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Tria: pace fiscale non significa condono ma Fisco amico

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question time al senato

Tria: pace fiscale non significa condono ma Fisco amico

Parlare di pace fiscale «non significa varare nuovi condoni ma pensare a un Fisco amico del contribuente che favorisca l'estinzione dei debiti». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, rispondendo a una domanda sulla cosiddetta pace fiscale allo studio del governo nel corso del question time in Aula al Senato. «Allo studio - ha aggiunto il ministro - ci sono iniziative volte ad assicurare un efficace aiuto ai cittadini in difficoltà, in coerenza con una disciplina dell'accertamento e riscossione che miri a incrementare la tax compliance».

“L'obiettivo del Governo è quello di assicurare la graduale realizzazione degli interventi di politica economica contenuti nel contratto di governo, compatibilmente con l'esigenza di garantire l'equilibro dei saldi strutturali di finanza pubblica”

Giovanni Tria, ministro dell’Economia 

Per impatto misure in corso «approfondimenti»
Non è allo stato possibile - ha aggiunto - fornire una stima attendibile e puntuale degli effetti di gettito delle nuove misure che saranno introdotte». Altri approfondimenti da parte dei tecnici ministeriali riguardano il reddito e la pensione di cittadinanza, due capitoli che il M5S considera prioritari per la prossima manovra. In particolare, le amministrazioni coinvolte stanno valutando la «configurazione della misura e la definizione della platea dei destinatari in linea con le indicazioni del contratto di governo», ha concluso Tria.

Misure e coperture «entro settembre» in Nota Def
Per quanto riguarda le misure della manovra nel suo complesso e il reperimento delle risorse per attuarle «il governo procederà all'individuazione degli ambiti di intervento in sede di predisposizione della Nota di aggiornamento al Def» che sarà presentata al Parlamento «a breve, e comunque entro la fine di settembre». In quella sede «sarà definito il quadro delle diverse misure del contratto di governo che troveranno attuazione nel disegno di legge di bilancio», ha chiarito il titolare del Mef. Poi Tria ha confermato che « l'obiettivo del Governo è quello di assicurare la graduale realizzazione degli interventi di politica economica contenuti nel contratto di governo, compatibilmente con l'esigenza di garantire l'equilibro dei saldi strutturali di finanza pubblica».

Vertice della Lega sulla manovra
Mentre il ministro Tria rispondeva in Senato, la Lega teneva un vertice (oltre al leader Matteo Salvini erano presenti Massimo Garavaglia, Massimo Bitonci e Claudio Durigon) per fare il punto sulle proposte prioritare del Carroccio per la manovra economica che domani verranno portate all’attenzione del governo. Si va la cedolare secca sui negozi al 21%, al taglio delle accise sulla benzina e al 100% del turn over per tutte le forze dell'ordine. La Flat tax sulle aziende al 15%, spiega una nota diffusa nel pomeriggio - «vale per i regimi dei minimi fino a 65mila euro e poi per tutto il sistema imprese Ires al 15% in caso di reinvestimento, assunzioni, aumenti di capitale». Un modo per incentivare «lo sviluppo e investimenti privati in misura strutturale, mentre con i regime dei minimi si semplifica la vita a una miriade di piccoli imprenditori e si invogliano anche i giovani ad aprire partita Iva».

Pace fiscale strutturale e fattura elettronica
La piattaforma delle proposte della Lega prevede ovviamente anche la cosiddetta “pace fiscale”, tema toccato da vicino anche dal ministro Tria. La nota del Carroccio la descrive come «un insieme di misure per consentire a un largo numero di imprenditori di risolvere pendenze con il fisco. Non solo una tantum ma misure strutturali per risolvere forme di contenzioso attuale e in prospettiva». La misura sarà «effettiva ma anche con oneri sopportabili per la finanza pubblica. Sarà realizzata con misure di buon senso, compresa la pace contributiva nell'ottica di favorire l'aumento volontario della contribuzione da parte dei lavoratori». In parallelo con la pace fiscale, la Lega conferma poi il debutto da gennaio della fattura elettronica: «Avendo ampliato il regime dei minimi a 65mila euro i piccoli che non sono strutturati ne sono esonerati, mentre le aziende più grandi saranno in grado di passare al nuovo sistema». La proposta della Lega sulle pensioni prevede invece, come noto, «quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi) realizzabile in modo efficace e ragionevole».

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