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L’economia italiana rallenta, il calo dell’export…

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nota mensile istat

L’economia italiana rallenta, il calo dell’export dell’export

L'indice “spia” sull'andamento economico «continua a registrare flessioni, segnalando il proseguimento dell'attuale fase di contenimento dei ritmi di crescita economica». Secondo le indicazioni fornite dall'Istat nell'ultima nota mensile in questa fase si «rafforza la crescita dell'economia statunitense mentre si conferma il rallentamento di quella dell'area euro». E, si sottolinea, «anche in Italia l'economia decelera, condizionata dal contributo negativo della domanda estera netta».

D'altra parte «il commercio mondiale continua a crescere anche se l'introduzione di dazi all'importazione da parte dell'amministrazione statunitense rappresenta un significativo fattore di rischio al ribasso per i prossimi mesi». Guardando alle imprese, «gli indicatori congiunturali delineano una fase moderata del ciclo economico». Non a caso, viene spiegato, «la produzione industriale è rimasta stazionaria nel secondo trimestre, nonostante le variazioni positive dei mesi di maggio e giugno». Quanto ai prezzi, «a luglio è proseguita la tendenza al rialzo dell'inflazione» anche se la dinamica continua «a collocarsi su ritmi inferiori alla media dell'area dell'euro». Inoltre «le pressioni interne si confermano moderate, per effetto sia di una dinamica retributiva ancora contenuta anche se in recupero, sia delle limitate sollecitazioni provenienti dai prezzi all'importazione e da quelli alla produzione».

Nel medio periodo la crescita del tasso di occupazione italiano presenta delle differenze per classe di età rispetto alla dinamica dei principali paesi europei. Per l’Istat tra il primo trimestre del 2014 e il primo trimestre del 2018 «l'incremento del tasso di occupazione italiano è stato guidato da quello della classe 55-64 anni (8,1 punti percentuali la differenza in Italia e 7,3 nell'area euro) mentre il miglioramento nella classe 25-54 è risultato inferiore a quello dell'area euro (rispettivamente 1,1 punti e 2,8)”. In generale, fa sapere l’istituto, «le prospettive di miglioramento dell'occupazione per i prossimi mesi si mantengono moderate».

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