Probabilmente «nelle prossime ore (lunedì sera o martedì mattina) ci sarà la bollinatura del decreto Genova quindi la trasmissione al Quirinale». È quanto siapprende da fonti Mef . «L'interlocuzione tra amministrazioni - si spiega - ha portato risultati. I suggerimenti sulle coperture elaborati dalla Ragioneria generale dello Stato sono in corso di recepimento nell'articolato». Il testo del decreto legge Genova, approvato “salvo intese” il 13 settembre, non è ancora stato “bollinato” dalla Ragioneria generale, l'ordinario processo di verifica affidato all’organo del Mef che deve attestare la presenza di copertura finanziaria nei provvedimenti di spesa (ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione). Nell’esame degli ultimi giorni sul testo inviato dalla presidenza del Consiglio è emersa - oltre che l’assenza della relazione tecnica - la mancanza di copertura su molti articoli, dalla ricostruzione del ponte alle misure economiche per il rilancio di Genova, secondo quanto riferito da fonti del Mef.
Ma da palazzo Chigi è arrivata a stretto giro una precisazione in una nota della presidenza del Consiglio, secondo la quale «le notizie diffuse sulle presunte carenze di coperture finanziarie che sarebbero all’origine di ritardo nella sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, non corrispondono al vero». E si aggiunge che «gli interventi in conto capitale sono integralmente finanziati. Parimenti, quelli di parte corrente sono integralmente finanziati per il 2018 e, in parte, per gli anni successivi. Per la parte residua, sarà data copertura nella prossima legge di bilancio, che sarà presentata al Parlamento il 20 ottobre». In definitiva, conclude la nota, «nessun ritardo per l'avvio delle misure di sostegno contenute nel decreto tant’è che dal Mef hanno appena confermato di avere terminato le valutazioni di propria competenza e che il decreto legge sta per essere inviato al Quirinale»
Intanto la Commissione ispettiva costituita dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti subito dopo il crollo del ponte Morandi ha certificato che Aspi, nel corso degli anni, ha eseguito controlli «inadeguati».
Il decreto legge per Genova «è giunto alla Rgs senza alcuna indicazione degli oneri e delle relative coperture», hanno riferito fonti del Mef, spiegando che «la Ragioneria generale dello Stato non ha bloccato il decreto, ma lo sta sbloccando». I tecnici della Rgs - rilevano le stesse fonti del Mef - «stanno lavorando attivamente per valutare le quantificazioni dei costi e individuare le possibili coperture da sottoporre alle amministrazioni proponenti. Soltanto così il decreto può essere bollinato e trasmesso al Quirinale per la promulgazione».
GUARDA IL VIDEO: Ponte Genova, Fincantieri non la qualifica per ricostruirlo
«Di Maio ci ha confermato che nelle prossime ore il decreto per le urgenze (quello su Genova. Ndr) sarà al Quirinale. Ci fidiamo della sua parola. Certo
verificheremo». Così il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli uscendo dal tavolo sugli ammortizzatori sociali al Mise, confermando l'inserimento della Cigs per cessata attività all'interno del decreto.
Tranchant il governatore della Liguria Giovanni Toti, che ritiene più opportuno ritirare il decreto e ricominciare da capo. «Stupiscono e preoccupano - dice il presidente della regione - le voci di un ulteriore stop al Decreto Genova, fermo, a quanto pare, alla Ragioneria dello Stato, ancor prima di arrivare al vaglio della Presidenza della Repubblica dove, secondo gli annunci, sarebbe dovuto arrivare già da alcuni giorni». «Mi chiedo - aggiunge Toti - se non sia più opportuno il ritiro del Decreto per ricominciare da capo su basi più solide, condivise e realistiche».
Intanto, il sindaco Marco Bucci si augura di «vedere al più presto il decreto Genova e che dentro ci sia tutto quello che abbiamo chiesto al Governo», altrimenti «ritorneremo alla carica». A margine di un convegno Cgil a Rivarolo, nell’area del Morandi, Bucci ha spiegato che il progetto per la ricostruzione del ponte «è pronto, quello di Piano, già ingegnerizzato. Ci sono ditte, come la Fagioli, tra le migliori al mondo, pronte. Se ci danno l’ok possiamo partire in 7-10 giorni». Ma «se a ottobre non vedremo delle gru lavorare sul Morandi allora c'è un problema grave», ha aggiunto.
Ma nonostante le rassicurazioni del governo - «entro domani ci sarà la pubblicazione del decreto e immediatamente dopo ci sarà la nomina del Commissario», ha detto oggi il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, Matteo Guidesi - il decreto Genova non è ancora al Quirinale.
La demolizione di ciò che resta del ponte Morandi inizierà «non prima di dicembre» ha detto invece l’avvocato Andrea Marini, uno dei legali dei familiari delle vittime del crollo del ponte Morandi dopo l’incidente probatorio che si è svolto oggi al tribunale di Genova. Nell’aula bunker erano presenti molti familiari delle vittime, gli avvocati e alcuni dei 20 indagati.
Avranno 60 giorni di tempo i tre periti per le indagini preliminari Giampaolo Rosati (Milano), Massimo Losa (Pisa) e Bernhard Elsener (Zurigo) per le operazioni di sopralluogo, repertazione e catalogazione dei resti dei monconi del ponte Morandi. Lo ha deciso il gip Angela Nutini al termine dell'udienza dell'incidente probatorio. Il primo sopralluogo dei periti, insieme ai consulenti dei 20 indagati e dei familiari delle vittime, è stato fissato per il 2 ottobre, mentre la prossima udienza è è stata fissata per il 17 dicembre. All'incidente probatorio ha partecipato anche il Codacons, ammessa come parte offesa in rappresentanza della collettività.
Ai residenti dell’area del ponte Morandi il sindaco Bucci ha quindi annunciato che «la prima strada a riaprire in Val Polcevera lungo l’asse del torrente sarà, spero a breve, la “30 giugno”, dove i detriti sono fermi per l’incidente probatorio».«Venerdì incontrerò il giudice per chiedere il dissequestro. Sarà aperta a tutti, non solo ai tir», ha aggiunto. La strada sarà collegata direttamente alla nuova strada a mare “Superba”.
I legali delle famiglie delle vittime: «Troppe omissioni»
Fuori dal tribunale c’è anche Adele Chiello, la madre di Giuseppe Tusa, l’ufficiale della capitaneria morto nel crollo della
torre piloti, che ha voluto portare solidarietà ai parenti delle 43 vittime dello scorso 14 agosto. In aula bunker anche il
provveditore Roberto Ferrazza, che si dice «sereno e tranquillo». «Vogliamo la verità», dice Antonio Cirillo, legale dei
Battiloro, che nel crollo del ponte Morandi hanno perso il 30enne Giovanni, videomaker di Torre del Greco. «Sarà difficile,
é una lotta contro i poteri forti - dice l’avvocato davanti al tribinale di Genova-. Ci sono state troppe omissioni, anche
in fase di realizzazione del ponte, ma abbiamo fiducia; la Procura sta facendo un ottimo lavoro». «Vanno individuati i colpevoli»,
aggiunge Andrea Martini, legale della famiglia Robbiano, il piccolo Samuele e i genitori morti nel crollo. «L’incidente probatorio
non sarà semplice - aggiunge l’avvocato Martini -, sarà lungo perché quello di oggi è il primo. Poi ce ne sarà un altro che
riguarderà la predisposizione del protocollo operativo per repertare le prove e procedere allo smantellamento del ponte».
Codacons ammessa tra parti offese
Nel corso dell'incidente probatorio di oggi a Genova il Gip del tribunale ha rigettato la richiesta di Cgil e altre realtà
sindacali di costituirsi parte offesa nel processo, mentre ha accolto la richiesta del Codacons che ora, a tutti gli effetti,
rappresenterà la collettività nel corso del procedimento. Ne dà notizia la stessa associazione dei consumatori, che con i
suoi periti partecipa all’udienza odierna dinanzi al tribunale di Genova.
Ieri gli interrogatori, ancora attesa per il decreto
Intanto, mentre a 40 giorni dalla tragedia si attende ancora la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto legge per Genova
- che dovrebbe sciogliere gli ultimi nodi e indicare il nome di chi deve ricostruire il viadotto e del commissario straordinario - ieri nella procura del capoluogo ligure si sono svolti gli interrogatori di Stefano Marigliani e Riccardo Rigacci, rispettivamente direttore del primo tronco di Autostrade e il suo predecessore. I due, indagati per il crollo del ponte
insieme ad altre 18 persone e alle società Autostrade e Spea Engineering, non hanno risposto ai giudici.
© Riproduzione riservata