Di fronte al bivio delle sanzioni al sovranista Orbán, i due azionisti di maggioranza del governo Conte, M5s e Lega si accingono a prendere due strade opposte. Domani, quando la plenaria del Parlamento europeo si pronuncerà sulla richiesta di sanzioni contro Budapest accusata di violare lo stato di diritto, i pentastellati voteranno a favore. Contro, il Carroccio. Allo stesso tempo, le due forze politiche che si sono presentate alle elezioni del 4 marzo al fianco della Lega nella coalizione di centrodestra - Forza Italia e Fratelli d’Italia - hanno annunciato che voteranno no.
Domani il voto sull’Ungheria
A tre giorni dal voto in Svezia che ha visto avanzare ma non sfondare la destra populista, i parlamentari europei dovranno
decidere se avviare contro l’Ungheria, componente del gruppo di Visegrád, la procedura per violazione dello Stato di diritto, prevista dall’articolo 7, paragrafo 1, del Trattato sull’Unione europea, per contrastare una minaccia ai valori fondanti dell’Ue, tra cui il rispetto della democrazia,
dello stato di diritto e dei diritti umani. Per i popolari europei, di cui fa parte il partito del premier ungherese Fidesz,
sarà una vera e propria prova del nove, anche in vista delle prossime elezioni europee. Se l’Europarlamento approverà le sanzioni, il via libera finale alle misure
dovrà arrivare dal Consiglio europeo. L’azione potrebbe concludersi con la privazione del diritto di voto dell’Ungheria: sarebbe
la prima volta nella storia dell’Unione.
Salvini: nessun problema con M5s su Orbán
La partita è tutta politica all’interno dell’esecutivo. Il leader leghista ha minimizzato. Nessun problema con M5s, ha chiarito Matteo Salvini dopo che da alcune indiscrezioni circolate nel primo pomeriggio ha appreso
che gli europarlamentari pentastellati avevano deciso di votare a favore delle sanzioni contro il sovranista Orbán, stretto alleato del ministro dell’Interno. «Nessun problema con il M5s sul voto contro Orban: ognuno - si è affrettato a precisare il vicepremier in una nota - è libero di scegliere cosa fare. La Lega in Europa sceglie
per la libertà in difesa di Orbán. L’Europarlamento non può fare processi ai popoli e ai governi eletti».
M5s: sì a sanzioni perché Ungheria non collabora sui ricollocamenti
Alcuni minuti dopo, le indiscrezioni sono state confermate in via ufficiale. Una volta terminato l’intervento di Orbán davanti agli europarlamentari, una nota dei Cinque Stelle ha annunciato che voteranno per approvare la relazione con cui l’Eurocamera
chiede l’avvio della procedura contro l’Ungheria per violazioni gravi dei valori dell’Ue. Nel documento i pentastellati denunciano
«questa Europa ipocrita. Per noi Orbán, Macron, Merkel e Junker sono fatti della stessa pasta. Hanno lasciata sola l’Italia perché non aprono i loro porti e non accettano i ricollocamenti dei migranti. Il M5s è in Europa
per difendere gli interessi degli italiani!».
«La relazione su Orbán non è in contratto governo»
L’eurodeputata penstastellata Laura Agea ha ricordato che «il report Sargentini», quello sullo stato di diritto dell’Ungheria,
«non è una materia inserita nel contratto di governo Lega-M5S. Ecco perché la nostra è una scelta chiara che già avevamo espresso
lo scorso giugno e che oggi ci troviamo a riconfermare».
Berlusconi sente Orbán e ribadisce no di Fi a sanzioni
Se i Cinque Stelle assumeranno una posizione non in linea con quella dell’alleato di governo, Forza Italia ha invece annunciato
che si schiererà a difesa del leader sovranista, proprio come il Carroccio. La posizione è stata definita dagli Azzurri dopo una telefonata tra Silvio Berlusconi e lo stesso Orbán. Nella conversazione
- fanno sapere fonti Fi - il leader di Forza Italia ha annunciato che domani gli eurodeputati azzurri voteranno contro la
richiesta di attivazione dell’articolo 7 del trattato Ue per rischio di violazione dello stato di diritto in Ungheria. Ad
Orbán Berlusconi ha confermato la sua amicizia e l’appoggio al suo partito.
Meloni (FdI): sanzionare l’Ungheria è una follia
Sulla stessa linea di Lega e Forza Italia, l’altra forza politica che alle scorse elezioni faceva parte della coalizione di centrodestra: Fratelli d’Italia. «Sanzionare l'Ungheria perché si rifiuta di essere invasa da immigrati clandestini - ha sottolineato la presidente Giorgia
Meloni - è semplicemente follia. Siamo al fianco di Viktor Orbán e del popolo ungherese. Non è Orbán a tradire i valori fondanti
della Ue ma chi in Ue spalanca le porte all’immigrazione incontrollata, umilia i diritti dei popoli e nega la sovranità delle
Nazioni».
Orbán a Ue: non cediamo a ricatti, difenderemo frontiere
Intanto questo pomeriggio il premier magiaro è intervenuto a Strasburgo davanti alla Plenaria, alla vigilia del voto sulle sanzioni contro il suo paese. Orbàn ha giocato all’attacco. «Non accetteremo che le forze pro-migrazione ci ricattino - ha sottolineato -, non cederemo al ricatto, difenderemo le frontiere e fermeremo la migrazione clandestina. Anche contro
di voi se è necessario». «L’Ungheria che da mille anni è membro della famiglia dei popoli - ha continuato Orbàn -, che con
il suo lavoro e col suo sangue ha contribuito alla storia di questa magnifica europea, che ha combattuto l’esercito sovietico
e ha pagato forte scotto per la democrazia europea. Ci siamo battuti per la libertà e la democrazia».
«Europa sia unita in diversità, non escludere Ungheria»
«Noi abbiamo una visione diversa sul cristianesimo - ha ricordato il premier ungherese nel suo intervento -, pensiamo in modo
diverso sulla famiglia e la migrazione. Ma se vogliamo che l’Unione europea sia unita nella diversità, questo non è un motivo per escludere l’Ungheria dal processo decisionale».
«Complimenti all’Italia per coraggio sui migranti»
Nella fase di replica agli interventi degli eurodeputati, il premier ungherese ha fatto i complimenti all’Italia per le scelte
che ha fatto in materia di gestione dei migranti. «Sulla migrazione sono disposto a cooperare con qualsiasi governo che vuole
difendere le frontiere, non è per me una questione partitica - ha detto Orbàn -, e devo dire che mi tolgo il cappello di fronte
agli italiani per il coraggio che stanno avendo e hanno avuto per quanto hanno fatto».
Weber (Ppe): se manca disponibilità Orbán voteremo sanzioni
Il leader dei Popolari al Parlamento Ue, Manfred Weber, ha chiarito la posizione del Ppe (Fidesz fa parte del gruppo Ppe al parlamento europeo). «La mia famiglia politica deciderà stasera sul voto di domani sull’Ungheria
ma voglio dire a tutti che se non ci sarà la disponibilità a risolvere tutti i problemi da parte del governo ungherese, si
farà scattare l’articolo 7.1». Domani le dichiarazioni saranno chiamate a reggere la prova del voto.
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