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Commissario Genova, M5S vuole un tecnico. Spunta il nome di Iolanda…

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IL CROLLO DEL PONTE

Commissario Genova, M5S vuole un tecnico. Spunta il nome di Iolanda Romano

Un politico o un tecnico? È ancora la questione del commissario straordinario alla ricostruzione a bloccare l’accordo sul decreto legge per Genova. L’approvazione di ieri «salvo intese» è poco più di una copertina del provvedimento che per il resto va ancora scritto nei nodi essenziali. Si aggiunga che sul commissario si rinvia a un Dpcm non solo per la scelta del nome ma anche per l’elenco dettagliato dei poteri. L’impianto contenuto nelle bozze di questi giorni sarà esaminato con attenzione per capire se i poteri concessi al commissario siano eccessivi e possano produrre un effetto imbuto anziché un’accelerazione.

Ma il vero nodo riguarda chi sarà il commissario. Il governatore della Liguria Giovanni Toti si è pubblicamente lamentato del fatto che le istituzioni locali fossero state tenute all’oscuro delle scelte del governo e ha aggiunto che il commissario dovrebbe essere comunque qualcuno che conosce molto bene Genova. «Sul commissario serve il massimo coinvolgimento di Regione Liguria e comune», ha detto.

Le quotazioni del governatore per la figura di commissario sono scese negli ultimi giorni per il veto posto dai Cinque stelle. A rilanciare il governatore potrebbe però essere proprio la figura che si è andata definendo nelle bozze di decreto, con poteri davvero eccezionali come forse non si è mai visto nella storia repubblicana: non solo cordinamento e poteri sostitutivi in caso di inerzia, ma proprio una sostituzione automatica e “attiva” di tutte le amministrazioni statali, regionali e comunali con l’eccezione delle Sovrintendenze.

Difficile pensare che un tecnico possa, anche sotto il profilo costituzionale, assommare su di sé poteri così vasti. Se l’impianto resta questo, l’incarico non potrà che avere una qualche legittimazione politica: il governatore Toti, il sindaco Bucci o un sottosegretario che rappresenti direttamente il governo, con dei subcommissari operativi. Ma la soluzione politica non piace ai Cinquestelle e al ministro delle Infrastrutture Toninelli che invece lavora per una figura tecnica. M5S prima ha bocciato il nome di Toti, reo di aver tentato un’intesa per mettere insieme Autostrade e Fincantieri nella ricostruzione del Ponte, poi ha detto no anche alla candidatura del vice-ministro leghista Rixi.

Dal ministero delle Infrastrutture non trapelano indiscrezioni sui nomi di tecnici.

Qualche nome, tuttavia, circola se non altro perché avrebbe alcuni requisiti fondamentali per gestire l’emergenza o perché apprezzato per il lavoro svolto in Liguria. Un nome che si è subito fatto è quello di Raffaele Cantone, che però sarebbe in conflitto di interessi come presidente Anac e come magistrato non potrebbe assumere alcun incarico che contempli poteri di gestione. La sua figura avrebbe fatto forse da garante nell’applicazione di poteri in forte deroga al codice degli appalti, ma in realtà l’Anac ha perplessità proprio sulla norma che consentirebbe l’affidamento diretto di progettazione e lavori senza gara.

Un altro nome circolato è quello di Iolanda Romano, commissaria di governo per il terzo valico dalla fine del 2015. Potrebbe piacere ai Cinquestelle per aver preso in passato posizione a favore della revisione del progetto del Terzo valico. Sulla ferrovia Genova-Milano opera anche un altro commissario, sul fronte del consorzio realizzatore Cociv, Marco Rettighieri, che negli ultimi due anni ha accelerato i lavori. Infine un altro grande esperto di infratsrutture che opera in zona è Paolo Emilio Signorini, attuale presidente dell’autorità portuale di Genova. Ma il suo nome sarebbe spendibile solo in caso di accordo fra Toti e il governo.

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