I darti dell’Arpa sui microinquinanti legati all’incendio del 14 ottobre «sono tranquillizzanti», dice l’assessore regionale Raffaele Cattaneo riferendosi alle analisi dell’Arpa. A proposito della presenza di diossina, Cattaneo ha aggiunto che la sostanza è stata «in questo caso di gran lunga inferiore ad altri casi analoghi», verificatisi in passato. Giudizio rassicurante, quindi, sugli effetti dell’incendio alla Ipb di Quarto Oggiaro - Bovisasca a Milano.
La presenza di diossina
Le rilevazioni dell’Arpa rivelano che «durante le prime fasi dell'incendio, il valore della concentrazione totale delle diossine e dei furani (PCDD-DF) è risultato
pari a 0,5 picogrammi per metrocubo, in termini di tossicità equivalente, a conferma di una parziale alterazione della qualità dell'aria dovuta all'evento in corso». I limiti dell’Oms si fermano a una concentrazione di 0,3. Tuttavia, come precisa l’Arpa stessa, «le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità fanno riferimento a esposizioni “cronicamente” prolungate nel
tempo (un anno e oltre) che incidono sul computo cumulativo delle esposizioni a queste sostanze nel corso della vita di una persona, individuando
un valore di riferimento per esposizioni prolungate pari a 0,3 picogrammi per metrocubo, espressa in termini di tossicità
equivalente, come livello al di sopra del quale è necessario individuare la possibile sorgente emissiva e controllarla nel
tempo».
La situazione espositiva legata all'incendio è diversa, «in quanto si tratta di evento emergenziale e tipicamente di breve
durata» fa sapere l’Agenzia regionale per l’ambiente.
Gli idrocarburi policiclici aromatici
Le concentrazioni degli Ipa, gli idrocarburi policiclici aromatici, rilevate in via Chiasserini – e, «in particolare quelle
di Benzo(a)pirene, benzo(a)antracene, benzo(b)fluorantene e benzo(j)fluorante - sono risultate coerenti con i valori che in
Milano città vengono misurati nel periodo invernale» recita la nota dell’Arpa diffusa nel primo pomeriggio di giovedì 18 ottobre,
quando l’incendio è in fase di spegnimento, «ma i campionamenti sui microinquinanti rimangono attivi e dureranno almeno fino
al termine della fase emergenziale. I risultati delle analisi, che man mano si stanno completando, sembrano in ogni caso confermare
i trend di valori di concentrazione della fascia medio bassa, rispetto ad altri casi analoghi».
Tuttavia, la puzza non svanisce, sia per effetto della plastica e del materiale che in parte brucia ancora all’interno del deposito Ipb, e la qualità dell’aria sulla città e una buona fetta della Lombardia è scarsa. A dirlo è la mappa interattiva sempre dell’Arpa, messa online il 18 ottobre mattina.
Si registrano, infatti, previsioni meteorologiche, non favorevoli alla dispersione degli inquinanti.
Purtroppo «un debole promontorio anticiclonico con massimi sull'Europa centrale coinvolge marginalmente anche la Lombardia - spiega un bollettino di Arpa, l’agenzia lombarda per la protezione dell'ambiente - garantendo condizioni di tempo stabile e prevalentemente soleggiato oggi, domani e durante il fine settimana. La stabilità atmosferica favorirà l'accentuazione delle inversioni termiche nei bassi strati dell'atmosfera e al contempo scarsa ventilazione su tutta la regione: ci attendiamo dunque condizioni da favorevoli a molto favorevoli all'accumulo degli inquinanti fino alla giornata di sabato 20». Un problema in più dato che tra i cittadini c'è diffusa preoccupazione e si sperava in venti che disperdessero i fumi.
Proseguono, intanto, a Milano le operazioni di spegnimento del rogo che ha distrutto un capannone nella periferia nord della città in cui erano state ammassate tonnellate di rifiuti. I Vigili del fuoco lavorano incessantemente al cosiddetto “smassamento” con turni di 4 ore e continui cambi. «Si cerca di accelerare il completo spegnimento - hanno riferito i Vdf - per diminuire l'esposizione della cittadinanza agli odori».
Ancora giovedì 18 ottobre mattina una decina i mezzi dei pompieri sul posto, in via Chiasserini, che operano anche con ventilatori e ragni meccanici per spostare gli ammassi di materiale combusto. «Ogni volta che si sposta qualcosa - spiega un operatore - escono colonne di fumo, è inevitabile, ma è l'unico modo per separare le aree e bagnarle abbastanza da spegnere il fuoco che cova sotto le macerie». La sera precedente e nella mattinata di giovedì, infatti, si avvertiva ancora il forte odore di bruciato che ha caratterizzato le preoccupazioni di questi giorni, di più o di meno nelle varie zone della città a seconda dei venti.
Procura in campo su autorizzazioni e inquinanti
Nel frattempo, gli inquirenti stanno anche effettuando verifiche sul fatto che Ipb Italia potesse, come sostiene la società
stessa, o meno stoccare rifiuti nel capannone andato a fuoco. Da quanto si è saputo, infatti, secondo la società, con la cessione
del ramo di azienda e l'affitto del capannone da Ipb srl a Ipb Italia, quest'ultima sarebbe stata autorizzata in regime transitorio
ad avvalersi dei
via libera allo stoccaggio che aveva la prima società. Stando alle prime indagini, però, era emerso che a Ipb Italia erano
state negate le autorizzazioni allo stoccaggio. Ora sul punto, tuttavia, sono in corso ulteriori verifiche da parte
degli inquirenti. Sul caso del maxi rogo di quattro giorni fa ma anche su quello di lunedì mattina a Novate Milanese sono
in campo più pm e sono aperti diversi fascicoli.
I timori delle mamme
«L’aria è pesante, gli occhi bruciano, le persone sono preoccupate» si lamentano sui social network gli abitanti della Bovisa, uno dei quartieri più vicini all’incendio scoppiato nel deposito di rifiuti di via Chiasserini. E le rassicurazioni dell’Arpa
sul fatto che dietro al fumo non si nascondano pericoli per la salute, ma solo «molestie olfattive», non bastano a tranquillizzare
chi abita nelle zone limitrofe al rogo, dove è ancora visibile del fumo. «Ma se davvero non c’è pericolo perché ci hanno detto
di tenere le finestre chiuse?» è la domanda che si fanno le mamme all’uscita della scuola elementare Leopardi di via Bodio.
Intanto i bambini, anziché al parco, dopo le lezioni vanno a casa e ci si organizza tra famiglie per condividere pomeriggi
al chiuso.
Il sindaco Sala: responsabili devono pagare
Sull’incendio al deposito di rifiuti tra il quartiere Bovisasca e quello di Quarto Oggiaro interviene nuovamente il sindaco
di Milano, Giuseppe Sala: «Bisogna sottolineare due fatti. Il primo è che lì i rifiuti non potevano esser stoccati, il secondo
è che, non nascondiamoci dietro un dito, l’incendio potrebbe essere doloso e i responsabili vanno identificati e colpiti in
modo esemplare perché Milano lo chiede». Il sindaco lo ha detto intervenendo in diretta alla radio Rtl. Per quanto riguarda
il fumo e l’odore acre che si è diffuso in molte zone della città «rassicuro i cittadini che per la salute non ci sono problemi
- ha concluso -. I tecnici di Arpa se dicono che non c’è pericolo non c’è, non sono degli irresponsabili, anche se in città
c’è una puzza brutta».
Il governatore Fontana: Lombardia non è terra dei fuochi
«La Lombardia non è una terra dei fuochi». Lo ha ribadito il governatore della Lombardia Attilio Fontana in relazione ai roghi
in due depositi rifiuti avvenuti a
Milano e a Novate Milanese. Parlare di terra dei fuochi «è una semplificazione giornalistica sbagliata. Non lo dico io, ma
lo dice anche il dottor Pennisi del polo criminalità ambientale della Dia che si tratta di reati differenti» ha spiegato
Fontana.
Psicosi da mascherina e farmacisti preoccupati
No alla psicosi da mascherina: è la richiesta che viene dai farmacisti che lavorano nelle zone limitrofe all’incendio che
si è sviluppato la sera del 14 ottobre. «La questione è capire cosa brucia e come attrezzarsi, non spostarsi sulla psicosi
da acquisto di mascherine» spiega il farmacista della farmacia Bovisasca, la più vicina al luogo del rogo: «Da noi nessuno
le ha chieste, e se lo avessero fatto li avremmo dissuasi perché non proteggono dalla diossina, noi abbiamo un ruolo etico,
non possiamo dare qualcosa che non serva». Da parte sua il farmacista non nasconde la preoccupazione: «Oggi è cambiato il
vento, c’è una puzza molto forte che dà molto fastidio in gola, siamo tutti molto preoccupati».
Altro incendio a Quarto Oggiaro, ma in un palazzo
Nel frattempo un altro incendio si è sviluppato a poca distanza, in via Vittani, sempre a Quarto Oggiaro, questa volta in
un palazzo di nove piani: sarebbero quattro le persone intossicate ma non in gravi condizioni.
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