Pensioni, reddito di cittadinanza, flat tax. Ma anche sterilizzazione degli aumenti dell’Iva e pace fiscale. Ecco le principali misure della manovra da 37 miliardi del governo gialloverde (qui il comunicato del Consiglio dei ministri e il Documento programmatico di bilancio trasmesso alla Commissione europea).
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Niente clausole Iva per 12,5 miliardi
Il primo impegno del contratto di governo è la sterilizzazione degli aumenti che
scattano il 1° gennaio 2019 (dal 10 all’11,5% per l'aliquota più bassa, dal 22 al 24% per quella più alta).
Pensioni a quota 100
Il superamento della legge Fornero è una misura che entrambe le forze di governo inseguono e rivendicano. L'obiettivo è di
garantire la possibilità di andare in pensione a chi tra età e contributi arriva a ”quota 100'”, probabilmente partendo dalla
combinazione 62-38. Il costo è di 7 miliardi di euro e il meccanismo dovrebbe partire a febbraio. Saranno quattro l’anno
le finestre per andare in pensione, come scrive l’agenzia Radiocor. Sempre in tema previdenza, la legge di Bilancio 2019
dispone la proroga di “Opzione donna”, che permette alle lavoratrici con 58 anni di età, se dipendenti, o 59 anni, se autonome,
e 35 anni di contributi, di andare in pensione.
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Reddito di cittadinanza e Centri per l’impiego
Per la bandiera del M5S servono 9 miliardi di euro (di cui 2,6 da attingere dalle risorse già stanziate per il Reddito di
inclusione) a cui aggiungere un ulteriore miliardo destinato al rafforzamento dei Centri per l'impiego (la copertura necessaria
sarà recuperatacon un taglio ai fondi destinati alle spese militari). L'attivazione vera e propria della misura dovrebbe scattare
in primavera. L'assegno da 780 euro, secondo quanto annunciato finora, verrà caricato sul bancomat, con una sorta di monitoraggio
degli acquisti. Il sostegno sarebbe garantito solo a patto di frequentare corsi di formazione e di prestare 8 ore a settimana
di lavoro socialmente utile. Il reddito verrebbe meno dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro, ma con una specifica “geografica”,
con l'obiettivo di non penalizzare cioè chi non accetterà come prima offerta un'occupazione al di fuori della propria città
o Regione.
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Pace fiscale al 20% con tetto di 100mila euro
L'accordo raggiunto dopo un lungo braccio di ferro sul decreto fiscale collegato alla legge di bilancio stabilisce un'aliquota
al 20% per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. Sarà prevista l'opzione di dichiarazione
integrativa ma con la possibilità di far emergere fino a un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate e comunque
con un tetto di 100.000 euro. Per ridurre il contenzioso, si potranno inoltre sanare le liti con il fisco pagando senza sanzioni
o interessi il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado (o il 50% in caso di
vittoria in primo grado).
Stralcio per le mini cartelle fino a 1.000 euro
Allo stesso tempo, con la rottamazione ter delle cartelle Equitalia saranno cancellati sanzioni e interessi, dilazionando
i pagamenti in 5 anni e arriverà lo stralcio delle minicartelle sotto mille euro accumulate dal 2000 al 2010. Il decreto prevde
anche varie ipotesi di definizione agevolata delle controversie tra i contribuenti e il fisco. In particolare, si prevede
la definizione agevolata dei carichi affidati all'agente della riscossione a titolo di risorse proprie dell'Unione europea;
delle controversie tributarie nei confronti dell'Agenzia delle entrate; degli atti del procedimento di accertamento; degli
atti dei procedimenti verbali di contestazione; delle imposte di consumo.
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Dalle pensioni d’oro 1 miliardo in 3 anni
Il taglio delle pensioni sopra i 4.500 euro netti al mese nella parte di assegno non coperta dai contributi pagati porterà
nelle casse dello Stato un miliardo di euro nell'arco di un triennio. La precisazione temporale è arrivata dopo gli annunci
del vicepremier Luigi Di Maio. La legge di Bilancio varata ieri dal Cdm prevede anche «l’azzeramento graduale del Fondo pubblico
per l’editoria» e uno stanziamento da 500 milioni di euro per un grande piano di assunzioni per poliziotti, magistrati e
personale amministrativo, «in modo da assicurare ai cittadini maggiore sicurezza, processi civili e penali più rapidi e una
Pa più efficiente».
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Procedure semplificate per le fatture
Diverse le novità portate in dote ai liberi professionisti. Il decreto legge fiscale da un lato conferma l'entrata in vigore
dell'obbligo di fatturazione elettronica dal primo gennaio 2019, dall’altra riduce per i primi sei mesi di applcazione le
sanzioni previste per chi non riuscirà ad adeguare i propri sistemi informatici.Il provvedimento semplifica anche la procedura
relativa alle fatture, che potranno essere emesse entro 10 giorni dall’operazione alla quale si riferiscono. Inoltre, si
prevede che le fatture debbano essere annotate nel registro entro il giorno 15 del mese successivo all’emissione. Sempre nell'ottica
della semplificazione viene abrogato l'obbligo di registrazione progressiva degli acquisti.
Solo trasmissione telematica per corrispettivi
Nel Dl fiscale spunta poi l’obbligo di memorizzare e trasmettere telematicamente i corrispettivi, che elimina altri adempimenti
contabili come l'obbligo di tenuta dei registri e conservazione delle fatture e degli scontrini e permette un controllo maggiore
e meno invasivo da parte dell'Agenzia delle entrate. Per chi ha un volume d'affari superiore a 400mila euro l’obbligo scatterà
dal primo luglio 2019. Per gli altri dal primo gennaio 2020.
Forfait per gli autonomi
Il forfait esiste già ed è al 15% per i professionisti con ricavi fino a 30mila euro e per le altre categorie con ricavi fino
a 50mila euro. L'obiettivo è estendere la platea ad autonomi, Snc, Sas e Srl che optano per il regime di trasparenza con ricavi
fino a 65.000 euro. Dai 65.000 ai 100.000 euro si pagherebbe un 5% addizionale. Le start up e le attività avviate dagli under35
godrebbero di un
supersconto al 5%. Il costo è di circa 600 milioni il primo anno e di 1,7 miliardi a regime.
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Sgravi Ires, su utili reinvestiti taglio al 15%
L'aliquota al 24% scenderebbe di 9 punti sugli investimenti in ricerca e sviluppo, in macchinari e in assunzioni stabili.
Il costo sarebbe di 1,5 miliardi di euro. Dovrebbero essere anche confermati gli ammortamenti di Industria 4.0.
Addio a sconti Ace e Iri
Per finanziare le agevolazioni fiscali alle imprese saranno abolite l'Ace, l'Aiuto alla crescita economica, e la mai nata
imposta ridotta Iri, destinata al mondo delle Pmi e attesa dal primo gennaio 2019. Il recupero finanziario è di circa tre
miliardi.
7 miliardi di tagli, anche sull’immigrazione
Per legge i ministeri devono già operare tagli per un miliardo di euro
l'anno. Lo sforzo richiesto potrebbe essere però ben superiore, pari a 3-4 miliardi. Promesso un taglio di 1,3 miliardi in
tre anni spesi per l'immigrazione, di cui 500 milioni nel 2019.
Dagli investimenti la spinta al Pil
Il capitolo investimenti è quello più gradito al ministro dell'Economia, Giovanni Tria. È previsto che valga lo 0,2 del Pil,
pari a 3,5 miliardi. Oltre alle risorse finanziarie si punta a sbloccare gli investimenti a livello locale con uno sblocco
dei bilanci dei Comuni (anche quelli in perdita) e con una revisione della soglia per gli appalti senza gara.
Decreto taglia leggi e norme su Rc-auto
La novità è l'arrivo di un secondo decreto che scorpora dal Dl fiscale norme altrimenti non omogenee. Il Dl - chiamato “taglia
scartoffie e leggi inutili” - cancella oltre 100 adempimenti per le imprese e ingloba misure per garantire una Rc auto “più
equa”. Sancisce inoltre l'incompatibilità tra ruolo di governatore regionale e commissario alla sanità e blocca i pignoramenti
della casa per chi ha crediti verso la Pa e per bloccare i medici che aumentano la lista di attesa per l'intramoenia.
Norme semplificate per le donazioni di immobili
Nel decreto anti-burocrazia trovano spazio anche norme ad hoc « per favorire la circolazione degli immobili oggetto di donazione».
Le imposte previste sono le stesse applicate alle successioni e variano in funzione del rapporto di parentela tra donante
e beneficiario. In particolare: il 4% per il coniuge e i parenti in linea retta, da calcolare sul valore eccedente, per ciascun
beneficiario, 1 milione; il 6% per fratelli e sorelle, da calcolare sul valore eccedente, per ciascun beneficiario, 100 mila
euro.
Cedolare secca al 21% anche per le locazioni commerciali
Nel disegno di legge di bilancio è previsto poi l'introduzione di una “cedolare secca” anche per gli affitti di negozi e
capannoni. La manovra - si legge nella nota stampa diffusa nella notte dal governo - prevede una flat tax per gli affitti
con l'introduzione di una cedolare fissa al 21% sui nuovi contratti di affitto degli immobili commerciali, come i capannoni.
L’estensione della cedolare secca alle locazioni commerciali è una misura da tempo sollecitata da Confedilizia.
Proroga ecobonus, efficienza energetica al 50%
L'ecobonus per le ristrutturazioni al 50% è prorogato al 31 dicembre 2018 così come quello per l'efficienza energetica ma
al 50% anziché al 65 per cento. Estese al 2019 le deduzioni per acquisti di elettrodomestici e apparecchiature ad elevata
classe energetica e lo sgravio al 36% per i giardini. Lo prevede il Documento programmatico di Bilancio. I target da privatizzazione sono fissati in 640 milioni nel 2019 e 600 milioni nel 2020.
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Banche, sgravi su svalutazioni spostati al 2026
La deduzione delle svalutazioni e delle perdite sui crediti per quanto riguarda le banche viene spostata al 2026. Lo prevede
il Documento programmatico di Bilancio: «La deduzione della quota del 10% dell'ammontare dei componenti negativi, svalutazioni
e perdite su crediti, degli enti creditizi e finanziari prevista ai fini Ires e Irap è differita al periodo d'imposta in corso
al 31 dicembre 2026», si legge. Anche il trattamento fiscale sulla svalutazione dei crediti in base ai nuovi principi contabili
è interessato: «La deducibilità ai fini Ires e IRAP della riduzione di valore dei crediti e delle altre attività finanziarie
derivanti dall'adozione del modello di rilevazione del fondo a copertura perdite per perdite attese deve essere applicato
in modo retrospettivo per il 10% del loro ammontare nel periodo di imposta di prima adozione delle International financial
reporting standard 9 e per il restante 90% in quote costanti nei 9 periodi d'imposta successivi», si legge nel Documento.
Nella bozza di manovra inviata a Bruxelles le due misure avranno un impatto sul Pil rispettivamente dello 0,05 e dello 0,06%
nel 2019.
Più tasse sulle assicurazioni
Il tasso dell'acconto d'imposta sui premi assicurativi sale al 75% nel 2019, al 90% nel 2020 e al 100 per cento nel 2021 e
gli anni successivi. Oggi è al 59% nel 2019 e al 74% nel 2020.
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Da dismissioni immobiliari 600 milioni in 2018
Secondo quanto indicato nel Dpb che contiene sia le misure del decreto fiscale che della legge di Bilancio nel 2018 sono
attesi 600 milioni da dismissioni immobiliari, di cui 50 milioni da patrimonio dello Stato, 380 milioni da beni degli Enti
locali e 170 milioni dagli enti previdenziali.
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