«Le pensioni d'oro saranno tagliate senza pietà. Il tetto dei 4mila euro è la pietra angolare del testo di legge. Non c'è alcuna necessità di rivedere quel tetto al rialzo e non sarebbe giusto nei confronti di chi percepisce oltre 10 volte meno». Lo scrive sul blog delle Stelle il capogruppo M5s alla Camera, Francesco d’Uva, sottolineando che il taglio «lo abbiamo scritto nel Contratto di Governo e abbiamo già depositato alla Camera, prima della pausa estiva, la proposta di legge firmata dal sottoscritto e dal capogruppo della Lega Riccardo Molinari».
Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, invece, in un’intervista ricorda che nel programma di Governo la cifra soglia era a 5mila euro e che il tetto dei 4mila contenuto nella proposta di legge D'Uva Molinari va alzato. In effetti il contratto di governo Lega-M5S, a pagina 48 recita: «Per una maggiore equità sociale riteniamo altresì necessario un intervento finalizzato al taglio delle pensioni d'oro (superiori ai 5.000 euro netti mensili) non giustificate dai contributi versati».
Oggi il vicepremier Matteo Salvini, parlando del progetto del taglio (ma senza fare riferimento ai tetti), ha detto che «alcune mega pensioni non coperte da contributi non hanno senso di esistere». Dai primi calcoli emerge che dai tagli sopra ai 5mila euro deriverebbero pochi risparmi.
Nei giorni scorsi Alberto Brambilla, consigliere di Matteo Salvini e possibile candidato leghista a sostituire Tito Boeri alla presidenza Inps, ha espresso la sua contrarietà a un taglio secco delle pensioni al di sopra degli 80mila euro lordi (circa 4mila netti), preferendo invece un contributo di solidarietà di tre anni da parte dei pensionati di quella fascia di reddito.
M5S: sul taglio andiamo avanti
«La proposta è ora al vaglio degli organi tecnici per i dettagli, ma non potrà essere toccata nella sostanza» scive ancora
D’Uva sul blog, spiegando che «è una proposta di puro buon senso che redistribuisce le risorse ai pensionati minimi e sociali
risparmiando sulle pensioni oltre i 4mila euro netti mensili. Naturalmente taglieremo solo la parte eccedente i 4mila euro
che non corrisponde ai contributi effettivamente versati, eliminando l'ennesimo privilegio. Non c'è alcuna volontà punitiva,
si va solo a sanare una situazione profondamente iniqua». Secondo D’Uva , il tetto di 4mila euro «consente risparmi considerevoli
per sostenere le pensioni più basse» e visto che «nel Paese c'è una grande domanda di giustizia sociale dopo anni di sacrifici
a senso unico» «la risposta della maggioranza sarà all'altezza di quanto abbiamo promesso in campagna elettorale, senza se
e senza ma».
Pochi risparmi da tagli sopra 5mila euro
Le stime dicono che l'aumento da 4mila a 5mila euro netti della soglia delle cosiddette pensioni d'oro limiterebbe i risparmi
per l'erario tra i 115 e i 200 milioni di euro a seconda dell'opzione prescelta per effettuare il taglio.
Il limite di 5mila euro netti per il taglio con il ricalcolo attuariale (indipendente dai contributi versati ma guardando
l'età in cui si è andati a riposo) previsto dalla proposta di legge porterebbe, secondo i calcoli dalla società di ricerca
Tabula, a risparmi intorno ai 200 milioni al netto delle minori entrate fiscali e riguarderebbe circa 27.000 persone. Tagliando
le pensioni oltre la soglia dei 5.000 euro con il ricalcolo contributivo inizialmente ipotizzato, il risparmio sarebbe stato
di 115 milioni al netto delle minori entrate fiscali.
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