Una tegola dietro l’altra per Rocco Casalino. Dopo le polemiche scatenate dal megacompenso connesso alla sua funzione di portavoce del presidente del Consiglioa far insorgere l’opposizione è ora la diffusione di un audio in cui annuncia «megavendetta» contro i dirigenti del Mef accusati di fare ostruzionismo. Opposizione che chiede le dimissioni del portavoce, che però incassa la fiducia del Movimento 5 Stelle e del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Nel tardo pomeriggio fonti del Mef chiariscono che «il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, esprime piena fiducia ai dirigenti e alle strutture tecniche del Mef e apprezzamento per il lavoro che stanno svolgendo a sostegno dell’attuazione del programma di governo, come peraltro evidenziato dal presidente del Consiglio». Viene anche sottolineato che «l’attribuzione di risorse a determinate voci di bilancio piuttosto che ad altre non spetta alle strutture tecniche del Ministero dell’Economia perché è una scelta politica. Ovviamente anche il reperimento delle coperture finanziarie rientra in questo stesso ambito». «Il bilancio dello Stato - aggiungono - è pubblico e visionabile da tutti sui siti istituzionali».
La bufera che si scatena sul caso del portavoce del premier mette in evidenza che i rapporti tra M5s e Tesoro si fanno più difficili, in linea con la trattativa sulle misure che entreranno nella prossima manovra. Il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio pubblica sul suo profilo facebook una lettera che ha mandato ai parlamentari M5s. «Sono giorni importanti per il nostro Governo perché siamo ad un bivio. E guardate che non c’è da scegliere tra la strada del deficit o quella del rigore. Chi la pensa così sbaglia. Siamo chiamati a fare una scelta molto più importante: dobbiamo decidere se avere il coraggio di stravolgere gli schemi e superare i dogmi del passato, oppure adeguarci a quello che i parrucconi di questo Paese sostengono, nulla di quello fatto negli ultimi 20 anni», si legge nel documento. Di Maio avverte che c’è «chi rema contro, ovvero una parte della burocrazia dei ministeri. Non voglio generalizzare, ma è chiaro ed evidente che il sistema, negli ultimi 20 anni, ha piazzato nei gangli fondamentali dello stato dei servitori dei partiti e non dello stato. E questo mi preoccupa molto». «Ciò che ritengo inaccettabile è che adesso il bersaglio siano diventati i nostri dipendenti della comunicazione», conclude.
ASCOLTA l’audio di Casalino che minaccia una «mega vendetta» nei confronti dei tecnici del Mef
L’audiomessaggio
È cosa nota la pressione degli ultimi giorni esercitata dai Cinque Stelle, Di Maio in testa, sulla necessità di reperire dentro il bilancio dello Stato le risorse necessarie ad avviare le bandiere di politica
economica promesse in campagna elettorale. A ciò si lega un passaggio del WhatsApp divulgato dove Casalino dice appunto,
fuori dai denti, che «se poi all’ultimo non escono i soldi per il reddito di cittadinanza, tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori quei pezzi di
m...», con riferimento appunto ai riottosi tecnici dell’Economia. «Ormai abbiamo capito che Tria c’entra relativamente», precisa
il portavoce del premier Conte in seguito. «Ma ci sono al ministero una serie di persone che stanno lì da decenni e che proteggono il solito sistema. Non è accettabile
che non si trovano dieci miliardi del c...».
La reazione dell’opposizione
Tanto insomma per mobilitare la reazione stizzita di diversi esponenti dell’opposizione che chiedono espressamente la testa del portavoce. «Assistiamo ad atteggiamenti incredibili come quelli del portavoce del
premier che attacca in maniera indegna funzionari dello Stato», afferma il segretario del Partito democratico Maurizio Martina a margine della festa dell’Unità provinciale nelle terme di Telese. «Sono cose mai viste, Questo è un governo che anziché
cercare la soluzione ai problemi si inventa un nemico». «Al di là dei giudizi sulla volgarità e dei possibili rilievi penali
delle minacce di Rocco Casalino ai vertici del ministero dell’Economia, siamo di fronte a un documento di assoluta gravità politica», denuncia il senatore del Pd Luigi Zanda. «”Non ce ne fregherà niente, ci sarà una corsa ai coltelli”. Così parlò Casalino,
portavoce del premier. Presidente Conte, dimostri di avere un briciolo di autonomia e allontani questa gente indegna», fa
eco su Twitter il presidente del partito Matteo Orfini. L’episodio è una «vergogna assoluta» a giudizio di Maurizio Gasparri (Forza Italia). «Casalino, che abbiamo ribattezzato Casta-lino, dopo che abbiamo appreso il gigantesco stipendio che percepisce,
non solo è inadeguato al ruolo che ricopre ma crede che si giochi ancora al grande fratello, luogo dei suoi esordi, per cacciare
dalla “casa” le persone meno gradite». E si chiede: «Ma Conte e Tria possono tollerare, dopo questo episodio, che questo personaggio
ricopra ancora questo incarico?».
In difesa dell’uomo chiave della comunicazione pentastellata accorre invece un post del blog M5S nel quale si legge che «quello che è stato ripetuto per l'ennesima volta ai giornalisti De Angelis e Salvatori da Rocco Casalino, e che oggi campeggia su tutti i giornali, era la linea del MoVimento 5 Stelle detta e ridetta in tutte le salse. Siamo assolutamente convinti (ed è sotto gli occhi di tutti) che nei ministeri c’è chi ci rema pesantemente contro».
«Siamo onesti, Casalino ha sbagliato. Non si mandano audio del genere in privato ai giornalisti. Certe cose vanno dette pubblicamente e con orgoglio! Le persone ci hanno votato proprio per questo. Se i tecnici nei Ministeri ci mettono i bastoni tra le ruote prendendosi poteri che non gli competono vanno cacciati all’istante. Semplice. O trovano i soldi per il reddito di cittadinanza (come li hanno trovati per le banche) o si trovano un altro lavoro.» Così in un post su facebook Alessandro Di Battista.
«Piena fiducia» nel portavoce di Palazzo Chigi viene ribadita dal premier Giuseppe Conte che ribadisce la «piena compattezza e unitarietà del governo» nell'elaborazione della manovra economica («sono giorni molto
intensi e stiamo lavorando tutti, con il sostegno delle strutture amministrative, per realizzare le riforme più idonee a rilanciare
la crescita e lo sviluppo sostenibile del Paese»). «Non mi appassionano gli audio rubati», risponde il vicepremier Matteo Salvini ai giornalisti a chi gli chiede un commento alla vicenda del portavoce di palazzo
Chigi. «Non credo che il portavoce del premier abbia il potere di cacciare qualcuno» si limita invece a notare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Spiegando, riguardo in particolare alla manovra, quanto sia «difficile in qualche modo e in questo momento riuscire a fare
oggi tutto quello che è stato sottoscritto in campagna elettorale. Lo si può fare nei cinque anni di durata del governo, perché
è così che si fanno le cose in modo serio». Dal canto suo, il diretto interessato, Casalino, esprime diasppunto per l’accaduto.
«Sta circolando un messaggio-audio che riproduce la mia voce. Una mia conversazione assolutamente privata avuta con due giornalisti»,
rileva Casalino. «La pubblicazione viola il principio costituzionale di tutela della riservatezza delle comunicazioni e, se fosse accertato che sia stata volontariamente diffusa ad opera dei destinatari del messaggio, viola le più elementari
regole deontologiche che impongono riserbo in questa tipologia di scambi di opinioni».
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