Italia

Dossier Autostrade, quanto ci vuole e quanto costa (15-20 mld) revocare…

  • Abbonati
  • Accedi
Dossier | N. 63 articoliGenova, tutto sul crollo del ponte Morandi

Autostrade, quanto ci vuole e quanto costa (15-20 mld) revocare la concessione

(AFP)
(AFP)

Un iter lungo e con costi stimati sui 15-20 miliardi di euro. La decisione annunciata dal Governo Conte di procedere alla revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia (gruppo Atlantia) della rete autostradale italiana dopo il crollo del ponte sull'A10, a Genova, dovrà seguire il procedimento previsto dalla Convenzione stipulata da Aspi e Anas nel 2008 che riguarda oltre 2.800 chilometri di autostrada del nostro paese e scade nel 2038 anche se è prevista una proroga di 4 anni (al 2042) dopo il via libera della Ue agli investimenti per fare altre opere, come la Gronda di Genova, a patto di applicare incrementi tariffari limitati.

È l'articolo 9 della Convenzione Unica che disciplina la «decadenza della concessione» a prevedere, secondo quanto si legge nel testo pubblicato sul sito del ministero delle Infrastrutture, che «la decadenza della concessione può essere dichiarata se perdura la grave inadempienza da parte del concessionario rispetto agli obblighi previsti». Un avvio di procedura che rimanda, tuttavia, all'articolo 8 che presuppone una comunicazione formale di inadempienza dal concedente al concessionario fissando «un congruo termine per fornire le proprie giustificazioni».

Una comunicazione e accertamenti che oggi Atlantia con una nota ha lamentato che non ci siano stati. Se, comunque il concedente contesta l'inadempimenmto, detta l'articolo 9, scattano le modalità previste dalla legge 241 sulla trasparenza amministrativa «diffidando il concessionario ad adempiere entro un congruo termine comunque non inferiore a 90 giorni». Ma allo stesso tempo il concessionario può esercitare le proprie controdeduzioni. Se queste vengono rigettate, alla concessionaria viene assegnato un ulteriore termine «non inferiore a 60 giorni per adempiere pena la decadenza della concessione».

Al termine di questo periodo di 5 mesi, se si arriva al decreto di decadenza, la società può opporre ricorso al Tar e poi al Consiglio di Stato. C'è poi il capitolo penali. Se si arriva alla decadenza, infatti, sempre l'articolo 9 della convenzione, stabilisce che «il concedente subentra in tutti i rapporti attivi e passivi, di cui è titolare il Concessionario» ma tale trasferimento «è subordinato al pagamento da parte del concedente al concessionario decaduto di un importo corrispondente al valore attuale netto dei ricavi della gestione, prevedibile alla data del provvedimento di decadenza sino alla scadenza della concessione, al netto dei relativi costi, oneri, investimenti ed imposte prevedibili nel medesimo periodo...».

Il che tradotto in numeri, secondo le stime degli analisti che si basano sui ricavi di gestione di Aspi di circa 1 miliardo l'anno, lo Stato subentrando dovrebbe pagare ad Atlantia una cifra stimata tra 15 e 20 miliardi. Una cifra, che si legge, sarebbe «decurtata, a titolo di penale, di una somma pari al 10%» e quindi si parla di una penale per la società sui 1,5-2 miliardi.

© Riproduzione riservata