Centocinquanta migranti ancora a bordo, ventisette minori non accompagnati sbarcati mercoledì sera. Questa la situazione della motonave della Guardia costiera “Diciotti”, da lunedì sera agli ormeggi in porto a Catania dopo aver salvato 177 migranti nel mare tra Malta e Lampedusa la notte di Ferragosto. Resa ancora più difficile dalla fumata nera al vertice di Bruxelles, dove gli sherpa dei 12 paesi Ue non hanno raggiuntol’accordo tra sulla redistribuzione dei naufraghi.
Conte: Ue ipocrita. Salvini: non sbarca nessuno. Pm al Viminale
Dura la reazione del governo, con il premier Conte che dichiara: «L’Europa ha perso una buona occasione. Ancora una volta misuriamo la discrasia, che trascolora in ipocrisia, tra parole e fatti. Se questi sono i fatti, ne trarremo le conseguenze». E il Viminale assicura che «la linea non cambia». «Dalla Diciotti non sbarca nessuno, l’Italia ha già dato - ha detto Matteo Salvini - e 700mila immigrati giunti via mare mi sembrano sufficienti. Sono 15 miliardi spesi. Gli italiani
si aspettano rigore, buonsenso e questo mi sto impegnando a portare avanti». «Sono tranquillissimo e sto lavorando, con buone
prospettive, a una soluzione positiva. Ogni denuncia è per me una medaglia al valore», assicura il ministro degli Interni.
E «se in Europa fanno finta di non capire, come hanno detto giustamente Conte e Di Maio, vedremo di pagare un po’ di meno» aggiunge il ministro dell’Interno riferendosi alle minacce del vicepremier M5s di non pagare più i contributi in assenza di una soluzione per la Diciotti. Riguardo al procuratore di Agrigento, a Roma per sentire i funzionari del Viminale sul trattenimento dei migranti a bordo, Salvini ha detto: «Interroghi me, non i funzionari, che svolgono le direttive che il responsabile dà, cioè io». E, in ogni caso, Salvini fa sapere che farà verifiche sulla nave «per individuare i profughi veri, che sono la minoranza». Intanto, Ong ricorrono al Tar di Catania contro l’impedimento di sbarcare ai migranti.
Di Maio insiste: stop contributi Ue. Oettinger: sanzioni se Italia non paga
Resta dunque aperto il fronte dello scontro sui contributi Ue. Alla minaccia esplicita di Di Maio all’Unione hanno risposto
oggi il ministro degli Esteri Moavero, spiegando che «pagare i contributi è un dovere legale», e il commissario Ue al Bilancio Oettinger, ricordando che se l’Italia non paga arriveranno sanzioni e interessi. Ma dopo il mancato accordo a Bruxelles, Di Maio insiste: «Lo dico da capo politico del Movimento 5 Stelle, visto che la Ue non rispetta i patti e non adempie ai suoi doveri, noi
come forza politica non siamo più disposti a dargli i 20 miliardi all'anno che pretendono». In un post il vicepremier M5s
dice che «l’Europa oggi ha deciso di voltarci le spalle, ha deciso di fregarsene dei principi di solidarietà e di responsabilità nonostante nell’ultimo consiglio europeo avessero
assicurato che chi sbarcava in Italia sbarcava in Europa». E «a questo punto - aggiunge - l'Italia deve prendersi in maniera
unilaterale una riparazione. Non abbiamo più intenzione di farci mettere i piedi in testa».
GUARDA IL VIDEO: Stretta sui migranti, ecco le nuove regole
If Italy would refuse to pay its contribution to the #EUbudget, it would be the first time in the history of the EU… https://twitter.com/i/web/status/1033015200826441729
– Günther H. Oettinger(GOettingerEU)
Conte: Ue ha perso buona occasione
In un post su Facebook il premier ha spiegato che «nel corso della riunione convocata d’urgenza dalla Commissione Europea
e che si è appena conclusa, non è stato dato alcun seguito alle Conclusioni deliberate nel corso dell'ultimo Consiglio Europeo
di fine giugno. Anzi. Da parte di alcuni Stati - denuncia il premier - è stato proposto un passo indietro, suggerendo una sorta di regolamento di Dublino “mascherato”, che avrebbe individuato l'Italia come Paese di approdo sicuro,
con disponibilità degli altri Stati a partecipare alla redistribuzione dei soli aventi diritto all'asilo, che notoriamente
sono una percentuale minima dei migranti che arrivano per mare». «Eppure - insiste Conte - è noto a tutti che l'Italia sta
gestendo da giorni, con la nave Diciotti, una emergenza dai risvolti molto complessi e delicati».
No degli sherpa Ue a documento sugli sbarchi
Gli sherpa riuniti a Bruxelles avrebbero detto “no” alla richiesta italiana soprattutto perchè, secondo quanto riferito da
fonti diplomatiche, il flusso di migranti pro-capite è molto al di sotto di quello in altri Stati membri attualmente e perciò,
a loro avviso, non vi sarebbe necessità di condividere la responsabilità. Stando alle stesse fonti, la riunione si è conclusa
senza l’ok a una dichiarazione finale di intenti che era stata preparata non adottata. Nella bozza della dichiarazione, oltre
a un accordo generico sulla Diciotti, si gettavano basi concrete «per cominciare a lavorare allo sviluppo di un approccio
agli sbarchi nell'Ue più prevedibile, sostenibile e cooperativo».
Moavero: serve solidarietà dei governi Ue
Dopo aver ricordato a Di Maio l’impossibilità di bloccare i contributi alla Ue, il ministro Moavero ha spiegato che «servirebbe,
al di là della situazione della nave Diciotti, una effettiva volontà dei governi europei di condividere le questioni relative
ai migranti, che non possono essere lasciate solo alla geografia fisica del nostro continente». «Sto lavorando in questi giorni
soprattutto per trovare una sintonia sulla gestione dei flussi migratori , una delle questioni più importanti per l'Ue in
questo periodo, a nostro parere la più importante», ha aggiunto il ministro. La Farnesina ha fatto sapere che Ungheria e Belgio
si sono detti indisponibili alla richiesta italiana di accogliere migranti della Diciotti.
La Ue: minacce non aiutano e non portano più vicini a soluzione
Dopo giorni di sostanziale silenzio, le prime risposte di Bruxelles al pressing delle autorità italiane sono tutt’altro che
concilianti. Gli Stati membri «hanno sempre pagato il contributo al bilancio» comunitario e «non è mai successo che qualcuno
non lo facesse», ha sottolineato oggi il portavoce della Commissione Ue, Alexander Winterstein, replicando direttamente a
Di Maio. La Commissione Ue «continua a lavorare duro per una soluzione per la Diciotti, lo abbiamo fatto fin da quando abbiamo
ricevuto richiesta domenica. In Europa le minacce non aiutano e non portano più vicini ad una soluzione, l'Ue è una comunità
basata sulla cooperazione e funziona sulla base della cooperazione e della buona volontà, non delle minacce». ha concluso
il portavoce
L’austriaco Kurz: tengo in poco conto minacce Di Maio
In Ue solo al Germania usa parole concilianti, affidate alla portavoce della Cancelliera Merkel: «Servono soluzioni comuni
durature e affidabili nel procedimento per salvare i migranti. E queste vanno elaborate in Europa. La Germania è ovviamente
pronta a dare il suo contributo». Censura invece le parole di Di Maio il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, in conferenza
stampa. «Do poco conto alle minacce, e specialmente a minacce del genere», ha detto riferendosi all’ipotesi di stoppare il
contributo italiano al bilancio Ue.
Salvini denunciato per istigazione all’odio razziale, scontro Lega-Anm
L’irrigidimento dei due vicepremier arroventa anche il clima attorno alla vicenda, come conferma anche la denuncia contro
Salvini presentata in Procura a Treviso da alcuni cittadini. Il reato ipotizzato è quello di istigazione all'odio razziale
(legge Mancino) aggravata dalla posizione di responsabile di una pubblica funzione. In un post su Fb il segretario regionale
abruzzese della Lega, Giuseppe Bellachioma, attacca invece la magistratura per le possibili indagini su Salvini («se toccate
il Capitano vi veniamo a prendere sotto casa») provocando una reazione forte dell'Anm, che parla di un atto di «inaudita gravità
che rappresenta un inaccettabile tentativo di interferire nella attività dei magistrati impegnati nella delicata vicenda».
Sulla vicenda indagano tre procure, in particolare quella di Agrigento che ipotizza il reato di sequestro di persona.
L’appello delle organizzazioni internazionali: sbarchino tutti
Di ieri anche la visita ai naufraghi ancora sulla nave di alcuni parlamentari e del Garante dei detenuti, che ha anche presentato
un'informativa alle procure di Catania e Agrigento sulle violazioni riscontrate. Si moltiplicano anche gli appelli: l'Unhcr
e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni esortano il governo italiano a consentire lo sbarco di tutti. Associazioni
di volontariato e umanitarie mobilitate a sostegno delle line pro-sbarco: al porto di Catania stamani presidio di sensibilizzazione
per i migranti bloccati organizzato dalla Cgil.
La Spagna rimanda in Marocco 116 migranti
Intanto, con una nuova stretta sulla politica migratoria il governo socialista spagnolo ha rimandato in Marocco i 116 migranti
sub-sahariani che mercoledì sono riusciti a sfondare le barriere di separazione per fare il loro ingresso a Ceuta. Lo riferiscono
i media spagnoli. Per i respingimenti applicati dopo 24 ore, la Spagna ha fatto ricorso a un accordo firmato nel 1992 con
il Marocco, che prevede l'espulsione in meno di 10 giorni dei cittadini di Paesi terzi entrati illegalmente in Spagna dal
Paese magrebino.
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