La tragedia stradale avvenuta ieri a Bologna potrebbe causare il blocco di circa 63mila veicoli pesanti al giorno, che sarebbero costretti a tortuosi percorsi alternativi per aggirare l’ostacolo.
Con gravi danni per la consegna delle merci. È una stima che «Il Sole 24 Ore» ricava estrapolando i dati contenuti nel rapporto annuale di monitoraggio sulla mobilità e il trasporto realizzato dalla Regione Emilia Romagna e incrociando questi dati con le stime di traffico relative alle tre arterie che saranno chiuse a causa dell’incidente. Ma procediamo con ordine.
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L’incidente di Bologna potrebbe avere ripercussioni drammatiche sul sistema logistico italiano e, in particolare, sul settore dell’autotrasporto. Partiamo da alcuni dati. Il maxi-incidente ha causato la chiusura di una serie di arterie stradali la cui valenza non è solo bolognese ma d’importanza nazionale, proprio perché il nodo di Bologna è un crocevia fondamentale per i collegamenti Nord-Sud del Paese. Inoltre Bologna è un’area nevralgica anche per le connessioni tra la mobilità italiana e quella internazionale. A seguito dell’incidente, comunica una nota di Viabilità Italia, si procederà alla chiusura delle seguenti arterie:
1) raccordo autostradale di Bologna Casalecchio in entrambe le direzioni tra lo svincolo di Bologna Casalecchio e la A14;
2) autostrada A14: tra Bologna Casalecchio e bivio raccordo Bologna Casalecchio/A14 in entrambe le direzioni;
3) Tangenziale di Bologna, tra Bologna Casalecchio e lo svincolo 3 Ramo Verde in direzione della A14 Bologna-Taranto; tratto compreso tra l’uscita 5 Quartiere Lame e lo svincolo 1 Nuova Bazzanese in direzione dell'autostrada A1 Milano-Napoli.
Il primo tratto è percorso in media, ogni giorno, da oltre 72mila veicoli, di cui il 33% circa sono veicoli pesanti (Tir); il secondo tratto registra un flusso medio giornaliero di oltre 41mila veicoli (circa il 30% pesanti); il terzo tratto interessato dalla chiusura è percorso giornalmente, in media, da oltre 86mila veicoli (34-35% sono veicoli pesanti). Arriviamo a un transito totale, sui tratti interessati dalla chiusura comunicata da Viabilità Italia, di circa 200mila veicoli giornalieri, di cui il 31-32% circa sono Tir, ovvero i circa 63mila mezzi pesanti di cui abbiamo detto all’inizio. Se la manifattura è il motore dell’economia, senza un sistema logistico e trasportistico che sia adeguato le merci restano nei piazzali ed è il motore dell’intero sistema Paese a spegnersi. È questa l’ennesima lezione che si ricava dalla tragedia di Bologna, che mette ancora una volta a nudo quanto sia fragile le rete viabilistica nazionale e quanto poco basti per creare danni gravissimi a tutta l’economia.
Fin qui il versante relativo alla viabilità stradale e autostradale. Poi c’è il capitolo delicatissimo dell’affidabilità dei mezzi pesanti che viaggiano lungo le nostre strade. Al riguardo, la settima scorsa, il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, in audizione alla commissione Lavori pubblici del Senato, ha detto che il governo starebbe valutando la possibilità di di affidare a centri privati anche la revisioni dei mezzi pesanti (oltre le 3,5 tonnellate di massa complessiva).
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