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Milleproroghe, primo ok del Senato: slitta obbligo vaccini

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via libera con 148 sì

Milleproroghe, primo ok del Senato: slitta obbligo vaccini

Via libera del Senato al decreto Milleproroghe. L'Aula ha approvato il decreto con 148 sì, 110 no e 3 astenuti. Il provvedimento passa ora alla Camera. La seconda lettura del provvedimento, in scadenza il 23 settembre, è prevista alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva. Da registrare scintille stamattina in Aula sul decreto (Dl 91/2018), perché tutti i senatori Pd sono intervenuti sul processo verbale della seduta di venerdì, prendendo la parola control’emendamento che rinvia di un anno l’obbligo di certificazione vaccinale per l’accesso a nidi e materne.

Le sanzioni per chi viola l’obbligo slittano al 2019-2020. In attesa che il decreto venga convertito definitivamente la famiglie a inizio anno scolastico ai primi di settembre dovranno ancora presentare l'autocertificazione.

Decreto lavoro, domani voto finale
Intanto si sono interrotti i lavori delle commissioni Finanze e Lavoro del Senato sul decreto lavoro, senza avere terminato l’esame degli emendamenti a causa, spiegano nella maggioranza, dell’ostruzionismo delle opposizioni, in particolare del Pd. Il testo è quindi andato in Aula nel pomeriggio, dopo l’ok al decreto Milleproroghe, senza mandato al relatore. L'Aula ha bocciato le questioni pregiudiziali all'esame del Dl dignità presentate da Pd e Fi. L'Assemblea è quindi passata alla discussione del provvedimento già approvato dalla Camera. Il testo del decreto legge non ha subito correzioni rispetto a quello licenziato in prima lettura da Montecitorio e il via libera definitivo è atteso entro domani senza porre la questione di fiducia. È quindi destinata a diventare a breve legge la stretta sui contratti a termine e su quelli di somministrazione, così come le nuove regole sulla delocalizzazione delle imprese e sui giochi.

Via libera al Milleproroghe
Il decreto Milleproroghe contiene tra l’altro lo stop definitivo ai mercati energetici di maggior tutela (luce e gas) rinviato dal 2019 al 2020, nonché la contestata norma che rinvia di un anno l'obbligo dei vaccini per l'iscrizione a materne e nidi. Ma il pressing per una marcia indietro sono fortissime. Voci contrarie si sono levate anche all’interno del Movimento Cinque Stelle, con la senatrice pentastellata Elena Fattori che ha votato contro la maggioranza dopo aver ricordato i rischi per i bambini immunodepressi «a rischio di esclusione scolastica». Mentre alla Camera è stato il M5S Giorgio Trizzino, direttore sanitario dell'ospedale dei Bambini di Palermo, a schierarsi già contro lo slittamento degli obblighi vaccinali per l'accesso alle scuole.

La Federazione degli ordini dei medici ha lanciato un appello per cambiare la legge. E le Regioni minacciano il ricorso alla Consulta. Il leader M5s e vicepremier Luigi Di Maio ha ribadito che il Movimento 5 Stelle «è fermamente convinto che le vaccinazioni ai bambini vanno fatte e per il governo sono una priorità» ma «la sanzione è un approccio sbagliato» e anche «in campagna elettorale dicevamo» che «non si poteva danneggiare i bambini negando loro il diritto di studio».

Pd all’attacco: nessun rinvio su salute bambini
«Nessun passo indietro sulla salute dei bambini, siamo dalla parte della scienza e delle competenze. Il governo gioca al rinvio anche sui vaccini, mettendosi contro il parere unanime dei medici che hanno valutato come una priorità quella dell'obbligo scolastico per costruire l'immunità di gregge». Così invece in una nota il segretario del Pd, Maurizio Martina, la responsabile comunicazione, Marianna Madia e la responsabile per il diritto alla salute, Marina Sereni, lanciando una petizione online che raccoglie «l’appello 'Io Vaccino' delle mamme dei bambini immunosoppressi».

Fraccaro: allentati vincoli bilancio Comuni virtuosi
«I Comuni virtuosi potranno utilizzare gli avanzi di amministrazione, spendendo sul territorio le risorse che hanno in cassa. Con l'approvazione dell'emendamento di maggioranza al dl Milleproroghe, che allenta i vincoli attuali, diamo una boccata d'ossigeno ai Comuni consentendo loro di espandere la spesa per investimenti» ha dichiarato il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, sottolineando che i Comuni avranno «un miliardo di euro in 4 anni da investire».

Entro 31 ottobre regole fondo ristoro banche
Un emendamento al decreto Milleproroghe approvato dalla commissioni Affari costituzionali del Senato e confermato in Aula, prevede che le regole per rendere operativo il fondo per i risparmiatori 'vittime' di reati finanziari dovranno essere emanate entro fine ottobre, spostando al 31 ottobre il termine fissato in precedenza a 90 giorni dall'entrata in vigore della legge di Bilancio. Tra le modifiche già approvate in commissione, l'assemblea di Palazzo Madama in mattinata ha confermato anche il 'congelamento' delle imposte al consumo sulle sigarette elettroniche fino al 18 dicembre e il rinvio a gennaio 2019 dell'obbligo di ricetta elettronica per i veterinari. Confermate in Aula anche alcune modifiche al capitolo terremoto, come i poteri speciali dei presidi nelle zone colpite dal sisma del 2016, che potranno così anche per il prossimo anno scolastico derogare sui numeri minimi e massimi per formare le classi e creare nuovi posti per i docenti.

Non solo. Resta il bonus cultura per i diciottenni per tutto il 2018. Slittano al 31 dicembre 2019 i rendiconti dei lavori fatti per la messa in sicurezza delle scuole dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe). Parte dal 2019 la possibilità che l'Inps collabori con l'Agenzia delle entrate nella messa a punto della dichiarazione sostitutiva unica per l'Isee, l'indicatore della situazione economica utilizzato per l'accesso a molti servizi sociali. È stato inoltre prorogato dagli attuali 90 giorni a 180 giorni il termine per l'adesione delle banche di credito cooperativo (Bcc) al contratto di coesione che dà vita al gruppo bancario cooperativo. Sono infine stati previsti due anni di tempo in più per la riforma dell’esame di abilitazione degli avvocati, che deve essere attuata entro sette anni anziché cinque.

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