SHANGHAI - Non bisogna tener conto di presunte intenzioni, ma solo dei fatti: mercati e agenzie di rating saranno presto convinti
e rassicurati dalle azioni concrete del governo. È il messaggio che da Shanghai, al termine della sua missione in Cina, ha
lanciato il ministro dell'Economia e delle Finanze Giovanni Tria, commentando il recente aumento dello spread e la decisione dell'agenzia Fitch di cambiare da stabile a negativo l'outlook sul rating attuale del debito sovrano italiano
(che è stato confermato a BBB).
«Fra poco non ci sarà più un problema di convincere su azioni future, ma ci saranno le azioni – ha sottolineato Tria -. Io vedo questo mantenimento del rating da parte di Fitch, così come il rinvio del giudizio di Moody's, il segnale che le agenzie di rating stanno aspettando le azioni del governo. Poiché il programma di governo che si sta mettendo a punto risponde alle linee che sono state già più volte espresse ufficialmente sia dal presidente del consiglio sia da me a giugno, inizio agosto e metà agosto, evidentemente questo non ha convinto, perché erano dichiarazioni. Ma adesso che nelle prossime settimane si tradurranno in documenti ufficiali del governo, penso che questi giudizi verranno corretti in senso positivo, perché sono giudizi che non si basano su situazioni di fatto ma sull'attribuzione di intenzioni al governo, che evidentemente differiscono dalle intenzioni dichiarate dal governo. Non voglio esprimere alcuna critica alle agenzie di rating, che correttamente hanno sospeso il loro giudizio in attesa di vedere i fatti».
Tria: troppo allarmismo sulla stampa
Le linee generali della politica di bilancio, insiste dunque Tria, sono già state definite ed espresse in dichiarazioni congiunte
del governo, non da tutti credute, e corrispondono a criteri di compatibilità. Tria critica una parte della stampa: «Se mi
permettete, qualche volta… bisogna considerare che ci sono interessi nazionali e a volte appaiono i titoli su alcuni giornali
che rappresentano una perturbazione dei mercati che viene pagata da tutti gli italiani».
Tria fa il pompiere, ma è un fatto che costanti dichiarazioni da parte di esponenti dell'esecutivo di cui fa parte sembrano
contraddire questa asserita condivisione gia' acquisita sui confini del bilancio.
«Io parlo di dichiarazioni congiunte del governo, fatte con il presidente del consiglio, con me e i due vicepresidenti – aggiunge
il ministro - Non nego che ci possa esser delle preoccupazioni o critiche. Ci son giudizi diversi sul governo e sul contenuto
delle politiche da portare avanti. La discontinuità con il governo precedente non sta nel far saltare i conti pubblici ma
nel cambiare le politiche, che in ogni caso devono esse portate avanti nell'ambito di un equilibrio di bilancio».
Apprezzamento per Moscovici
Alla domanda se avesse letto l'intervista rilasciata dal commissario europeo Pierre Moscovici al Sole 24 Ore, - e se abbia accolto con piacere le parole di apprezzamento nei suoi confronti oppure ne avrebbe fatto a meno nel timore
che lo possano mettere in ulteriore difficoltà su qualche fronte interno, Tria risponde: «Non mi mette assolutamente in difficoltà:
(Moscovici) ha soltanto riferito di un rapporto del tutto tranquillo di dialogo con la Commissione, che non è mio personale.
Quando io parlo con Moscovici e gli altri componenti della Commissione parlo come ministro dell'Economia a nome del governo.
Quindi io apprezzo le parole gentili di Moscovici che, tramite la mia persona, considero estese al governo. Siamo in un dialogo
continuo con la Commissione.
Il bilancio dipende dai mercati
«Voglio ricordare – prosegue ancora Tria - che il bilancio che sarà messo a punto e il mantenimento degli equilibri di bilancio
non dipendono dal sì o dal no della Commissione europea – ovviamente abbiamo impegni europei da rispettare - ma essenzialmente
dipendono dai rapporti con i mercati finanziari. Non è una dichiarazione astratta. Il deficit significa chiedere prestiti.
Bisogna trovare chi è disposto a darlo e a quali condizioni. Se lei vuole comprare una casa, chi le dà il prestito si fida
che lei paghi le rate del mutuo. Ma se lei chiede un prestito per andare ai ristoranti, è più complicato poi pagare le rate
del mutuo. L'Italia non ha mai fatto questo».
“L'Italia ha partecipato ad aiuti ad altri Paesi europei in difficoltà, ma non ha mai ricevuto né richiesto un solo euro a sostegno delle proprie finanze pubbliche”
Giovanni Tria, ministro dell’Economia del Governo italiano
«In Italia non c’è finanza allegra»
«A volte i mercati internazionali sono distratti – continua il ministro -. A volte invece di fare analisi attente, guardano
titoli sui giornali e pensano che in Italia ci sia la finanza allegra. Come ho ricordato più volte, sono vent‘anni che l'Italia
ha un surplus primario: un caso unico in Europa. Abbiamo un debito che viene da lontano, ma non c'è finanza allegra. L'Italia
ha partecipato ad aiuti ad altri Paesi europei che si sono trovati in difficoltà con il loro bilancio, ma non ha mai ricevuto
né richiesto un solo euro a sostegno delle proprie finanze pubbliche. Lo abbiamo spiegato anche ai nostri interlocutori cinesi
e ci siamo accorti che erano quasi sorpresi di questo».
Lunedì il ritorno a Roma
Dopo la pausa di ieri sera – quando si è recato al Gran Teatro di Shanghai per il “Don Chisciotte” messo in scena dal Corpo
di ballo del Teatro alla Scala di Milano – oggi, sempre nell'area di Shanghai, Tria incontrerà il presidente del conglomerato
Fonsun, Guo Guangchang, e passerà all'AAIIC (Associazione accademici italiani in Cina) e al SAI (Shanghai Administrative Institute).
Il ministro ha detto di poter affermare che la sua missione è stata un successo, perch° prospetta un rafforzamento delle relazioni
con la Cina in tutti i campi. Lunedì il ritorno in Italia, dove lo attende un autunno caldo a dispetto della sua impressionante
imperturbabilità.
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