesante essendo l’unico di cui i mercati si fidano. Ma non basta. Devono indicare una strategia che ad oggi non si vede. Hanno promesso la luna, dal reddito di cittadinanza alla Fornero: quando faranno finalmente un discorso verità al Paese per dire che non hanno risorse per le loro assurde promesse?

Se toccasse a lei, che tipo di manovra economica metterebbe in campo? Le tre misure a suo avviso più urgenti per rilanciare crescita e occupazione tenendo conto che già a politiche invariate andranno trovati 12,5 miliardi per disinnescare le clausole di salvaguardia sull’Iva e altri 3-4 miliardi per le spese indifferibili.

Non tocca a me. Tocca a loro. Quando è toccato a me avete visto che cosa abbiamo fatto. JobsAct, industria 4.0, Irap costo del lavoro, Imu imbullonati, 80€, patent box, Ires. Per noi parlano i fatti, non le promesse. Invece questi continuano a rilanciare su proposte impossibili. E mi sembra che se ne stiano accorgendo loro stessi. Ho visto Salvini nervoso, ieri, in Aula. Forse era la storia dei 49 milioni di € che la Lega deve restituire e su cui rischiano grosso, forse altro. Ma mi è parso per la prima volta di scorgere una crepa strutturale. La luna di miele finirà con l’estate: devono dirci cosa faranno e cosa no. Io scommetterei su intelligenza artificiale, innovazione tecnologica, cultura e sostenibilità. Loro che cosa hanno in testa? Solo cacciare un barcone e aggredire un vitalizio? Possiamo ridurre a questo un Paese che ha fatto la storia della civiltà nel mondo?

In queste ore i ministri Di Maio, Toninelli e Trenta sono tornati sulla questione dell’aereo di Stato A340, chiedendo la rescissione del contratto e accusandola di aver fatto una spesa pazza di 170 milioni… Che cosa c’è di vero?

I ministri Toninelli e Di Maio ieri pomeriggio, dopo l’annuncio in mattinata del premier Conte, hanno fatto una conferenza stampa a Fiumicino per annunciare di voler rottamare quello che chiamano “Airforce Renzi”. Trovo ridicolo che nella giornata di ieri un presidente del consiglio e tre ministri abbiano passato la giornata a scrivere una lettera per valutare il recesso dal leasing di un aereo. Noi siamo la sesta potenza industriale del mondo e i nostri governanti passano il tempo a fare propaganda? Fanno queste pagliacciate perché non sanno come svicolare l’attenzione da altro. Parlare di Air Force Renzi è offensivo. È l’aereo per le missioni internazionali, per portare il Made in Italy nel mondo. Io non l’ho mai usato ma i grillini hanno bisogno di un diversivo per coprire i clamorosi errori degli ultimi giorni. Fossi Di Maio farei qualche missione con gli imprenditori all’estero, così capisce l’importanza del Made In. E apprezza il lavoro fatto da Scalfarotto. Io invece da premier usavo lo stesso aereo che usa il premier Conte: venderanno anche quello? Andrà ai vertici internazionali coi voli di linea? Non mi risulta che Conte sia andato al G7 canadese col materassino.

Domani dovrebbe essere il giorno della nomina dei vertici Rai. È la prima volta da quando c’è la legge voluta dal suo governo. Che cosa si aspetta?

Nessuno sta sottolineando il fatto che grazie alla nostra legge per la prima volta i lavoratori potranno esprimere un membro del CdA. A me sembra una cosa sacrosanta. Io sono per abbassare le tasse alle imprese, ridurre la burocrazia, semplificare. Sono quello del Jobs act insomma. Ma coinvolgere di più i lavoratori, non in una logica di contrapposizione, ma di condivisione è un fatto positivo. Sulle nomine avevano detto che non avrebbero messo le mani sulla Rai. E invece Salvini e Di Maio ci stanno mettendo le mani, i piedi, la testa, tutto. Addirittura pare che i partiti stiano decidendo anche i direttori dei TG con incontri riservati in case private. Semplicemente allucinante. Speriamo solo che escano dei nomi di qualità. Quando avranno finito di spartirsi anche l’ultima poltrona Cinque Stelle e Lega litigheranno o sulla legge di bilancio o sulle varie vicende giudiziarie aperte. E lì dovremo farci trovare pronti. Toccherà a noi, di nuovo, molto prima del previsto.

Alle europee del 2019 il Pd ce la farà ad arrivare unito? Lei resterà nel partito anche se dovesse vincere la sinistra “corbyniana”?

Non esiste nessun Corbyn in Italia. Esiste il Pd. E prima fa il congresso, meglio è. A me interessa far crescere l’Italia, non discutere di congressi. E abbiamo perso anche perché molti autodefinitisi di sinistra mi hanno fatto la guerra fin dal primo giorno, hanno fatto la guerra al Matteo sbagliato. Bisogna smetterla con le lotte intestine.

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