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Pensioni e reddito di cittadinanza, l’extra-deficit lo pagheranno…

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DEF E MANOVRA

Pensioni e reddito di cittadinanza, l’extra-deficit lo pagheranno anche le banche

Reddito di cittadinanza da aprile e pensioni di cittadinanza da gennaio 2019 insieme a quota 100, con un minimo di 62 anni di età e 38 anni di contribuzione per anticipare l’uscita dal lavoro. Anche se resta l’ipotesi di un mini-slittamento nella nuova anzianità pensionistica di qualche mese. La Nota di aggiornamento al Def, ulteriormente rivisitata ieri dopo l’ennesimo vertice pomeridiano a Palazzo Chigi, conferma, come hanno sottolineato Luigi Di Maio e Matteo Salvini, gli impegni presi in campagna elettorale da M5S e Lega.

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Il costo del doppio intervento, reso possibile il prossimo anno dai nuovi spazi di flessibilità su cui conta l’Esecutivo posizionando al 2,4% l’asticella del deficit, si aggira attorno ai 17 miliardi.

La stretta sulle banche
A concorrere alle coperture ci sarà anche una stretta sulle banche. Nel mirino ci sarebbero la deducibilità degli interessi passivi, che scenderebbe dall’attuale 100% all’86%; lo spostamento su più anni della deducibilità delle maggiori svalutazioni previste dall’applicazione del nuovo principio contabile Ifrs 9 sulle cosiddette perdite “attese”; l’addio all’Aiuto alla crescita economica meglio noto come Ace. Sulla deducibilità degli interessi passivi la stretta, almeno al momento, non sembrerebbe produrre particolari effetti negativi in quanto gli istituti di credito sono in larga misura in perdita. Il discorso cambia, invece, sulla revisione delle modalità di applicazione per il primo anno del nuovo principio contabile Ifrs 9. Secondo questo principio le banche, nel primo anno della sua adozione, devono svalutare i crediti in bilancio secondo un nuovo modello cosiddetto delle “perdite attese”. In base a questo principio l’importo della svalutazione crescono sensibilmente. Con la stretta in arrivo il Governo gialloverde punta a rendere deducibili queste “maggiori svalutazioni” non più in un anno ma negli anni successivi spalmandole su due o dieci anni o altrimenti posticipandole ulteriormente.

Pensioni di cittadinanza e reddito di cittadinanza, come ha spiegato il vicepremier Di Maio, assorbiranno 9 miliardi di maggiore spesa, mentre un altro miliardo andrà al rafforzamento dei Centri per l’impiego: il totale fa 10, ma su questo ci sono tensioni con la Lega, che non vuole riservare maggiori rispsorse al reddito di cittadinanza rispetto alle pensioni. La pensione di cittadinanza, che porterà a 780 euro netti mensili ai trattamenti minimi e assegni sociali, dovrebbe interessare 6,5 milioni di soggetti, mentre “quota 100” servirà per consentire almeno 400mila nuovi pensionamenti già nel 2019, come ha sottolineato Salvini. La maggiore spesa per “quota 100” parte da 7 miliardi dal primo anno a salire nei successivi (ma fonti M5S avevano in una prima fase parlato di 5 miliardi il primo anno e 7 nei successivi).

Quota 100 solo con 62 anni di età e 38 di contributi
“Quota 100” non prevede penalizzazione, ha ribadito il ministro dell’Interno, ma il requisito dei 38 anni di versamenti è fisso, ragion per cui a 63 anni si quoterà 101, a 64 anni 102 e così via. Ancora non è chiaro se verrà sterilizzato o meno l’aumento di 5 mesi per il pensionamento anticipato a 43 anni e 3 mesi da 42 anni e 10 mesi (41 e 10 mesi per le donne) valido fino a fine anno. Il reddito di cittadinanza (780 euro al mese come le pensioni) dovrebbe scattare in presenza di 4 requisiti, vale a dire ricerca attiva del lavoro, il completamento dei percorsi di formazione, l’involontarietà della disoccupazione e un determinato livello di reddito e ricchezza familiare misurata con l’Isee anche tenendo conto degli immobili di proprietà. Il ministro Salvini ha anche annunciato un piano di assunzioni straordinarie per circa 10mila donne e uomini delle forze dell’ordine (spesa 1 miliardo).

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