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Deficit al 2,4%: nel 2019 solo due paesi Ue faranno peggio…

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tra def e manovra

Deficit al 2,4%: nel 2019 solo due paesi Ue faranno peggio dell’Italia

Il rapporto deficit Pil al 2,4% inserito dal governo giallo-verde nella Nota di aggiornamento al Def, è un'asticella che non solo rende problematica la riduzione del deficit strutturale e del debito, in vista della stesura della manovra, ma rappresenta anche un caso abbastanza isolato nel panorama europeo. In base alle ultime previsioni dell’Ue (che andranno comunque aggiornate nei prossimi giorni) solo due paesi sono proiettati nel 2019 a fare peggio dell’Italia: la Romania (-3,8%) e la Francia (-2,8%, ma solo nel 2019, perchè dal 2020 il disavanzo scenderà). Dopo anni di difficoltà anche Grecia (+0,2%) Spagna (-1,9%) e Portogallo (-0,6%) vedranno i loro passivi rientrare.

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Il trend consolidato del 2017
Se si guarda al 2017, in base ai dati Eurostat già consolidati e quindi non alle previsioni, solo 4 dei 28 Paesi della Ue hanno mantenuto il deficit-Pil sopra il 2,4%: Spagna (3,1%), Francia (2,6%), Portogallo (3%) e Romania (2,9%). Tutti gli altri hanno registrato migliori performance di contenimento del rapporto deficit/Pil o addirittura un avanzo, come testimoniano gli esempi virtuosi della Repubblica Ceca (1,6%) e della Germania (1,3%). La situazione non è andata molto diversamente l'anno precedente. Nel 2016 la soglia del 2,4% è stata superata da soli 6 Paesi: a Spagna (4,5%), Francia (3,4%) e Romania (3%) si sono aggiunti Gran Bretagna (3%), Belgio (2,5%) e la stessa Italia (2,5%).

Gli anni duri della crisi
Se si allarga lo sguardo e si estende l’analisi agli ultimi 10 anni, però, lo scenario cambia. Negli anni della crisi quasi tutti i Paesi Ue hanno fatto abbondante ricorso al deficit. Nel 2009 e 2010 la situazione era rovesciata rispetto al 2017: solo tre Paesi (Estonia, Lussemburgo e Svezia) sono stati sotto quota 2,4%. Gli altri hanno abbondantemente “sforato”, con il picco della Grecia al 15,1% nel 2009 e dell’Irlanda al 32,1% nel 2010.

Scenario migliora dopo la recessione
A partire dal 2011 si assiste a un progressivo miglioramento delle performance dei Paesi Ue con un rapporto deficit-Pil in costante e graduale diminuzione. Emblematico il caso della Germania che dal deficit/Pil al 4,2% nel 2010, passa all'1% nel 2011 fino al pareggio di bilancio nel 2012 e a un surplus a partire dal 2014, in graduale aumento fino al “record” dell'1,3% lo scorso anno.

E l’Italia?
Da segnalare che il trend di costante diminuzione del rapporto deficit/Pil riguarda anche l'Italia, che passa dal 5,2% del 2009 al 3,7% del 2011, fino a scendere al 2,6% nel 2015 e al 2,3% nel 2017. Un'asticella fissata al 2,4%, come quella prevista dalla Nadef, rappresenterebbe dunque una piccola ma comunque significativa inversione di tendenza rispetto a quanto registrato negli ultimi anni.

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