La crescita dell'economia in Italia nel secondo trimestre prosegue «seppure su ritmi più contenuti e inferiori a quelli dell'area euro». Lo si legge nella nota mensile Istat sull'andamento dell'economia italiana. Nel secondo trimestre - si legge - il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,2% su base congiunturale, in leggera decelerazione rispetto al trimestre precedente (+0,3%). La crescita è stata sostenuta dalla domanda interna e dagli investimenti fissi.
La rilevazione sottolinea che «l'indicatore anticipatore si stabilizza sui livelli del mese precedente, suggerendo il mantenimento degli attuali ritmi di crescita dell'economia».
Fiducia consumatori e imprese in flessione
Riguardo alle prospettive a breve termine, dice la nota, ad agosto l'indice del clima di fiducia dei consumatori e l'indice
composito del clima di fiducia delle imprese hanno segnato una flessione, influenzati rispettivamente dal deterioramento della
componente economica e dall'andamento della manifattura, dove sono peggiorati sia i giudizi sugli ordini sia le attese sulla
produzione».
Usa più forte dell’area euro
L'economia degli Stati Uniti - si legge ancora nella nota mensile - si rafforza rispetto a quella dell'area euro, in un contesto
caratterizzato dall'indebolimento degli scambi internazionali. Nel secondo trimestre prosegue, seppure su ritmi più contenuti
e inferiori a quelli dell'area euro, la crescita dell’economia italiana. L'attuale fase ciclica risulta caratterizzata da
una sostenuta espansione degli investimenti, dal contributo negativo della domanda estera netta e da una diminuzione della
produttività del lavoro. La diffusione settoriale della crescita diminuisce nel settore manifatturiero a fronte di una stabilità
nei servizi. L'inflazione è in ripresa, con una dinamica ancora inferiore a quella dell'area euro.
Crescita sostenuta da domanda interna
La crescita dell’economia italiana, come accennato, è stata sostenuta secondo l’Istat dalla domanda interna (+0,6 punti
percentuali il contributo alla crescita) e in particolare dagli investimenti fissi (+0,5 punti). La domanda estera netta invece
ha apportato un contributo negativo (-0,5 punti). L'incremento del valore aggiunto è risultato diffuso tra i settori economici,
coinvolgendo anche l'industria in senso stretto (+0,3%), dopo il calo del trimestre precedente. Il valore aggiunto è cresciuto
dello 0,2% nelle costruzioni e nei servizi. Nel secondo trimestre - spiega l’Istat - i consumi finali nazionali hanno segnato
una debole crescita (+0,1%), inferiore a quella rilevata il trimestre precedente (+0,3%).
Lavoro, produttività in calo
Per quanto riguarda l’input di lavoro, i dati di contabilità nazionale riferiti al secondo trimestre indicano un aumento congiunturale
delle ore lavorate (+0,7%) e delle unità di lavoro (+0,4%) superiore a quello del Pil. La produttività del lavoro risulta
quindi in diminuzione rispetto al primo trimestre, in termini sia di unità di lavoro (-0,2%) sia per ora lavorata (-0,5%).
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