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Pensioni d’oro, giallo sui tagli: ecco gli impatti secondo la bozza del disegno di legge

In attesa che si chiarisca il giallo sulla proposta di legge Lega-M5S che punta a tagliare le pensioni d'oro sopra i 4mila euro netti al mese (80mila lordi l'anno), proponiamo qui un’ampia simulazione sugli effetti che lo schema contenuto nella bozza circolata - ora in fase di riesame a quanto si apprende - avrebbe determinato sugli assegni vigenti. L’elaborazione per IlSole24Ore è di Antonietta Mundo, attuario, già a capo del Coordinamento generale statistico-attuariale dell'Inps, e autrice insieme all’economista Alessandra Del Boca del libro “L'Inganno generazionale” (2017 - Università Bocconi Editore).

Con il meccanismo correttivo basato sul quoziente tra due coefficienti di trasformazione, quello dell’età effettiva di pensionamento e quello dell’età considerata “giusta” per ogni anno passato come previsto dalla bozza firmata dai capigruppo Riccardo Molinari e Francesco D'Uva, il taglio è considerato su una pensione tipo di 100mila euro lordi annui.

Ecco qualche risultato: un lavoratore o una lavoratrice che si fossero pensionati all’età di 55 anni nel 1993 avrebbero un taglio del 21,9%, taglio che si riduce fino al 2,2% se si fossero ritirati a 63 anni.

Secondo i proponenti in quell'anno l’«età giusta» per andare in pensione avrebbe dovuto essere pari a 64 anni e 7 mesi, mentre l’età di vecchiaia legale dell’epoca era 55 anni per le donne e 60 per gli uomini. Le più penalizzate da questo intervento, definito di “ricalcolo” ma che ricalcolo non è, sono dunque le donne. L’ampia tabella con le simulazioni che proponiamo considerano pensionamenti dalla metà degli anni '70 fino a oggi. Basta sostituire ai 100mila euro il proprio importo annuo lordo per capire quanto potrebbe pesare il taglio sulla propria pensione.

Un ritiro a 55 anni nel 1974 determina una decurtazione del 19%, che scende al 2,1% per chi in quell'anno lasciò il lavoro a 63 anni. L'anno prossimo, 2019, chi andasse in pensione a 55 contando su 100mila euro lordi l'anno di pensione, avrebbe un taglio del 25%, ma in questo caso la clausola di salvaguardia prevista nel testo D’Uva-Molinari ferma la decurtazione effettiva a 20mila euro.
«Questo nuovo metodo proposto nel disegno di legge è molto iniquo - spiega Antonietta Mundo - poiché non tiene conto dei contributi versati, ma solo delle età di pensionamento raffrontate ad età più elevate assolutamente arbitrarie».

Il ricalcolo dei contributi per applicare il sistema contributivo al passato resta un'operazione impossibile: «È estremamente delicato - dice ancora Mundo - soprattutto per i periodi anteriori al 1976 quando si è passati dalle vecchie marche incollate sui libretti di lavoro all’informatizzazione dei versamenti. In quell’occasione si constatò che molte marche si erano staccate e alcuni contributi andarono persi, ma con il calcolo retributivo sulla media delle ultime retribuzioni si superò questo problema, senza parlare dei contributi del settore pubblico ancora più problematici». Se dopo il passaggio al sistema contributivo non si possono stimare i contributi che servono a calcolare i montanti del passato, «tantomeno si possono applicare alle pensioni più antiche i coefficienti di trasformazione in rendita del 1995 , che tengono conto di tassi di mortalità molto diversi».

La tabella delle decurtazioni

Percentuale e importo della decurtazione della quota retributiva di una pensione di 100.000 euro lordi annui, per anno ed età di pensionamento. N.B. La clausola di salvaguardia consente di non scendere con la decurtazione sotto gli 80.000 euro annui lordi. Fonte: elaborazioni di Antonietta Mundo


La bocciatura di Antonietta Mundo del meccanismo messo a punto nel disegno di legge è definitiva quando si arriva a ragionare di tecniche attuariali: «È metodologicamente errato applicare la formula di calcolo contributiva, che contiene probabilità di sopravvivenza, di morte e di lasciare famiglia, ad eventi passati e già accaduti e contravviene a tutte le regole assicurative siano esse sociali o private, per le quali l'incertezza degli eventi è la base delle scienze attuariali».

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